Tutto secondo copione: l’LR Vicenza del debuttante Francesco Modesto batte in trasferta la Virtus Verona, maglia nera del girone E ancora senza vittorie in campionato. È il terzo successo consecutivo dei biancorossi nel derby vicentino-veronese nel giro di tre mesi e sempre con lo stesso risultato (2-1). I tre punti ottenuti fanno rientrare il Vicenza nella zona play off, insediandolo nella settima posizione a -6 dal capolista Pordenone, che ha trovato la continuità mancata nella fase iniziale del campionato. I neroverdi allenati da Mimmo Di Carlo sono al primo posto non solo in classifica ma anche nelle statistiche dei gol fatti (24) e di quelli subiti (6). Sono i migliori anche nel rendimento esterno (5 vittorie, 1 pareggio, una sconfitta, 16 punti), non invece in quello interno (3 successi, un pari e una sconfitta, 10 punti). Nel totale, il Pordenone è la squadra che ha vinto di più ma non quella meno battuta, che è il Renate sconfitto una sola volta. I numeri riportati sono quelli che avrebbe dovuto mostrare l’LR Vicenza che, invece, si avvicina ai friulani solo nei centri all’attivo (23) mentre, al passivo, è gravato da ben dieci gol in più.
Le differenze fra la squadra di Baldini e quella di Modesto
Sotto il profilo tattico Francesco Modesto ha cambiato parecchio rispetto alle scelte del suo predecessore. Come annunciato, è tornato alla difesa a tre ed ha modificato il centrocampo riducendolo a quattro unità (due centrali e due esterni). Un’altra modifica è intervenuta nel reparto offensivo, proposto a Verona con la formula del doppio trequartista alle spalle dell’unica punta.
Si è aggiunta qualche novità anche nei giocatori mandati in campo, in parte per necessità contingenti in parte per scelta dell’allenatore. Il trio dei difensori centrali è stato assemblato in funzione delle assenze per infortuni di Cappelletti e Padella e, quindi, con i due uomini di ruolo disponibili (Ierardi e Pasini) a cui è stato adattato, a sinistra, Sandon, che è un terzino esterno. A metà campo i ruoli centrali sono stati assegnati a Ronaldo e a Cavion, il primo non più nella posizione tipica del play maker e il secondo riproposto nel suo ruolo più congeniale di mediano. Sulle fasce Modesto non ha innovat, utilizzando Dalmonte a destra e Greco sull’altro lato, già visti più volte durante la gestione Baldini.
I due trequartisti sono stati Jimenez e Giacomelli: se l’utilizzo del primo era quasi scontato, il ritorno in formazione dall’inizio di Giacomelli è risultato una vera sorpresa. Sarebbe stata più plausibile la scelta di Scarsella e, invece, la sua ennesima panchina fa sorgere qualche fondato dubbio sulla situazione dell’ex Modena. Ferrari, infine, era l’unico attaccante centrale a disposizione e Modesto non ha potuto esimersi.
I quattro cambi sono stati fatti dal nuovo allenatore nel secondo tempo. Solo il primo, quello di Giacomelli con Valietti al 62’, ha avuto una motivazione tecnica perché le altre tre staffette (Jimenez-Rolfini, Dalmonte-Bellich e Ronaldo-Cataldi) sono in tabellino fra l’86’ e l’87’ e cioè a partita conclusa.
Anche con la Virtus sono fioccate le ammonizioni per i giocatori vicentini, ben quattro: Ierardi e Greco nel primo tempo, Sandon e Giacomelli nella ripresa. Se si vuol essere ottimisti, questo sarebbe il segno di una nuova combattività dimostrata dai biancorossi; in una visione più realistica sarebbe, invece, il sintomo di qualche difficoltà di troppo contro avversari di livello oggettivamente inferiore.
La seconda vittoria in trasferta non è figlia di un miglior rendimento
Modesto ha detto e ripetuto che i quattro allenamenti, che aveva avuto a disposizione prima della partita con la Virtus, non sarebbero stati sufficienti a cambiare più di tanto quel che gli aveva lasciato Baldini e che avrà bisogno di altri riscontri, sia dal campo che dalla conoscenza personale, dei giocatori per avviare un upgrade del gioco e del rendimento. Peccato che sia già trascorso un terzo del campionato e che ci sia da recuperare un bel po’ di punti per essere competitivi per il primo posto, che resta l’obbiettivo principale dell’LR Vicenza in questa stagione del riscatto. È una bella domanda da farsi: perché è stato scelto un nuovo tecnico che, per sua ammissione, non sapeva praticamente nulla della squadra? Di tempo e di punti se n’erano già persi abbastanza con Baldini e, quindi, sarebbe stato più opportuno insediare un allenatore più aggiornato sulla situazione che trovava a Vicenza.
Era scontato che, a Verona, si sarebbe visto un Lane non molto diverso da quello della doppia sconfitta consecutiva con Pro Vercelli e Feralpi Salò e così è stato. Il derbino non è stato un match indimenticabile per i biancorossi, ancora penalizzati dalle consuete tare e, impensabilmente, fin troppo in difficoltà contro i giocatori allenati da Gigi Fresco, come era del resto successo nei due confronti precedenti.
Anche a Verona la porta vicentina è stata violata. È dal 23 ottobre, partita vinta per 1-0 sul campo del Sangiuliano, che i biancorossi non ottengono un clean sheet che, in precedenza, c’era stato solo due volte (in casa con il Lecco e con la Juventus Next Gen). In quindici partite, comprese le due di Coppa Italia, solo tre si sono concluse con zero gol al passivo.
Un altro dato da tener d’occhio è quello dei gol segnati, che, al netto dei dieci nelle due partite con Pro Sesto e Lecco, sono solo tredici e si traducono in una media di 1,2 a gara (il Pordenone arriva quasi a 2). Non è propriamente una resa top per una squadra costruita per creare gioco offensivo e non contribuisce che Ferrari, che pur resta il miglior marcatore del girone, sia a secco da due partite.