L’Andata dell’LR Vicenza si conclude con la decima partita in casa contro il Piacenza, maglia nera del Girone A, che condivide la perigliosa posizione in classifica con la Triestina. Non ci sarebbe molto da dire su questo match, almeno stando ai dati delle statistiche: la seconda contro l’ultima, il miglior attacco contro la peggior difesa, la squadra con più vittorie a confronto con quella che ne ha meno, la seconda rosa per valore davanti a quella meno costosa. Si potrebbe anche aggiungere che il Piacenza ha il terzo peggior rendimento in trasferta del campionato mentre i biancorossi hanno il terzo migliore in casa. Non c’è storia, si direbbe, guardando questi numeri.
Partita da 1 fisso, insomma, questa LR Vicenza-Piacenza, tant’è che è difficile indicare possibili pericoli per i biancorossi, che stanno attraversando un grande momento di forma e di redditività al contrario della squadra emiliana che, invece, è coinvolta anche in una crisi societaria segnata da dimissioni di dirigenti e da voci di vendita del club.
Vicenza-Piacenza nel ricordo di Giovan Battista Fabbri
Vicenza e Piacenza hanno in comune, nella loro storia calcistica, un grande allenatore: Giovan Battista Fabbri. Nel 1974 porta in serie B il Piacenza ma, l’anno dopo, non riesce ad evitare la retrocessione e questa è la sua fortuna e quella del Lanerossi Vicenza. Perché G.B. è ingaggiato dal presidente biancorosso Giussy Farina e, con lui, crea la squadra che sarà soprannominata Real Vicenza e regala Paolo Rossi al calcio vicentino, italiano e mondiale.
Fabbri arriva al Lanerossi a cinquant’anni e scrive qui la pagina migliore della sua carriera, quei due campionati consecutivi contraddistinti dalla vittoria del campionato di Serie B e da uno storico e ineguagliato secondo posto in Serie A. Non c’è stato, però, il “non c’è due senza tre” perché la terza stagione vicentina finisce con un imprevedibile ritorno fra i Cadetti che è da addebitare solo in minima parte al tecnico ferrarese.
Quando il Piacenza era retrocesso nel 1976 i tifosi lo avevano applaudito, cosa del tutto inconsueta ad ogni latitudine. Ma G.B. si era meritato questo riconoscimento grazie ad una delle costanti del suo lavoro, la pratica del bel gioco che, proprio a Vicenza, raggiungerà la perfezione nella interpretazione che ne daranno grandi giocatori e un fuoriclasse assoluto come Rossi.
Sarebbe il caso che, prima della partita, le due squadre ricordassero il vecchio comune allenatore a cui, è triste ma opportuno ricordarlo, non è mai stata dedicata nemmeno una targa nello Stadio Menti.
Calendario impegnativo per l’LR Vicenza all’inizio del Ritorno
Aggiudicarsi i tre punti in palio con il Piacenza sarebbe quanto mai utile. Prima di tutto perché potrebbe far tornare al primo posto i biancorossi in coincidenza dello scontro diretto in calendario fra le due capolista Pro Sesto e Feralpi Salò, che li precedono con un solo punto di vantaggio e, quindi, in caso di pareggio, lo scavalco sarebbe assicurato. In ogni caso una vittoria sul Piacenza sarebbe l’ideale per massimizzare il raccolto alla fine di un ciclo di gare in cui l’LR Vicenza ha avuto la possibilità di affrontare, in sei partite, quattro squadre di bassa classifica, fattore da non trascurare nella analisi del trend ascensionale coinciso con l’avvento in panchina di Francesco Modesto.
Il Piacenza è l’ultimo avversario di stanza nelle retrovie della graduatoria e precede un tris di impegni che appare di ben diversa difficoltà: a Sesto San Giovanni all’antivigilia di Natale, il derby con il Padova al Menti l’8 gennaio dopo la sosta, e la trasferta a Lecco una settimana dopo. Questo trittico non è ancora decisivo per le aspirazioni dell’LR Vicenza ma sarà senz’altro indicativo sulle reali possibilità che ha la squadra di trovare una collocazione definitiva in zona promozione diretta.
Il Lane ha tutte le potenzialità per battere il Piacenza e, diciamolo, una partita così potrebbe solo perderla da solo. Ma quei tempi sono passati.