Il punto di osservazione di un opinionista deve essere distante, abbastanza da avere una visuale il più possibile ampia (teoricamente la migliore sarebbe 180°, anche se rimarrebbe scoperto il retro, gli altri 180°).
Ma per averla completa bisognerebbe allontanarsi troppo e, pur avendo la visione di insieme, si perderebbero i dettagli.
Per ovviare alla visuale non abbastanza ampia se troppo vicina e a quella ampia ma troppo lontana, l’opinionista, che è realisticamente immaginabile, supplisce con le sue interpretazioni per forza di cose parziali.
L’importante (e questo vale anche per i giornalisti che dietro i fatti esplorano le cause) è che l’opinionista dichiari che tipo di filtro ottico hai applicato alle sue lenti.