LR Vicenza e Monza, due squadre senza attacco. Gianni Poggi: avanti con il modulo ultradifensivo

219
vicenza-monza
I giocatori del Vicenza festeggiano il gol del pareggio di Ierardi (dal sito ufficiale dell'LR Vicenza)

Piuttosto che l’ennesima sconfitta, va bene anche il modesto 1-1 dell’Lr Vicenza contro un Monza che, anche al Menti, ha confermato di non essere (o di non essere ancora) il top team che il calciomercato estivo lasciava presagire. Ben venga, allora, il primo punto conquistato in casa dal lontano 5 maggio (Lr Vicenza – Reggiana 2-1) e qualche accenno di ordine in campo e di agonismo. Ma, intendiamoci, sono solo spunti che hanno esorcizzato il 5-0 di Terni, non certo le premesse per una svolta che sembra ancora lontana e che, comunque, dovrà necessariamente passare per la verifica della continuità.

Con molto realismo Brocchi ha schierato una squadra ben più improntata alla difesa rispetto al passato. Ha aggregato al centrocampo, in funzione di esterni, due terzini che coprivano le fasce (noto punto debole dei biancorossi) e lo ha inspessito con tre centrali, due dei quali mediani puri più un potenziale regista quale avrebbe dovuto essere Taugourdeau. Il quale nemmeno stavolta ha risposto appieno alle mansioni tipiche del play maker anche se, di tanto in tanto, ci è andato vicino.

La mossa più forte dell’allenatore vicentino è stata quella di eliminare il trequartista, spinto forse dalle critiche ricevute dal modulo che invece lo comprendeva e su cui tanto aveva insistito anche il suo predecessore Di Carlo. In rosa non c’è uno specialista del ruolo (anche se Brocchi ne individua addirittura tre a sua disposizione) e tutti coloro che si sono alternati dietro le punte non si sono mai dimostrati a loro agio quanto piuttosto degli adattamenti non riusciti.

L’utilizzo del trequartista, del resto, non aveva mai portato risultati tangibili, né in termini di pericolosità né in funzione di sostegno e ispirazione agli attaccanti. Giusto quindi rinunciarci e rinforzare il centrocampo a scapito di una maggiore profondità della squadra in campo. Ma era prioritario un altro obbiettivo: creare una barriera in mezzo al campo per eliminare l’inferiorità numerica e tecnica sempre evidenziata dai biancorossi in passato.

A maggior ragione era necessario farlo contro un avversario come il Monza che dispone invece di un centrocampo dotatissimo, come si è visto soprattutto nel primo tempo in cui il lucido e preciso palleggio dei brianzoli ha impedito per lunghi tratti il possesso palla ai biancorossi. Le statistiche del match lo confermano: 61% Monza, 39% Vicenza.

Il limite del Monza è l’attacco, cui è mancato anche al Menti un vero uomo gol. Non è un caso se la squadra di Berlusconi e Galliani ha segnato appena nove gol, come le peggiori del girone e tanti quanti ne ha fatti il Lane, che ha infatti lo stesso deficit offensivo. Al Menti il Monza, dicono i dati della gara, ha tirato in tutto otto volte (due in porta, di cui un gol), il Lane dodici (cinque nello specchio) e per entrambe è davvero un bilancio misero. Se non avessero una ottima difesa (la quarta migliore della Serie B), i brianzoli sarebbero ben più giù in classifica e, comunque, meritano l’attuale posizione che li confina nella zona grigia del ranking.

Con queste premesse la partita non poteva essere un granchè e infatti si è risolta in un lungo e un po’ noioso confronto a centrocampo, appena ravvivato da qualche volata di Diaw e da qualche giocata del giovanissimo Vignato, coetaneo – quest’ultimo – del vicentino Tommaso Mancini, che nemmeno stavolta è stato preso in considerazione per un po’ di minutaggio.

Poche anzi pochissime, quindi, le emozioni. Quella più forte è venuta dall’inspiegabile assist di Bruscagin a Mazzitelli che ha portato, con la complicità del portiere vicentino, al temporaneo vantaggio del Monza. Il Vicenza ha dato ben pochi spunti di entusiasmo ai suoi sempre e comunque appassionati tifosi che, rinfrancati dall’evidenza che non ci sarebbe stato dopo lo 0-1 un altro naufragio tipo Terni, hanno dimostrato di apprezzare le poche cose buone che i biancorossi hanno loro riservato nella ripresa.

Il Monza ha infatti tirato i remi in barca sperando di difendere il minimo vantaggio con la superiorità del proprio centrocampo, forse anche nella consapevolezza che davanti mancava qualcuno che la mettesse dentro. Il calcolo però non ha dato i frutti sperati perché L’Lr Vicenza, costretto a essere più offensivo sia per la remissività degli avversari che per cercare il pareggio, ha dovuto aumentare la pressione e il ritmo dando meno spazio ai palleggiatori monzesi e trovando le fasce grazie all’inserimento di Di Pardo e Dalmonte. L’incornata di Ierardi per l’1-1, per altro, è stata generata non da azione ma da corner e le altre poche occasioni del Vicenza sono finite sul piede di Ranocchia, tanto efficace nell’interdire quanto poco ispirato al tiro.

Se proprio questo pareggio dev’essere un punto di partenza (ma per arrivare alla meno peggio alla pausa di gennaio e al calciomercato), allora bisognerà valorizzare il modulo ultradifensivo adottato dal l’Lr Vicenza con il Monza proponendolo anche nelle prossime gare e cercare di giocare con la stessa aggressività espressa nel finale. Non sarà un bel Vicenza, le partite saranno difficili e brutte ma almeno si dovrebbe riuscire a por fine alla triste sequenza di sconfitte che hanno reso drammatica la prima fase del campionato.

Articolo precedenteSede più accogliente per il Centro antiviolenza in via Vaccari 113 a Vicenza
Articolo successivo“Il costo della transizione ecologica”. I nemici sono i gas serra, quelli prodotti dall’uomo
Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.