Lupo specie “un po’ meno” protetta. Provincia di Vicenza: “Una buona notizia”. Masolo (EV): “Una sconfitta per tutti”

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Lupo, Provincia ok al declassamento a specie protetta
Lupo declassato a specie protetta (foto Wikipedia)

La Provincia di Vicenza, in particolare il presidente Andrea Nardin e il consigliere delegato Mattia Veronese, ha accolto con soddisfazione la notizia del declassamento da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”. La decisione viene definita un’ottima notizia ed ora si spera «che l’iter prosegua veloce tenendo conto che le predazioni aumentano di settimana in settimana e i nostri allevatori sono stremati». Questa decisione del Coreper è solo la prima di tante che si dovranno prendere per permettere azioni concrete per il contenimento del lupo, ma per lo meno, spiega il consigliere Veronese, è iniziato un percorso fortemente chiesto in più tavoli istituzionali: «Servono risposte alle esigenze di un territorio dove nel solo 2024 ci sono state 148 predazioni su animali domestici o da allevamento, a fronte delle 101 dell’intero 2023. Numeri che dimostrano chiaramente come la presenza del lupo sia in aumento e come la sua attenzione si rivolga prioritariamente agli animali da allevamento, prede più facili e mansuete rispetto agli animali selvatici. Dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi.» Quello che i numeri non dicono, continua Veronese, sono le conseguenze delle predazioni. Che non si risolvono solamente con animali sbranati, ma che influenzano fortemente anche il comportamento degli animali sopravvissuti, traumatizzati a tal punto, ad esempio, da non produrre latte o da abortire.

Lupo, attività di controllo a Vicenza
Da sinistra, il presidente provinciale Nardin, il comandante Mazzucco e il consigliere Veronese alla presentazione del piano di contenimento del lupo con pallottole di gomma

Il presidente Nardin chiarisce che sarebbe meglio evitare estremizzazioni in un senso o nell’altro: «Non auspico una caccia indiscriminata al lupo – dichiara -, ma ritengo sia necessario raggiungere un equilibrio tra il lupo e l’uomo, una convivenza pacifica che garantisca anche le attività economiche, allevatori e malgari in primis, ma anche servizi legati al turismo e alla ricettività. È necessario ragionare sul contenimento del lupo come si fa, ad esempio, con i cinghiali, definendo quante unità può ospitare il nostro territorio e formando personale con una preparazione specifica.»

Tra le poche in Italia, la Provincia di Vicenza ha avuto da Ispra l’autorizzazione all’uso dei proiettili di gomma per allontanare il lupo da due specifiche località nei comuni di Arsiero e Torrebelvicino.

Ne parla il comandante della Polizia Provinciale Gianluigi Mazzucco: «La sperimentazione è iniziata a fine agosto, abbiamo installato foto-trappole nelle vicinanze delle attività da monitorare. A Torrebelvicino non abbiamo registrato alcuna presenza di lupi, mentre ad Arsiero ci sono stati alcuni passaggi, ma anche qui nessuna predazione. Il limite della sperimentazione – conclude poi Mazzucco – è che gli interventi possono essere eseguiti solamente dalla Polizia Provinciale, che non ha personale sufficiente per garantire un servizio così minuzioso.»

Masolo (EV): “Ora affidiamoci senso di responsabilità non al prurito da grilletto”

Renzo Masolo
Il consigliere regionale di Europa Verde Renzo Masolo

Molto meno positivo il commento del consigliere regionale di Europa Verde Renzo Masolo, il quale ha ricordato che è l’uomo il primo invasore dei territori altrui, nel caso specifico del lupo che, tornato a casa, ha trovato il suo habitat stravolto. La convivenza tra le due specie è possibile, secondo Masolo, però il declassamento lo preoccupa: «In linea di principio, si sarebbe spinti a ritenere che il declassamento del livello di tutela di una specie animale sia rappresentativo semplicemente di una maggior diffusione di quell’animale. Invece, il rischio concreto dietro all’inserimento del lupo nell’allegato III della Convenzione di Berna è che si agisca più nell’interesse di chi ha il grilletto facile, piuttosto che nell’ottica di sancire una necessaria convivenza uomo-lupo.» Il consigliere EV sottolinea come il passaggio a specie protetta, deciso con ‘l’obiettivo di garantire una maggiore flessibilità per permettere di affrontare i casi più difficili di coesistenza tra lupi e comunità negli Stati che ne hanno necessità’, abbia portato a diverse dichiarazioni di esponenti politici vicini al mondo venatorio dalle quali emerge il messaggio “finalmente possiamo sparare al lupo”. Masolo ricorda che non si registrano attacchi all’uomo da parte del lupo. «Ma non possiamo nemmeno ignorare – aggiunge – le prevedibili incursioni di lupi in allevamenti, malghe e giardini avvenute negli ultimi anni. Io ho interloquito con molti allevatori e sono consapevole di cosa significhi vedere i propri animali attaccati, il frutto di un lungo impegno lavorativo ed economico svanire in una notte, per essere se poi compensati, se tutto va bene, con briciole dalla Regione».

Il problema è che a balzare all’occhio nei continui avvistamenti è la presa di confidenza da parte di molti esemplari con l’essere umano. Comportamento frutto di un atteggiamento sbagliato da parte nostra: «Se vogliamo veramente bene al lupo, – ribadisce Masolo – dobbiamo mantenere vivo in lui il timore nei nostri confronti. Tuttavia, bisogna essere ottusi per continuare a negare lo stravolgimento a opera dell’uomo nei confronti dell’ambiente; ora che gli effetti di questo stravolgimento non esitano a manifestarsi, assumiamo la presunzione di risolvere il tutto agendo superficialmente, mantenendo usanze del passato, e sparare deliberatamente è parte di questo ventaglio». In conclusione Masolo suggerisce che la questione lupo offra invece una enorme opportunità di dimostrare il livello di evoluzione che abbiamo raggiunto: «Ora, concretamente, in attesa della delibera ufficiale da parte dell’Europa, auspico che in Italia si favorisca una strategia frutto di un confronto tra categorie ed esperti. L’attuale Governo ne è all’altezza?”.