L’oncologia del futuro in 10 punti: ONCOnnection” il progetto sul mondo del cancro, nato da un’idea di Motore Sanità con l’Associazione Periplo

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Una bambina affetta da una forma di cancro
Una bambina affetta da una forma di cancro

In Italia ogni anno circa 270mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti. Dell’altro 50% una buona parte si cronicizza, riuscendo a vivere più a lungo. Tuttavia la partita non è vinta: ci sono ancora molti problemi da risolvere.

Per sconfiggere il cancro ci vuole una forte connessione tra tutti gli attori coinvolti nel panorama della sanità: dalle reti oncologiche, alle associazioni pazienti, dalla medicina territoriale, all’innovazione digitale, dalla creazione dei Molecular Tumor Board, alla formazione di team multidisciplinari, fino alla condivisione dei dati clinici “Real world”. Per vincere questa battaglia contro il cancro Motore Sanità, come si legge nella nota che pubblichiamo, in collaborazione con l’Associazione Periplo, ha lanciato ONCOnnection: una serie di webinar che hanno visto il coinvolgimento tra i massimi esperti a livello nazionale del panorama oncologico.

Da questo confronto, durante i vari incontri, sono emersi i seguenti 10 punti:

  1. Il Covid ha colpito il cuore dell’organizzazione dell’oncologia: le attività di prevenzione, diagnosi e cura (dal blocco degli screening istituzionali, in particolare nella prima ondata, alla riduzione dell’attività chirurgica oncologica e dell’attività diagnostica). Le conseguenze sono chiare a tutti: si assisterà a una aumentata domanda oncologica per diagnosi che non sono state fatte nell’anno passato e per diagnosi fatte in fase più avanzata di malattia.
  2. L’emergenza sanitaria ha messo in evidenza una necessità che oggi non può più aspettare: alcune cure possono essere fornite dal territorio, rappresentando un punto riferimento strategico per il paziente oncologico, come lo è attualmente l’ospedale. In questa ottica diventa centrale ridisegnare la presa in carico del paziente oncologico, a partire da una più forte integrazione tra strutture ospedaliere e strutture territoriali.
  3. L’attivazione delle reti oncologiche regionali è molto importante per rendere equo l’accesso alle cure. Inoltre, esse rappresentano lo strumento per erogare prestazioni in appropriatezza attraverso percorsi diagnostici-terapeutici efficaci. Per fare tutto questo è necessario rivedere le risorse umane e accedere immediatamente all’innovazione tecnologica.
  4. È importante prendere in carico il paziente in ospedale, ma anche in tutto il percorso, per questo c’è necessità di avere spazi e personale dedicato che segue il percorso del malato oncologico.
  5. Il passo fondamentale per trasformare davvero i sistemi a rete, e questo vale per tutte le reti di patologie croniche non solo per le reti oncologiche, sarà il cambio di modalità di finanziamento dei servizi sanitari: il finanziamento non sia più a silos per un’accurata e puntuale presa in carico del paziente.
  6. Non c’è in Italia un Lea (livelli essenziali di assistenza) delle reti in genere. Una revisione parziale del titolo quinto, per quanto riguarda la sanità, potrebbe aiutare a dare alle reti un ruolo istituzionale riconosciuto.
  7. Esistono figure nuove come gli infermieri di comunità che possono rendere possibile una medicina di prossimità che per i pazienti oncologici, quando è possibile, è certamente un valore aggiunto.
  8. È richiesto un investimento in sanità digitale sotto tutti i punti di vista, cruciale per il monitoraggio e il governo del sistema, per la ricerca, nonché modalità integrativa di presa in carico del paziente sotto forma di telemedicina e televisita. C’è necessità, insomma, di risorse strutturali da una parte e di fondi straordinari dall’altra che può garantire il Piano nazionale oncologico in linea con quello europeo, che a cascata dall’Europa all’Italia arrivano alle singole regioni.
  9. Il Molecular Tumor Board ha necessità di essere fortemente incardinato nel percorso oncologico pubblico e accreditato, con momenti importanti di integrazione fra i diversi attori del percorso. Esso attiva un processo di utilizzo di farmaci e di sinergie importanti per il raggiungimento dell’obiettivo delle terapie personalizzate e del target therapy e necessita di una veloce attenzione a un rapporto con i produttori che dovrà essere normato. L’altra sfida è quella che viene dalle nuove frontiere dell’oncologia internazionale.

Occorre essere pronti a dotare ogni rete oncologica almeno di un Tumor Molecular Board e a definire con precisione i criteri di elezione per i pazienti e i laboratori dedicati a queste attività. Introdurre inoltre criteri di appropriatezza e chiamare l’industria del farmaco a una maggiore corresponsabilizzazione dei costi: azioni ineludibili per uscire in maniera appropriata dalla pressione mediatica e commerciale su queste tematiche.

  1. Occorre mettere a disposizione del paziente oncologico nuovi setting assistenziali quali: letti di cure intermedie, le Case della salute, il domicilio assistito in grado di rispondere ai loro bisogni. Non si tratta solo di spostare nel territorio attività quali riabilitazione, psiconcologia o supporto nutrizionale, ma incominciare ad attrezzarsi per la delocalizzazione di alcuni trattamenti del cancro.