La possibilità di una riammissione dell’LR Vicenza in Serie B al posto della Reggina rende più complicata la rifondazione del club dopo la retrocessione. Si dovrà, infatti, necessariamente attendere il 22 giugno, data della scadenza del termine per l’iscrizione delle squadre al campionato 2022-2023, perdendo un mese secco di programmazione e di calciomercato.
È pacifico che le impostazioni per comporre una squadra adeguata alla Lega Pro sono ben diverse rispetto a quelle che dovrebbero guidare le scelte per la categoria superiore. Nel caso dell’LR Vicenza, poi, il lavoro da fare sulla rosa è ancor più complesso perché un terzo dei giocatori è a fine contratto, per scadenza del vincolo o per fine prestito, e, per tutto il resto della rosa, sarà opportuna una approfondita verifica dei profili a disposizione dopo un rendimento ampiamente deficitario qual è stato quello dell’ultima stagione.
Le prime decisioni: proprietà, dirigenti, budget
Prim’ancora di parlare di allenatore e di giocatori, in società ci si dovrà chiarire le idee sugli aspetti strutturali della prossima annata.
La proprietà, prima di tutto, resterà quella attuale con OTB socio di maggioranza e la pattuglia di imprenditori in veste di silenti soci di minoranza? Oppure ci potrebbe essere un fulmineo passaggio di quote a terzi o anche all’interno della stessa compagine societaria?
Dopo la perdita della categoria una cessione della società è diventata molto improbabile perché un club di Lega Pro non interessa a nessuno: è solo fonte di debiti e la pianificazione presenta troppe incognite. Un passaggio di azioni fra i soci dell’LR Vicenza, allora? È una ipotesi più percorribile anche se si può escludere che se lo accolli Lino Chilese per due evidenti motivi: la sua società (l’Arzignano Valchiampo) è stata appena promossa in Lega Pro e il regolamento vieta la doppia proprietà nella stessa serie. Paolo Scaroni, invece, è il socio di minoranza che potrebbe tentare la scalata: come presidente del Milan è a fine corsa, è amico di Renzo Rosso, è molto ben introdotto nel mondo della grande finanza, è già stato presidente del Vicenza.
L’organigramma dell’LR Vicenza potrebbe cambiare radicalmente come anche restare invariato. La prima ipotesi è più legata al caso di novità nella proprietà, la seconda a una permanenza dei Rosso. I quali, però, potrebbero anche fare piazza pulita dello staff dopo un’annata disastrosa di cui i dirigenti hanno, per forza di cose, non tutte ma più di qualche responsabilità.
Il budget, infine, va dosato in misura congrua agli obbiettivi. Nello scorso campionato quello del Vicenza era il quintultimo del girone ed è stato pure speso male, come dicono i risultati. Probabile che la lezione sia servita e che la pianificazione economica sia impostata secondo criteri più realistici, anche se ciò dovesse comportare un passivo a fine esercizio.
Un’idea di squadra
A prescindere dalla categoria, è auspicabile che la squadra edizione 2022-2023 non sia più l’accozzaglia di veterani a fine carriera, giovani in prestito, svincolati e scarti altrui qual è stato il Vicenza degli ultimi campionati. E nemmeno un refugium peccatorum di stranieri sconosciuti e mai visti in Italia come buona parte di quelli arrivati nel calciomercato di gennaio.
È il momento giusto per costruire una rosa scegliendo giocatori che, anagraficamente, siano nel fulcro della propria carriera, una leva insomma di venticinquenni dotati di qualità e affidabilità. Con più profili di questo tipo in squadra si può puntare alla crescita progressiva di un gruppo nuovo nel corso di più stagioni e, nel contempo, a creare una ossatura a cui aggiungere di volta in volta i tasselli mancanti.
I ruoli-chiave sono sempre gli stessi: portiere, difensore centrale, regista, centravanti. Ma non sarà facile trovare quelli giusti a buon mercato, la proprietà dovrà decidersi a investire su contratti e ingaggi. Un’altra complicazione è legata alla categoria, perché, partendo dalla Serie C, serviranno giocatori che si adattino a partire dal basso ma anche, poi, a essere all’altezza della B. Ci vuole un direttore sportivo molto esperto per individuare degli uomini con queste caratteristiche, non bastano i soldi, e ci si chiede se Balzaretti (che è un debuttante nel ruolo) abbia le caratteristiche professionali che servono.
Un altro rebus, da risolvere subito sì ma con un progetto preciso per il futuro, è quello dell’allenatore. La piazza, in questo momento, è favorevole alla conferma di Francesco Baldini ma solo sulla spinta emotiva del finale di campionato. Senza nulla togliere a quanto il tecnico toscano è riuscito a dare nel suo mese in biancorosso, oggettivamente non si può dire se sarebbe quello giusto per il futuro. Non ha praticamente esperienza di Serie B e ne ha solo un po’ di più in Lega Pro, sarebbe sbagliato confermarlo basandosi solo su sei partite. Per di più, non è riuscito a centrare la salvezza anche perché ha sbagliato il secondo tempo della partita di Cosenza.
Dovendo concretizzare un progetto pluriennale, sarebbe più giusto puntare su un allenatore giovane ed emergente. Se il Lane restasse in B, ci sarebbe il valdagnese Paolo Zanetti che, però, è inseguito anche da squadre di Serie A. Sarebbe l’ideale per il Vicenza, ma temo che resti un sogno. Come per i giocatori, la scelta giusta la deve fare il direttore sportivo e, quindi, si ricade sulla necessità di averne uno che sia veramente un top.