Quello del fine settimana del 13 e 14 novembre è stato l’ultimo turno di pausa dell’anno nel calendario del campionato di Serie B, quindi anche per l’Lr Vicenza. Per rifiatare di nuovo le squadre dovranno aspettare il 29 dicembre, data della giornata infrasettimanale in cui si va in campo per la prima di ritorno e che prelude alla sosta lunga di due settimane all’inizio di gennaio.
Prima di Capodanno sono previsti otto turni concentrati in sei settimane, ragione per cui per due volte (a cavallo di novembre e dicembre e nell’ultima settimana dell’anno) si giocheranno tre partite in sette giorni. È un programma impegnativo in assoluto e che risulterà ancor più ostico per le squadre che, penalizzate da rose non adeguate, avranno meno possibilità di ricorrere al turn over.
Rientra in quest’ultima categoria il Vicenza, com’è dimostrato dal fallimento degli esperimenti tattici che, prima da Di Carlo e poi da Brocchi, sono stati fatti per cercare di migliorare il rendimento della squadra ricorrendo a assetti diversi. Cambiare modulo, però, non è servito soprattutto perché sono mancate la duttilità e la qualità dei singoli.
Non per niente, quindi, l’unico rimedio ormai da tutti riconosciuto è il rafforzamento della rosa, che, però, potrà concretizzarsi solo fra due mesi e cioè dalla prima partita in cui sarà possibile utilizzare i rinforzi arrivati con la finestra invernale del calciomercato, che si aprirà il 3 gennaio e si concluderà il 31.
Nel frattempo, come ha chiarito il nuovo direttore sportivo Federico Balzaretti, l’LR Vicenza non cercherà di integrare l’organico con giocatori svincolati, fra i quali ben difficilmente è possibile trovare quelli in condizione di scendere subito in campo, cosa di cui c’è incondizionatamente necessità. La scelta fatta dall’area tecnica biancorossa è, quindi, quella di arrivare a fine dicembre con le forze a disposizione e, nel frattempo, lavorare da subito per avere a disposizione i nuovi arrivati già dal 3 gennaio.
Con la squadra attuale ci sono, però, otto partite da giocare e l’unico obbiettivo alla portata dell’Lr Vicenza è, realisticamente, perderne il meno possibile. Se proseguisse il trend del primo terzo di campionato, infatti, il distacco dalla zona salvezza diventerebbe ben difficilmente colmabile nel girone di Ritorno e, del resto, già ora i dieci punti di distacco dal quintultimo posto sono un gap preoccupante.
I biancorossi dovranno, non solo letteralmente, stringere i denti fino a Capodanno per evitare di allontanarsi ancora di più dalla quota che dovrebbe, almeno teoricamente, rendere possibile una ripartenza nelle ultime diciotto giornate a disposizione dopo la sosta. Ed essendo già suonate a lungo tutte le sirene di allarme, non resta loro che tentare in tutti i modi di fare punti, anche a prescindere dal gioco e dalla qualità.
Bisogna ritrovare lo spirito della Nobile Provinciale, del Lanerossi che, nei vent’anni ininterrotti in Serie A, a parte in un paio di stagioni gloriose, quasi sempre si è salvato grazie a un catenaccio esasperato e senza fronzoli, palla in tribuna e tutti dietro la linea di metà campo. Il calcio è diverso rispetto a cinquant’anni fa, è banale dirlo, ma resta inalterata la semplicità della logica del gioco: l’unica arma per una squadra poco competitiva è non perdere.
L’Lr Vicenza è, dopo il Pordenone, la squadra che ha subìto più gol: ventiquattro in dodici partite, in media due ogni novanta minuti. Otto in casa e il doppio in trasferta. È questo il dato più saliente che evidenziano le statistiche e rivela un deficit a cui bisogna immediatamente porre rimedio.
Ma c’è un altro punto negativo. Il Lane è anche penultimo nella classifica dei gol fatti, che sono in tutto appena dieci e solo due dei quali segnati in casa in cinque partite. Paradossalmente si segna più in trasferta, quattro volte tanto.
È ben difficile, con gli attaccanti a disposizione, migliorare questa stitichezza offensiva. L’anno scorso erano difensori e centrocampisti a integrare il bottino e, fra le punte, il solo Meggiorini erano andato in doppia cifra. In questo campionato ci sono state ben sei clean sheet, le reti firmate da attaccanti sono state appena quattro, due quelle di difensori e tre di centrocampisti.
L’unica ricetta è arroccarsi in difesa, anche perché è la soluzione più facile da attuare in attesa di tempi migliori. Due linee di difensori e centrocampisti e una sola punta. Safety first, come dicono gli inglesi.
Anche perché nessuna delle prossime otto partite sarà una passeggiata. L’analisi del calendario non alimenta molte speranze: il fatto che cinque gare si giocheranno al Menti non è di particolare conforto visto che il Lane è la squadra peggiore del girone come rendimento interno; fra le avversarie ci sono quattro top del campionato come il Brescia capolista, il Lecce, il Benevento e il Como; due, poi, sono gli scontri-salvezza a Crotone e, in casa, con l’Alessandria e questi fanno storia a sé.
La sola trasferta che, al momento ma non si sa se fra venti giorni sarà ancora così, non sembra impossibile è quella a Perugia perché la squadra umbra in casa ha fatto poco meglio del Vicenza. Due, invece, le partite al Menti su cui si deve assolutamente puntare: quella con l’Alessandria, che in versione esterna ha ottenuto un solo punto in cinque gare, e il derby con il Cittadella, decisamente meno forte lontano dal Tombolato.