Se una squadra, prima in classifica, imbattuta da undici giornate, prende un’imbarcata sul suo campo incassando quattro gol che, sommati ai sei dell’andata, porta il conto a dieci in totale in due partite contro lo stesso avversario, ebbene non può essere un caso. Uno squilibrio così vistoso potrebbe esserlo una tantum, ma, se la cosa si ripete, è evidente che quanto meno il faccia-a-faccia fra Pro Sesto e LR Vicenza costituisce un fenomeno da studiare e da interpretare.
Cominciamo dall’LR Vicenza. Mai in questo campionato e contro nessun altro avversario i biancorossi sono riusciti a sprigionare le proprie capacità e, anzi, a Sesto San Giovanni lo hanno fatto per tutta la partita e non, come, al Menti, nel solo secondo tempo.
E dire che la squadra allenata da Modesto è scesa in campo penalizzata da una decina di assenze e con limitate possibilità di cambi. E dire, anche, che è rimasta in dieci per un tempo intero (la “solita” espulsione) senza minimamente risentirne o cedere qualcosa ai lombardi pur in sovrannumero. E dire che un campo di gioco in pessime condizioni ha o almeno poteva danneggiare più i vicentini, più tecnici e leggeri, che i padroni di casa.
Ciò non ostante e solo una settimana dopo la pessima prestazione contro la maglia nera Piacenza, l’LR Vicenza ha giocato una partita superba, da vera prima della classe, annichilendo sia le dichiarate velleità di rivincita della Pro che le sue potenzialità che, dopo mezzo campionato, non potevano certo essere casuali o effimere.
I plus dell’LR Vicenza e i minus della Pro Sesto
Sul piatto biancorosso della bilancia va messa prima di tutto una spinta agonistica che si è sviluppata dall’inizio alla fine e anche in inferiorità numerica. La Pro è sembrata impreparata a fronteggiare l’agonismo vicentino, sia fisicamente che mentalmente, ed ha subìto questa soggezione senza mai riuscire a venirne a capo.
La responsabilità va ovviamente all’allenatore Andreoletti, che già a Vicenza aveva dato l’impressione di non saper gestire la partita contro un avversario di questo rango. Forse un po’ presuntuosetto, forse ancora un po’ crudo, il tecnico più giovane del campionato anche in casa non è riuscito a trovare le contromosse.
Pensava, forse, che sarebbe bastata l’assenza del capocannoniere Ferrari a spuntare l’LR Vicenza? Eppure, aveva ben potuto vedere, all’andata, di che razza di bocche da fuoco dispone la squadra biancorossa. Sperava che l’assenza di Ronaldo avrebbe reso il centrocampo berico più controllabile? Non aveva senz’altro immaginato che Modesto avrebbe sopperito con la corsa e con la forza a quanto non avrebbe avuto a disposizione in tecnica e qualità.
Bisogna riconoscere a Modesto sia il merito di aver preparato alla perfezione il match sia quello di aver ribaltato il rendimento della sua squadra trasformandola dalla scialba comparsa vista con il Piacenza alla gagliarda protagonista della trasferta lombarda.
E bravi anche i giocatori, sia perchè hanno dimostrato in campo di aver capito la lezione del tecnico sia perché non hanno minimamente risentito del caotico andamento della partita, influenzato da alcune decisioni del solito arbitro da Serie C.
Un successo che va confermato dopo la sosta
L’LR Vicenza versione Pro Sesto ha confermato di avere una rosa che è in grado di assicurare, in un campionato di livello bassissimo, sufficienti ed adeguate soluzioni e alternative in tutti i reparti. Per l’attacco, è il caso di sottolineare che Stoppa ha il destro sempre ispirato per segnare sia su punizione che in azione, che Dalmonte ha la peculiare capacità di far gol da fuori area e che Rolfini, mancando Ferrari, può esserne non certo l’alter ego ma un attaccante pericoloso in area. Su Ferrari non serve nemmeno soffermarsi, basta dire che è il miglior acquisto dell’anno.
Il centrocampo biancorosso ha due versioni, quella con Ronaldo e quella senza. Entrambe efficaci anche se quella senza play maker abbassa la qualità della costruzione del gioco e dà il meglio contro avversari che non hanno gran qualità a metà campo.
La difesa è cresciuta nel rendimento con il nuovo modulo di Modesto e ultimamente non ha mai sofferto per meriti altrui, anche tenendo conto che nelle altre squadre non ci sono attaccanti all’altezza di quelli vicentini.
Gli uomini, insomma, ci sono e, dopo la sosta, Padova e Lecco diranno se le ambizioni biancorosse sono finalmente fondate.