E meno male che LR Vicenza-Padova non era un derby. 10.500 spettatori, Stadio Menti esaurito, tifoserie a palla e reciprocamente offensive, gioco non spettacolare ma degno dell’occasione, hai voglia a disconoscere la valenza della partita fra vicentini e padovani ma, nei fatti, derby era e derby è stato.
A posteriori, l’evidenza tecnica è quella sintetizzata dal risultato di 1-1. Le squadre si sono equivalse, spartendosi la supremazia nel classico “un tempo a testa” e nessuna delle due ha meritato di vincere. Il consuntivo è questo e non premia certo la squadra allenata da Francesco Modesto se non sotto il profilo della continuità, perché porta a nove le gare della serie positiva contraddistinta da sei vittorie e tre pareggi. Il pari gratifica di più il Padova, che scontava e resta a dieci punti dall’LR Vicenza e, in trasferta e su un campo non certo abbordabile come il Menti, ha conquistato un punto senza rubare alcunchè e, soprattutto, giocando la sua partita senza mai chiudersi o incorrere nei soliti ostruzionismi dilatori. E ha tolto al Lane quattro punti su sei.
Un LR Vicenza deludente
Le aspettative prederby sull’LR Vicenza erano piuttosto alte e giustificate sia dalla serie positiva targata Modesto che dalla legittima e cospicua vittoria per 4-1 ottenuta, prima della pausa, sul campo della capolista Pro Sesto. Il Padova sembrava un boccone da mandar giù in un solo colpo dopo la discesa agli inferi che era costata la panchina a Caneo e l’affidamento della guida tecnica a Torrente, subentrato da appena due giornate. Il divario tecnico e qualitativo espresso dalle due squadre nella prima metà di campionato era evidente e corroborata dai dati delle statistiche.
Tutto ciò premesso, il pronostico (anche il nostro) era orientato sull’1 fisso e sulla prospettiva di un’altra goleada. E, invece, non è andata proprio così. Certo anche per merito dei biancoscudati ma, soprattutto, per demerito dei biancorossi che, prima, hanno sciupato l’intero primo tempo (vizietto che si ripresenta ormai da inizio stagione) giocando la classica partita senza mordente tipo dopo sosta e, nella seconda frazione, sono stati costretti a una non facile ricorsa per agguantare il pareggio.
Nel finale gli uomini di Modesto avrebbero perfino potuto vincere, se una punizione magistralmente battuta dallo specialista Ronaldo, l’atteso ex sfoderato praticamente solo per cogliere l’opportunità, non fosse finita sulla traversa. In precedenza, anche il Padova, però, aveva avuto le sue possibilità di chiudere il risultato a proprio favore ma al 6’ della ripresa De Marchi aveva tirato addosso a Confente (in tempestiva uscita) una palla-gol clamorosa regalatagli da Cappelletti e, sull’1-1, l’arbitro non aveva ravvisato il fallo da rigore su Piovanello che, in diretta e senza VAR, sembrava meritevole di una rivalutazione.
In sostanza si è visto un LR Vicenza al di sotto delle sue potenzialità e spesso in difficoltà, nella prima mezzora continuativamente e, nel prosieguo, in occasioni ad alto rischio. E il Padova non è sembrato proprio un granchè, bensì una squadra da metà classifica e priva di giocatori di qualità, che ha semplicemente impostato il gioco secondo le proprie caratteristiche e sfruttando i punti deboli dell’avversario.
Per la promozione servono rinforzi dal calciomercato invernale
L’LR Vicenza ha deluso anche perché Modesto è stato penalizzato dalle assenze. Lo si è visto a centrocampo, dove la mancanza di Ronaldo e di Greco non è certo stata rimediata da Cavion e Zonta, e in difesa, reparto a cui in questa fase non puoi togliere Pasini non proprio brillantemente sostituito da un irriconoscibile Cappelletti. E i cambi non hanno dato svolte importanti al gioco.
Il problema, dunque, è quello dei sostituti, che o non ci sono (dopo l’infortunio di Cataldi manca in rosa un altro regista e non c’è nemmeno un attaccante centrale da alternare a Ferrari) o non sono all’altezza dei titolari. Davanti a Confente ci vorrebbero uomini di rendimento sicuro e continuo e servirebbero anche mediani di migliore qualità. Sul piano tattico, infine, non si può continuare a utilizzare Dalmonte in una posizione così arretrata. Se si vuol vincere il campionato non si può non integrare la rosa.