Non potrebbe esserci partita migliore (sulla carta) per il debutto di Francesco Modesto, nuovo allenatore da quattro giorni dell’LR Vicenza, che quella che si giocherà sul campo della maglia nera del girone, la Virtus Verona. La squadra presieduta e allenata da Gigi Fresco non ha ancora vinto una volta nelle tredici partite fin qui giocate in campionato e in Coppa Italia e, nelle statistiche, risulta la peggiore nel rendimento interno: tre pareggi, tre sconfitte, zero vittorie, tre gol fatti e nove incassati. Da sempre in bilico fra professionisti e dilettanti, la Virtus ha una rosa che vale meno della metà di quella biancorossa (3,41 milioni di euro contro 7,76), da cui ha attinto anche quest’anno nel calciomercato con Zarpellon, Talarico e Santi.
Quello in calendario sabato pomeriggio è già il terzo confronto stagionale fra LR Vicenza e Virtus Verona. I primi due si sono giocati a Vicenza, un’amichevole il 19 agosto in precampionato e, il 5 ottobre, il primo turno di Coppa Italia. Tutti e due i match hanno avuto lo stesso risultato, 2-1 a favore dei biancorossi, ma non fanno testo più di tanto perché Baldini non schierò tutti i titolari e, in ogni caso, la squadra vicentina non fece proprio un figurone pur contro un avversario visibilmente inferiore.
Il primo scontro stagionale di campionato ha, però, una valenza diversa perché LR Vicenza e Virtus hanno l’impellenza – se non l’obbligo – di vincere, i vicentini per restare in scia della zona playoff, i veronesi per centrare il primo successo stagionale e lasciare a qualcun altro la posizione in coda alla classifica.
Sarà un Vicenza diverso da quello di Baldini?
Francesco Modesto ha avuto a disposizione solo quattro allenamenti dal suo arrivo e, quindi, sarà improbabile vedere vistose innovazioni tecnico-tattiche nella squadra a Verona. Da quanto si è capito dalle dichiarazioni del tecnico nella conferenza stampa di presentazione, non conosceva granchè della rosa né aveva visto partite di questa stagione. Ne consegue che, in questi giorni, prima di tutto avrà dovuto conoscere i giocatori e vederli in campo sia pure in allenamento. Ammesso che il tempo sia stato sufficiente, Modesto avrà anche dovuto individuare quelli più adatti al suo tipo di gioco e quattro sedute di preparazione difficilmente possono bastare a capire a fondo caratteristiche e doti dei giocatori.
Come sarebbe logico, quindi, nella gara di Verona il nuovo tecnico si affiderà ai titolari del primo terzo di campionato e alla loro collocazione nei ruoli più congeniali e sperimentati. Dai report che avrà ricevuto dagli analisti dell’area tecnica avrà saputo che sul portiere Confente si può contare, che Dalmonte è il più produttivo nella fase offensiva, che Ferrari non si discute come uomo-gol, che Ronaldo è un play maker affidabile se i ritmi non sono troppo alti. A Modesto avranno anche riferito che la fascia sinistra è quella meno convincente perché nei ruoli di terzino e di esterno nessuno dei giocatori utilizzati da Baldini ha convinto. E anche che Rolfini non sta ripetendo la stagione precedente in cui si era laureato miglior marcatore del Girone B, e che per le mezzali non ci sono ancora scelte definitive perché Cavion e Scarsella non sono stati all’altezza delle aspettative e Zonta e Greco sono più dei jolly che uomini di ruolo.
A Modesto avranno soprattutto fatto presente che la difesa a tre non ha funzionato perché, dei quattro centrali a disposizione, uno è un infortunato lungodegente e gli altri tre non sono molto portati, avendo evidenziato limiti sia nella velocità che nella capacità di costruire il gioco. Il tecnico si sarà anche accorto che in rosa non ci sono due terzini esterni di buon livello e che, nel ruolo, ci si deve accontentare di ripieghi.
Non avendo la bacchetta magica, nell’immediato Modesto avrà bisogno di un po’ più di tempo per capire i problemi e trovare le soluzioni e, nel prosieguo, di sperare in qualche innesto fra due mesi, nella sessione di gennaio del calciomercato.
Quello che Modesto può cambiare subito è l’atteggiamento in campo dei giocatori
Si è fondatamente criticato Baldini perché non è mai riuscito a improntare la squadra al suo progetto che prevedeva tanto agonismo, tanta corsa, tanta personalità. Il primo non si è visto perché la squadra in campo ha puntato più su qualità e tecnica, magari espresse individualmente anziché come reparto o gruppo. Lo dimostrano le partite (quasi tutte) giocate a metà, nel senso che un tempo era regalato agli avversari. La corsa si è visto che è una dote non molto diffusa in squadra, in cui prevale il gioco a ritmi compassati e con molti passaggi laterali soprattutto nella fase di costruzione. L’identità, infine, non è mai venuta fuori anche per il continuo ricorso da parte di Baldini al turn over e ai cambi.
A Modesto spetta l’obbiettivo primario di dare al suo gruppo la grinta, la dinamicità e la impronta da top team che il suo predecessore non è riuscito a cavar fuori dai suoi giocatori. Il nuovo tecnico ha dichiarato che è questo che si aspetta dai suoi giocatori e, nel caso di questo Vicenza, è il primo upgrade da fare per cercare di modificare il basso profilo fin qui dimostrato dalla squadra. Poi ci sarà tempo di provare nuovi moduli, di tentare qualche esperimento e di lanciare magari qualche giovane.