M5S e Lega, Il Fatto: dalle liti alle lodi, è il proporzionale, bellezza

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Di Maio? Di una pochezza e di una ignoranza semplicemente ineguagliabili“. Matteo Salvini; “Salvini fa politica da quando avevo 4 anni. Cosa abbia fatto per il Paese nel frattempo è un mistero“. Luigi Di Maio; “Salvini? Nel caso il Movimento 5 Stelle dovesse allearsi con chi ha rovinato l’Italia, lascerei il Movimento 5 Stelle“. Alessandro Di Battista

Via, lo sappiamo tutti che la campagna elettorale è pura finzione, imbroglio, intrattenimento, opera buffa, illusionismo per allocchi, venghino siori venghino: promesse campate in aria, riforme fantasy, più soldi per tutti senza un euro in cassa, e chi ci casca peggio per lui. Ah ah, non siamo mica nati ieri.


E quando venerdì sera a “Otto e mezzo” viene scodellata, in rapida sequenza, la caterva di insulti, parolacce, offese personali, accuse sanguinose, smorfie di disgusto che (fino al 4 marzo) Lega e Cinquestelle si sono accanitamente scambiati, la politologa Elisabetta Gualmini non “rabbrividisce” affatto (come l’ingenua Lilli Gruber). Con la freddezza della studiosa che ha visto cose che voi umani non potreste immaginarvi, esclama: “È il proporzionale bellezza“. Pazientemente ci spiega che i partiti, prima “se le devono dare di santa ragione per poi arrivare a un compromesso“. Massì, sappiamo come vanno le cose della politica: siamo uomini (e donne) di mondo non caporali. Si potrebbe (timidamente) obiettare che qui non si tratta di trovare il normale punto d’incontro tra le diverse piattaforme programmatiche. No, questi se la sono proprio giurata e nella sequenza horror l’odio e il disprezzo saetta negli sguardi. Tanto che quei poveracci di spettatori ignoranti (che nulla sanno del “proporzionale bellezza“), potrebbero pure pensare che sono passati alle vie di fatto. Poi, come sappiamo, è tornato il sereno. I “ladri” e gli “ignoranti” hanno votato concordi i presidenti della Camere e oggi si scambiano apprezzamenti sulla reciproca “serietà”, sul “mantenimento della parola data”. Esiste anche la possibilità che facciano un governo insieme. Tempo al tempo. Leggiamo che Salvini e Di Maio si sentono al telefono spesso, che si vedranno prima delle consultazioni al Quirinale. Sembra che non possano più stare lontani, fare a meno l’uno dell’altro (amore mi pensi? ma quanto mi pensi?). Chissà, il proporzionale bellezza potrebbe un giorno anche rappacificare Di Maio con Matteo Renzi. Si facevano vicendevolmente schifo? Dov’è il problema? È Silvio Berlusconi? Per il momento resta brutto, sporco e cattivo, però mai dire mai. Del resto, la politica non è bella se non è litigarella. Chi l’ha detto? Boh, forse Machiavelli. Quanto agli elettori che ci hanno creduto urge un ripasso del proporzionale. Per punizione la prossima volta scriveranno sulla scheda: sono un coglione.

di Antono Padellaro, da Il Fatto Quotidiano