LR Vicenza, con la Pro Sesto nel secondo tempo sembrava il Milan. Poggi: ok l’attacco ma portiere e difesa vanno rivisti in prove meno facili

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LR Vicenza
I giocatori dell'LR Vicenza ringraziano la Curva Sud dopo la vittoria con la Pro Sesto (foto dal sito ufficiale della società)

Nella prima di campionato l’LR Vicenza batte la Pro Sesto con lo stesso risultato (6-1) con cui era stato sconfitto dal Milan nella amichevole del 6 agosto. Il richiamo alla partita contro i campioni d’Italia non è formale ma sostanziale, perché inquadra, a rapporto invertito, il divario che c’è fra la squadra di Baldini e quella di Sesto San Giovanni. Non è una forzatura dire che i biancorossi hanno reso il loro debutto in Serie C l’ultima amichevole precampionato con un avversario che forse non sarebbe da primi posti in D.

La Pro Sesto non è l’unica squadra a cui la Lega Pro sta larga, ce ne sono in tutti e tre i gironi e soprattutto in quello centro-meridionale. Nelle ultime due stagioni il livello qualitativo della Serie C non è cresciuto, anzi ha subìto un pesante impoverimento a causa della crisi economica dovuta alla pandemia.

Circoscrivendo l’analisi al girone del Vicenza, si vedrà un campionato spaccato in due tronconi: quello dei top team che si batteranno per la promozione diretta e quello delle altre, in competizione per salvarsi. Cinque o sei di queste ultime arriveranno ai play off, figuriamoci il livello. La utilità di questo format della seconda fase di campionato è francamente incomprensibile. Come l’ostinazione della Lega nel mantenere nei ranghi sessanta squadre, almeno metà delle quali meriterebbero di stare fra i Dilettanti.

Il Vicenza sembrava il Milan

Nel secondo tempo della partita con la Pro Sesto il Vicenza sembrava il Milan per la qualità del gioco, per la varietà degli schemi d’attacco, per la precisione e per la quantità delle conclusioni.

I primi 45 minuti, però, sono stati un’altra cosa. I biancorossi erano lenti e molli, sterili e prevedibili, tutto il contrario – insomma – del profilo tecnico-agonistico che vuole l’allenatore. Anzi, in certi momenti ha giocato meglio la Pro Sesto, ordinata e concentrata pur con i suoi limiti da subito visibili.

Sette giocatori schierati all’inizio dalla Pro erano ventenni, nati cioè dal 2000 in poi. C’erano ben tre 2002 e perfino un 2003. Una banda di ragazzini, qualcuno anche dotato, ma mandati allo sbaraglio contro un Vicenza traboccante di qualità anche se, in realtà, era un mezzo Vicenza.

Baldini non aveva, infatti, messo in campo Ronaldo e neanche il suo vice Cataldi, era stato costretto all’ultimo momento a mandare in tribuna per infortunio Cavion e, parlando degli ultimi arrivati, non erano della partita né Stoppa né Valietti. In difesa chi si aspettava il debutto di Bellich aveva invece trovato Ierardi.

Il rimescolamento nei ruoli aveva così rimosso Greco dall’out sinistro per riposizionarlo a centrocampo e il ruolo di esterno era stato affidato al 2003 Tjas Begic. La mossa più coraggiosa di Baldini era stata quella di utilizzare come play maker il ventenne Jimenez e quindi i debutti di under erano stati due e, per di più, in ruoli tutt’altro che marginali.

Nella ripresa ai biancorossi è bastato aumentare il ritmo e la pressione e la Pro Sesto si è liquefatta facendosi travolgere da cinque gol segnati dal Lane in poco più di mezzora.

Entusiasmo sì per il punteggio ma prova da tenere in conto relativo

L’evidenza principale della prima uscita in campionato (ma si tratta di una conferma) è che l’LR Vicenza 2022-2023 è una squadra improntata alla fase offensiva perché ha giocatori, non solo attaccanti, con il gol facile. Le soluzioni offensive sono molteplici e si può prevedere che i gol, in un modo o nell’altro, saranno messi a segno in ogni partita.

Ovviamente ciò non basta a garantire anche la vittoria, perché è pacifico che non si può confidare che il numero di marcature sia sempre tale da assicurarsi i tre punti. C’è, quindi, una fase difensiva ancora tutta da verificare e non ci si può nascondere che qualche scricchiolio si sia sentito tanto nelle amichevoli precampionato che, perfino, con la Pro Sesto.

Nell’occasione è stato incassato un gol ridicolo, frutto di una papera collettiva a squadra schierata e quindi con responsabilità ben diffuse. Puoi rimediare con la Pro Sesto perché poi gliene dai sei di fila, ma, se succede con una tua pari, è un vantaggio gratuito regalato e non è mica così scontato recuperare.

Se pensiamo poi che, quest’anno, la promozione le tre o quattro papabili se la potrebbero giocare negli scontri diretti, è ancora più evidente che errori come quello del gol della Pro Sesto non sono ammissibili.

Quanto alle effettive capacità di Confente e dei difensori, la verifica va rimandata a fine mese dopo un più consistente numero di test a disposizione. Quello con la Pro Sesto non è stato probante: il portiere biancorosso ha avuto ben poco lavoro da sbrigare e, in fase di costruzione, va rivisto contro avversari che giocano più alti dei lombardi. Lo stesso discorso si può fare per i tre centrali, privi di avversari impegnativi e chiamati abbastanza raramente a costruire dal basso, cosa che comunque hanno fatto senza difficoltà visto che pressione addosso non ne avevano. Ciò non ostante dopo 39 minuti erano stati ammoniti tutti e tre.

I tifosi, quindi, possono godersi il beneaugurante 6-1 ma rimanendo con i piedi per terra perché le prossime partite, a cominciare dal derby con il Padova all’Euganeo, non saranno certo tutte fotocopie di quella del debutto.

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Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.