Lunedì 20 gennaio 2025: una data storica per gli USA che offre una singolare coincidenza

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Martin Luther King e Donald Trump

Lunedì 20 gennaio 2025, non un giorno qualsiasi per gli USA: coincidono nella stessa data l’insediamento di Trump e il Martin Luther King Day. 

Come è noto, oggi, avverrà l’insediamento di Donald Trump, 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America, tycoon già inquilino della Casa Bianca dal 2017 al 2021 e rieletto nelle elezioni presidenziali di novembre 2024, le sessantesime della storia a stelle e strisce.

Ma cade anche il Martin Luther King’s Day, festività nazionale statunitense in onore dell’attivista e Premio Nobel per la pace Martin Luther King, che si celebra il terzo lunedì di gennaio, giorno vicino cioè al giorno della sua nascita, il 15 gennaio.

Oggi dunque, ogni americano dovrà fare i conti, da una parte, con l’esordio-bis di uno dei personaggi politici più controversi della storia e, dall’altra, con il ricordo/commemorazione di uno dei più amati leader dei diritti civili.

Donald Trump è figura polarizzante, ha ridefinito il panorama politico americano e nelle sue recenti dichiarazioni alla vigilia del ritorno nello Studio Ovale ha promesso una nuova “rivoluzione” nell’agire politico statunitense. “Vedrete qualcosa di speciale”, ha detto ad un comizio alla Capital One Arena di Washington. Nella sua agenda – si evince dal suo discorso – sono appuntati temi “cari” a lui e al suo partito: lotta all’immigrazione illegale e rafforzamento dei confini con il Messico, via libera alle trivellazioni offshore, più patriottismo nelle scuole, lotta alla cultura transgender, ma anche stop alla troppa burocrazia e alla Guerra in Ucraina. Trump, inoltre, ha garantito il suo supporto alla questione TikTok, social cinese bandito proprio in queste ore.

Una propaganda, dunque, in linea con il suo consueto stile comunicativo diretto e spesso provocatorio, che gli è valso negli anni e nelle urne la conquista di un’ampia base di elettori, soprattutto tra la classe lavoratrice e conservatrice, grazie alla sua retorica anti-establishment e alle promesse del MAGA, “Make America Great Again”. La sua precedente presidenza si è contraddistinta per politiche economiche favorevoli al taglio delle tasse, un approccio protezionistico sul commercio internazionale e una politica estera orientata al rafforzamento dell’interesse nazionale.

Di certo Donald Trump sarà ancora criticato per la gestione controversa di temi come l’immigrazione, il cambiamento climatico e le tensioni razziali, con conseguenti divisioni sociali e avvertito dagli oppositori, interni ed esterni ai confini USA, come una minaccia per le istituzioni democratiche e l’ordine internazionale.

Un quadro decisamente stridente con la biografia di Martin Luther King Jr., attivista, politico, pastore protestante, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani che venne assassinato il 4 aprile 1968 a Memphis, Tennessee, da James Earl Ray, un criminale con precedenti penali.

Ray sparò a King mentre si trovava sul balcone del Lorraine Motel, dove stava soggiornando. Fu arrestato due mesi dopo a Londra mentre tentava di fuggire dal Regno Unito con un passaporto falso. Nel 1969, Ray si dichiarò colpevole per evitare la pena di morte e fu condannato a 99 anni di carcere. Tuttavia, successivamente ritrattò la sua confessione, sostenendo di essere stato incastrato.

L’assassinio di King ha generato molte teorie del complotto, alcune delle quali suggeriscono il coinvolgimento di entità governative o altre forze più ampie. Nonostante queste speculazioni, le indagini ufficiali hanno confermato Ray come unico responsabile dell’omicidio. James Earl Ray morì in prigione nel 1998.

Gli atti dell’indagine sull’assassinio di Martin Luther King jr sono stati secretati fino al 2002 dall’amministrazione americana e, quasi a combattere il contrasto che c’è tra queste due figure, il presidente populista e l’attivista del popolo, c’è un passo del recente comizio di Trump di cui parlavamo prima.

“La vittoria alle elezioni è l’inizio – ha detto Donald Trump -, faremo enormi cambiamenti e getteremo le basi affinché l’America sia forte per secoli, sia forte per sempre”. Il nuovo presidente ha fatto riferimento ad uno Stato trasparente e responsabile, e in quest’ottica, ha aggiunto: “Renderemo pubblici documenti relativi agli omicidi di John Fitzerald Kennedy, di suo fratello Robert Kennedy e di Martin Luther King“.

Sulla base dei suoi trascorsi ai quali il tycoon ha ormai abituato il mondo, c’è da aspettarsi di tutto.