La vittoria dell’LR Vicenza sulla Triestina (4-0) è la terza nelle tre partite settimanali e dall’avvento del nuovo allenatore Francesco Modesto. Questa sequenza positiva e, soprattutto, il suo coronamento con il poker rifilato all’Unione ha rasserenato il calcio biancorosso, riscattandolo dalla depressione in cui l’aveva infilato il finale dell’era baldiniana, e ha riacceso la positività e la fiducia nei cuori e nelle teste dei tifosi.
Tutto sommato è bastato poco, diciamo il primo tempo della partita con la Triestina giocato con buona intensità e, finalmente, “di squadra” dando la sensazione che la mano del nuovo tecnico cominci a mostrare la sua impronta dopo una dozzina di giorni di lavoro.
Quanto vale davvero il successo sulla Triestina?
La domanda è giusto farsela, una volta smaltito l’entusiasmo, per contestualizzare la situazione alla vigilia di un ciclo non così facile di gare che attendono l’LR Vicenza fino alla fine dell’anno e nei primi due turni dopo la sosta natalizia.
L’analisi parte necessariamente dalla valutazione degli avversari con cui i biancorossi sono andati per tre volte consecutive all’en plein. Sotto questo profilo il Lane non sembra aver compiuto chissà che impresa perché, in campionato, non ha messo sotto due top team bensì la terzultima e l’ultima (ora risalita di una posizione) della classifica, e, in Coppa Italia, ha eliminato solo ai calci di rigore il Rimini, che è una modesta squadra del Girone B. Guardando le cose per quel che sono e non filtrate dalla soggettività del tifoso, il bilancio del tris vittorioso rappresenta solo il minimo sindacale di quello che ci si aspetta da questa squadra.
È per altro umanamente comprensibile che infiammi i cuori di chi non vede l’ora di qualche notizia positiva perché potrebbe rappresentare un nuovo capitolo nella storia di questo campionato e certi segnali arrivati dal campo potrebbero essere interpretati come prodromici alla tanto attesa palingenesi.
Nel dettaglio il 4-0 impartito alla Triestina è stato in parte propiziato dalla quasi nullità della squadra giuliana, che al Menti ha confermato di meritare il posto che occupa in classifica e i report che la descrivevano senza personalità e senza qualità, avvitata in una serie negativa a cui ancora non è riuscito a porre rimedio il cambio in panchina con l’arrivo di Pavanel.
Quella giuliana ha dato l’impressione di essere uno dei peggiori team del girone, debole in tutte le fasi e in tutti i reparti (particolarmente l’attacco), senza impronta né gioco. Una buona concorrente, insomma, addirittura alla retrocessione. A questo punto, arriverà sicuramente la classica obiezione: ma è stato il Vicenza a farle fare questa figura. Si può replicare: sì e no, perché la prestazione a Vicenza della Triestina è stata in linea con quelle fatte vedere finora in campionato (due vittorie, cinque pareggi, sei sconfitte; dodici gol messi a segno e venti incassati; in trasferta tre pareggi e altrettanti stop) e, per di più, la vittoria biancorossa è stata spianata da due episodi favorevoli. Il primo è il calcio di rigore concesso alla squadra vicentina (il primo stagionale) che, come ben si vede negli highlights, non doveva essere fischiato perché, prima del fallo del difensore giuliano Rocchi e fuori dell’area, l’azione era viziata da un fallo di Rolfini sullo stesso avversario. L’altro è il clamoroso liscio dello stesso Rocchi che diventa un assist per il 2-2 firmato da Rolfini. Con un uno-due sul groppone in pochi minuti, la già evanescente Triestina è comprensibilmente sbracata e il gol-capolavoro di Greco l’ha messa definitivamente al tappeto.
Il peso della squadra vicentina, invece, sulla figuraccia dei giuliani deriva senz’altro da una qualità di gioco superiore, da una iniziativa costante, da una concretezza offensiva degna dei due match di inizio stagione con Pro Sesto e Lecco, da una velocità di esecuzione e di palleggio che, Baldini duce, non si era mai vista. Ce n’è stato abbastanza, insomma, per ridimensionare una Triestina che, di suo, aveva già pochino.
I punti forti dell’LR Vicenza per il prosieguo di campionato
Dalla partita vinta sulla Triestina sono emersi dei punti forti della squadra che vanno consolidati e fatti diventare di base nella parte del calendario che chiude l’Andata e inaugura il Ritorno a cavallo di fine anno. Si tratta di quattro trasferte e solo due gare al Menti e quasi tutti i prossimi avversari (esclusa la maglia nera Piacenza), per un motivo o per l’altro, potrebbero risultare ostici, a cominciare dal capolista Pordenone e dalla Pro Sesto oggi al 2° posto, per proseguire con il Trento a caccia disperata di punti per uscire dalla zona retrocessione. E non bisogna sottovalutare il sorprendente Arzignano, che giocherà sul suo campo il derby vicentino, e nemmeno la Pergolettese che è stata fino al turno precedente in zona play off.
La difesa a tre, anche se assemblata con poche scelte a disposizione, ha dimostrato con la Triestina di reggere senza correre rischi e l’utilizzo di due esterni dotati per fare, in caso di necessità, anche i quinti è stato sicuramente un esperimento da ripetere. I due centrocampisti Cavion e Ronaldo hanno assicurato un buon contributo, anche se sono stati agevolati da una controparte piuttosto sfilacciata e discontinua, ma la coppia ha funzionato. Anche quella dei trequartisti ha fatto la sua parte, anche se è probabile che quella scelta all’inizio (Giacomelli-Rolfini) non sarà quella definitiva e, in futuro, rientrando Dalmonte e con Jimenez e Stoppa a pieno regime, potrebbe avere altri effettivi. Ferrari, infine, è sempre utile in campo, anche quando non segna (è all’asciutto da tre gare) e fa reparto da solo.