Stavolta non ci sono proprio scuse per la sconfitta del Vicenza a Brescia. Non c’erano stati turni infrasettimanali ma, anzi, due settimane intere di pausa. In infermeria erano rimasti solo in tre. Le scelte per il turn over e i cambi in corso di gara erano possibili e numerose. Si conoscevano già i risultati delle concorrenti alla qualificazione ai play out. Non ostante tutte queste condizioni favorevoli, il Vicenza è riuscito non solo a perdere (il che ci può anche stare considerando i trenta punti di distacco dal Brescia) ma anche a giocare una delle peggiori partite di questo campionato.
Le colpe di Brocchi
Ci sono, intanto, precise responsabilità dell’allenatore vicentino nella sconfitta del Vicenza a Brescia. Ha riproposto pari pari, all’inizio, la stessa formazione che aveva battuto (fortunosamente) l’Ascoli e anche lo stesso modulo 4-2-3-1. L’idea, in sé, non era sbagliata perché, come insegna un vecchio detto del calcio, squadra che vince non si cambia.
D’accordo. Ma la sensibilità e l’esperienza del tecnico dovrebbero permettergli di capire se i suoi giocatori, che hanno giocato in modo sufficiente la partita precedente, siano in grado di ripetersi in trasferta e contro un avversario di qualità nettamente superiore ai bianconeri marchigiani.
Invece, almeno metà dei biancorossi che, quindici giorni prima, avevano incamerato i tre punti (che apparentemente rilanciavano le chances di accaparrarsi un posto negli spareggi-salvezza), a Brescia sono stati le modeste controfigure di sè stessi. E allora la domanda da fare a Brocchi è: ma non si era accorto che mandava in campo degli ectoplasmi?
E il modulo? Non si può pretendere che due soli mediani riescano a reggere da soli l’assalto di una squadra strutturatissima e di gran tecnica come quella del neoallenatore Corini che, per di più, portava nella metà campo biancorossa trequarti dei suoi effettivi. Gli esterni del Lane era come se non ci fossero e Da Cruz troppo impegnato a peggiorare ancora il record delle sue partite sbagliate.
Dopo aver regalato il primo tempo al Brescia, Brocchi è stato costretto a fare tre cambi e a modificare l’assetto tattico. Ma era troppo tardi e, comunque, i nuovi entrati non hanno cambiato le carte in tavola. Nella ripresa i bresciani hanno gestito senza penare il doppio vantaggio lasciando l’iniziativa ai biancorossi che, sì, correvano tanto ma quasi sempre a vuoto.
La broccaggine dei biancorossi
Senza alcuna intenzione di riproporre l’abusatissimo gioco di parole con il cognome dell’allenatore, è appropriata la espressione “broccaggine” (di breriana origine) per individuare una delle cause tecniche di questo pessimo campionato del Lane.
Non si mette in dubbio la professionalità e la serietà dei giocatori, ma bisogna farsene una ragione: la qualità individuale e del gruppo è quella che è ed è consona alla posizione in classifica. Qualche biancorosso, è vero, potrebbe rendere di più in un’altra squadra (basti vedere come ha giocato Proia, fallito a Vicenza) o in un ruolo più appropriato, ma è ormai evidente che bastano avversari appena un po’ più forti per mettere in difficoltà gli uomini di Brocchi. Questa diffusa scarsezza investe tutti i reparti, dalla difesa con i suoi limiti e i suoi errori ricorrenti al centrocampo che non sa creare gioco all’attacco privo di un bomber.
Con questi, comunque, bisogna arrivare in fondo e sperare che riescano a imbroccare qualche prestazione decente e a superare sè stessi. La salvezza, con buone probabilità, se la giocheranno o nell’ultima di campionato ad Alessandria o nei due successivi spareggi. Difficile che i biancorossi diventino dei fenomeni nelle sei gare che mancano.
Il minitorneo fra le aspiranti ai play out
La sconfitta del Vicenza a Brescia non cambia molto la situazione nel minitorneo che lo coinvolge con Alessandria e Cosenza. Delle tre, solo i piemontesi hanno portato a casa punti nella trentaduesima giornata, pareggiando fortunosamente in casa con la SPAL e allungando, così, a +2 sulle concorrenti.
Si andrà avanti fino all’ultima giornata con questo confronto a distanza ed è evidente che se la caverà chi avrà più continuità. Ma, data un’occhiata al calendario, sembra improbabile che questo requisito sia alla portata del trio. Nella volata finale Alessandria e Cosenza, però, potrebbero, almeno in teoria, contare su tre punti sicuri vincendo i rispettivi confronti con la maglia nera Pordenone.
In prospettiva, il Lane deve stare il più attaccato possibile all’Alessandria. Potrebbero essere i grigi i quint’ultimi dopo la penultima giornata ed è meglio non pensare alla sciagurata eventualità che, dopo i novanta minuti conclusivi, salti addirittura il play out perché i piemontesi potrebbero avere un distacco in classifica superiore ai quattro punti.