Lo storico vicentino Luciano Parolin è stato sepolto questa mattina nel Famedio del Cimitero di Vicenza maggiore. L’edificio sepolcrale che custodisce i resti ed il ricordo dei cittadini benemeriti di Vicenza accoglie ora anche lui. Alla cerimonia odierna era presente il sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai.
Luciano Parolin – lo ricordiamo – è scomparso lo scorso 13 maggio 2023. Era nato a Posina il 14 dicembre 1942 ed era stato docente di educazione tecnologica e, soprattutto, studioso e promotore della storia di Vicenza. Nel 2021 aveva ricevuto il titolo di Cavaliere della Repubblica per l’intensa attività di ricerca storica nel nome dell’amore e della passione per la città di Vicenza.
Della sua scomparsa si era occupato in un commosso ricordo il direttore di ViPiù, Giovanni Coviello, scrivendo, tra l’altro: “Grazie te l’ho detto allora tante volte, per gli articoli e per i contributi, ma grazie non te lo dico stavolta perché ci hai lasciato senza che io abbia avuto la possibilità di rivederti, dopo il mio ritorno a Vicenza, travolto dalle mie corse, che, lo hai dimostrato tu oggi, purtroppo, si fermano quando decidono loro, magari senza neanche darci un preavviso.
Non ti dico grazie, allora, ma ti dico scusa e, anche, peccato per la tua scomparsa, ma solo da questa Terra, dove però sarai sempre ricordato come L’ultimo menestrello di Vicenza, come ti ha chiamato tuo fratello Massimo oggi dandomi la brutta notizia, ma anche come chi ha provato a fare politica in più occasioni, con contraddizioni solo apparenti perché ‘cambiavi’ la bandiera che prima sventolavi quando capivi che a muoverla non c’era il vento della natura, ma l’ansimare di chi l’agitava per i suoi interessi e non per quelli del popolo”.
Ma affidiamo il suo ricordo imperituro all’amore del fratello, Massimo Parolin, che nel dedicargli due passi di Andocide, oratore ateniese “benemerito della città” vissuto nel 5 secolo AC, (“… Non pretendo di essere ricordato se non per il fatto grande, tanto grande che non ho speso soldi della città ma i miei soldi”, ci scrive: “Ora Ciano scriverà da lassù e chi vorrà potrà ancora leggerlo“.