I sostenitori dell’ex primo ministro dl Pakistan Imran Khan hanno dichiarato che le autorità stanno smantellando il suo partito di opposizione, in un Paese afflitto da instabilità politica e con una fragile democrazia.
Questa settimana il governo ha dichiarato di stare valutando la possibilità di mettere fuori dalla scena politica il partito di Khan, dopo che il suo arresto per corruzione all’inizio del mese ha scatenato violente proteste che hanno preso di mira installazioni militari.
Migliaia di sostenitori di Khan sono stati arrestati, tra cui decine di alti membri del partito, con accuse che vanno dal disturbo dell’ordine pubblico all’omicidio e al terrorismo. Il partito di Khan rappresenta una minaccia politica per il governo, che deve tenere le elezioni entro ottobre, dopo la fine del mandato quinquennale del Parlamento, con i sondaggi che mostrano quanto egli sia ancora il politico più popolare in Pakistan.
La nazione di oltre 220 milioni di abitanti, dotata di armi nucleari, è stata coinvolta in turbolenze politiche ed economiche per più di un anno, dopo l’estromissione di Khan come primo ministro: tra i debiti e la diminuzione delle riserve estere, il governo è sull’orlo del default e sta cercando di convincere il Fondo Monetario Internazionale a riavviare un piano di salvataggio che era stato sospeso quando Khan era al potere. L’ex leader è stato rilasciato tre giorni dopo essere stato arrestato il 9 maggio e rimane nella sua casa nella città orientale di Lahore, ma l’ondata di detenzioni sta iniziando a pesare sul suo partito: dopo essere stati rilasciati questa settimana, alti esponenti del partito hanno dichiarato di volersi dimettere. Tra questi, il segretario generale del partito e gli ex ministri dell’Informazione e dei Diritti umani.
Fonte: The Vision