Quale LR Vicenza aspettarsi nella partita con il Renate? Ai due shock di domenica scorsa (la sconfitta a Busto Arsizio e il post di Renzo Rosso sulla sua uscita di scena) è seguita la notizia del ritiro della squadra a Veronello per tutta la settimana e il contemporaneo silenzio stampa. Nei giorni seguenti è venuta fuori la notizia dell’interessamento di Rosso per l’acquisto della Sampdoria e, per finire, la Curva Sud ha emesso un comunicato in cui annuncia lo sciopero del tifo nella successiva gara allo stadio Menti. Una settimana tranquilla, insomma.
Il nuovo Menti a fine decennio?
È così passato pressochè sotto silenzio un altro comunicato molto importante e cioè quello del Comune di Vicenza che informa della apertura di una procedura di manifestazione di interesse per la gestione dello stadio. La novità clamorosa è che la nuova convenzione (decorrente dal 1° luglio di quest’anno) avrà una durata triennale, il che significa che, almeno fino al 30 giugno 2026, l’impianto non sarà ristrutturato o ricostruito. Salta, così, il progetto di rifacimento dell’impianto a spese della società e a fronte di una concessione dello stadio alla stessa a lungo termine (cinquant’anni?). Era un progetto che seguiva l’ex direttore generale Paolo Bedin e per il quale era anche stato richiesto uno studio preliminare.
Il sindaco aveva detto più volte che il tema del nuovo stadio era oggetto di discorsi e intese con la società e, quindi, l’inattesa apertura a manifestazioni di interesse è una evidente interruzione del dialogo fra LR Vicenza e Comune. La procedura avviata, infatti, darà la gestione dell’impianto a chi presenta l’offerta migliore e, se quella migliore non fosse della società, l’LR Vicenza dovrebbe poi trattare con il gestore l’affitto.
Le conclusioni sono: il rifacimento del Menti è rinviato a chissà quando; l’LR Vicenza ha evidentemente rinunciato al progetto pubblico-privato; il nuovo gestore potrà utilizzare l’impianto anche per altri eventi, non solo per il calcio. Di fondo c’è il sospetto che la società non creda più nella risalita in Serie A, perché per ricostruire (anche a stralci) il Menti, che non ha né requisiti né strutture per la Massima Serie, servirebbero almeno un paio di anni e, riparlandone nel 2026, cioè a scadenza della nuova concessione, un ipotetico Menti.2 si vedrebbe a fine decennio.
Un lungo lavoro di rilancio della squadra
È difficile che basti una settimana di ritiro per rilanciare i biancorossi. La componente psicologica sia individuale che di gruppo ha sicuramente il suo peso nella crisi, ma ci sono ben altri problemi tecnici che interferiscono sul rendimento della squadra.
Risolvere tutto in pochi giorni non è impossibile ma è improbabile. Può darsi e sarebbe bello che, contro il Renate, si vedano in campo undici furie (bianco)rosse, che il gioco fluisca lucido e brillante, che i difensori siano diventati centometristi e che, insomma, esploda finalmente la squadra dominante che finora non c’è mai stata.
Se succedesse, sarebbe un mezzo miracolo e bisognerebbe elevare un peana a Modesto, allo staff tecnico, ai dirigenti. Meglio restare con i piedi per terra e accontentarsi di qualche miglioramento tecnico tattico e agonistico, puntare a una vittoria anche sporca ma che sia frutto di carattere, concentrazione e grinta. Si può pure sacrificare la qualità alla quantità in questo momento, si deve cercare di essere concreti e continui, non serve tanto in un campionato scadentissimo come questo.
Il tempo per recuperare c’è ma bisogna anche sperare che le concorrenti continuino a tentennare, perché basta che la FeralpiSalò ritrovi il gol facile o che Lovisa e Di Carlo mettano in riga il Pordenone per complicare la rincorsa dei biancorossi.