Dopo le tre conferenze stampa dei vertici dell’LR Vicenza ben poco si sa sulla squadra edizione 2022-2023. Bocche cucite o quasi quelle dei protagonisti del trittico di incontri, più disponibili a parlare del passato che del futuro e necessariamente costretti ad aspettare il 22 giugno, cioè la data di scadenza per la presentazione delle iscrizioni, per esternare nomi e ruoli, conferme e addii.
Le certezze emerse dal ciclo di appuntamenti a Casa Vicenza sono poche: la società non è in vendita, non sono previste cessioni di quote all’interno della compagine sociale, i top manager sono stati tutti confermati come pure l’allenatore, l’obbiettivo è risalire. A corollario è intervenuta la pacificazione con la tifoseria attraverso un confronto diretto fra padre e figlio Rosso e i rappresentanti delle fazioni dei supporter. Dai resoconti non risulta che siano state porte da RR le pretese scuse per il dito medio e il “pezzenti” seguiti alla contestazione della maglia Icon.
Il passato e le assunzioni di responsabilità dei dirigenti
Il d.g. Bedin e il d.s. Balzaretti si sono assunti la responsabilità – ovviamente con i distinguo conseguenti alla diversa data d’inizio dei rispettivi mandati – della retrocessione. Assunzione scontata visto che erano loro in cima alla catena di comando dell’area amministrativa e di quella sportiva.
Meno scontato, invece, che entrambi siano rimasti al loro posto. Non si sono dimessi, come magari coerenza avrebbe suggerito dopo il disastro conseguito alla loro gestione, né la società li ha licenziati. La linea della continuità significa confermare la fiducia della proprietà nei due manager scelti per realizzare il piano quinquennale di sviluppo varato dalla società nel 2018.
Bedin, non potendo evidentemente smentire il fallimento del progetto, ha valorizzato quanto fatto di “non sportivo” nel quadriennio: oggi non si riparte da zero perché c’è una struttura aziendale degna della Serie A, perché c’è solidità economico-finanziaria, perché duecento aziende vicentine sponsorizzano il club. E anche perché esiste un settore giovanile strutturato e che sta dando i primi risultati, perché cinquantasei società del territorio sono gemellate con il Vicenza, perché c’è un centro tecnico di eccellenza (che, però, è di proprietà di Rosso ndr).
A propria difesa Balzaretti ha evidenziato che, dal suo arrivo il 2 novembre dell’anno scorso, e, soprattutto dopo il calciomercato di gennaio, la squadra ha fatto notevoli progressi sfiorando la salvezza dopo aver conquistato in modo imprevedibile l’accesso ai play out. Sul mezzo fallimento degli acquisti da lui fatti nella sessione invernale (meno di metà dei giocatori che ha portato sono risultati utili ndr), il d.s. ha ribadito la giustificazione che, con quella situazione di classifica, non c’era la coda di giocatori per venire a Vicenza e ci si è dovuti accontentare.
A Bedin molti imputano di essere un oggetto misterioso e di non aver avuto, durante il campionato, il ruolo centrale che spetta a un direttore generale. Apparentemente l’ex-direttore della Lega di Serie B è sembrato un po’ marginalizzato in società, relegato quasi a portavoce. Ma non dev’essere facile ritagliarsi uno spazio quando si ha davanti un personaggio come Renzo Rosso, che è maestro nell’accentrare l’attenzione, nel bene e nel male.
Al d.s. si potrebbe obbiettare che tempo ne ha avuto per pianificare il calciomercato e i soldi pure, visto che gli è stato aumentato il budget del 30%. Se metà di questo è andato sprecato in acquisti inutili, qualche dubbio è lecito farselo venire.
La riammissione è probabile, ma quando?
La riammissione dell’LR Vicenza in Serie B al posto della Reggina diventa ogni giorno più probabile. La società calabrese ha ormai pochi giorni a disposizione non solo per sopravvivere ma anche per salvare la propria posizione nel calcio.
Il manuale della Lega di Serie B per l’ottenimento della licenza nazionale 2022-2023 elenca ben ventiquattro adempimenti a carico delle società a corredo della domanda di iscrizione al campionato. Sono oneri di tutti i tipi (fiscali, contributivi, salariali, bancari, contabili) per i quali è richiesta non solo la documentazione ma, in parte, anche la certificazione di una società di revisione. Sembra davvero impossibile che la Reggina, qual è oggi, riesca a far fronte a questa montagna di requisiti.
Nella migliore delle ipotesi il club calabrese potrebbe rinunciare alla domanda di licenza, aprendo la strada immediatamente alla riammissione dell’LR Vicenza. Ma c’è un’altra possibilità, che invece complicherebbe assai la vita alla società biancorossa, ed è che la Reggina depositi, comunque, la domanda – magari incompleta o carente – e che questa sia conseguentemente soggetta al vaglio della Covisoc. Ciò comporterebbe un prolungamento delle tempistiche perché l’esame si protrarrebbe ben oltre la fine di giugno e, poi, ci potrebbe essere un ricorso della Reggina al Consiglio Federale contro un’eventuale bocciatura della Covisoc. E non sarebbe finita perché rimarrebbe la possibilità di un ulteriore ricorso al Collegio di Garanzia del CONI e di un ricorso alla magistratura amministrativa. L’anno scorso il Cosenza è stato riammesso in B il 3 agosto.