La quarta trasferta dell’LR Vicenza, quella che – negli auspici e nelle intenzioni dell’allenatore Francesco Baldini – avrebbe dovuto portare la prima vittoria esterna, è coincisa, invece, con la terza sconfitta stagionale e con un’altra frenata nella rincorsa dei biancorossi ai primi posti.
L’avversario aveva un nome (Renate) che evocava calcio di paese, campi con una sola tribunetta e un ruolo in terza fascia. Nella realtà calcistica la squadra del paesotto brianzolo con 4.000 abitanti è stata finora una delle protagoniste di questo anomalo campionato, tanto da meritarsi un posto fra le prime grazie anche a una continuità di risultati avviata dopo la sconfitta a Novara nella prima giornata e concretizzata in una striscia senza sconfitte di sette turni consecutivi, compreso quello di Coppa Italia.
Basta, evidentemente, il requisito della continuità per farsi spazio nel modesto Girone A e il Renate ha fondato proprio su quello la scalata ad una posizione di vertice che, dopo la vittoria sull’LR Vicenza, le spetta in compagnia dell’altra rivelazione lombarda, il Sangiuliano City, in attesa del risultato del posticipo fra Pordenone e Mantova che, in caso di vittoria dei friulani, porterebbe al primo posto proprio la squadra allenata da Mimmo Di Carlo.
La continuità è, invece, quella che manca alla squadra biancorossa non solo nel diverso rendimento in casa e fuori ma anche all’interno della singola partita, visto che è ormai un dato consolidato che il primo tempo è sprecato e si deve aspettare la ripresa (e, spesso, anche il temporaneo svantaggio) per vedere il vero Vicenza.
Un campionato anomalo e modesto
E dire che non servirebbe poi molto per primeggiare in questo anomalo campionato, che per ora ha smentito tutti i pronostici e le previsioni estive elevando delle presunte comprimarie al rango di vedette e relegando gli altrettanto presunti top team al ruolo di inseguitori.
Si parlava, a inizio stagione, di un campionato avulso all’interno del girone, da cui sarebbe risultata la squadra promossa direttamente in B. Il perimetro di questo torneo interno era limitato a cinque formazioni (LR Vicenza, Pordenone, Feralpi Salò, Triestina e Padova) a cui avrebbe potuto aggregarsi il neopromosso Novara.
Le risultanze della classifica dopo l’8a giornata smentiscono quasi completamente quella previsione. Solo il Pordenone, battendo il derelitto Mantova (prossimo avversario dei biancorossi), potrebbe vantarsi di aver confermato le aspettative, mentre tutte le altre big devono accontentarsi di ben altra posizione: Padova quarto, Novara quinto, Feralpi ottava, LR Vicenza decimo, Triestina addirittura diciassettesima e in zona retrocessione.
È difficile dare una spiegazione complessiva alla anomala resa di queste squadre che pu hanno – almeno sulla carta – rose di giocatori che dovrebbero essere in grado di spingerle a lottare per la promozione. Sicuramente, alla base dei loro deficit, c’è un calciomercato che il campo ha dimostrato non essere stato così brillante come si poteva supporre. Un problema diverso (e che vale solo per alcune) è la inadeguatezza dell’allenatore a realizzare le ambizioni della società, fattore non marginale nella impostazione di una stagione. C’è, infine, da aggiungere una rimodulazione, forse non ancora ben compresa, dei valori del campionato in cui non bastano la solidità economica delle società, la struttura da categoria superiore e, tanto meno, storia e blasone a garantire il primato. La risposta che ha finora dato il campionato è un’altra: va meglio chi ha più capacità di adattare le proprie forze, ancorchè modeste, all’avversario sfruttandone limiti e difetti per puntare al miglior risultato possibile.
Quest’ultimo fattore ha provocato un abbassamento della qualità tecnica e tattica del campionato, a cui le migliori non hanno saputo adeguarsi, facendosi coinvolgere in partite di calcio modesto.
L’equivoco tecnico dell’LR Vicenza
L’LR Vicenza non è finora riuscito a dimostrare di essere quello che tutti pensavano sarebbe stato il suo ruolo di ammazza campionato. All’inizio si diceva che il problema stava nel modulo e, soprattutto, nella difesa con soli tre centrali, ma il cambio apportato da Baldini dal 3-5-2 al 4-3-3 non ha portato miglioramenti. Si è poi pensato che una squadra di qualità come quella biancorossa avesse bisogno di un leader a centrocampo per funzionare in modo equilibrato e si sperava, ragionevolmente, che il debutto di Ronaldo nel ruolo di play maker desse una svolta sostanziale al gioco della squadra. Ma anche questa ipotesi non si è realizzata e l’apporto dell’ex-padovano non è stato finora decisivo.
Si puntava anche sulle potenzialità di un attacco esplosivo e le goleade contro Pro Sesto e Lecco avevano avvalorato l’immagine di una squadra che avrebbe comunque vinto segnando più dell’avversario. Ma, dopo i primi exploit, l’attacco biancorosso si è ammosciato e l’unico che sembra in grado di assicurare i gol che servono è Ferrari, mentre Rolfini non sta per ora ripetendo il campionato precedente (che, però, dicono le statistiche personali era stato per lui il primo e l’unico a livello top), Stoppa per qualche ragione non trova sempre posto fra i titolari e Scarsella che, pur essendo una mezzala, è un centrocampista offensivo, sembra sempre di più il rebus Proia dell’anno scorso.
Ma ‘equivoco tecnico principale dell’LR Vicenza sta nel fallimento della sua identità di squadra che doveva dominare il campo, annichilire gli avversari e tenere in pugno le partite. Tutto ciò finora non s’è visto.