Da quando il grido ?onestà?, in cui tanta parte degli italiani si sono riconosciuti, ha eroso il consenso dei partiti tradizionali, una potente lente d?ingrandimento si è posata sul M5S e i suoi uomini. Chissà quanti scagnozzi ha sguinzagliato il potere economico berlusconiano a caccia di gossip nel passato dei suoi nemici, chissà quante energie spendono tutti i partiti di opposizione per trovare le formule retoriche e i sillogismi credibili che possano indebolire la volontà popolare e i successi del Movimento.
E ancor più si è acuita questa turpe attenzione, da quando la scomposta reazione dei pentastellati alla costante denigrazione della stampa ha mostrato tutta la disparità delle forze in campo: gli enormi poteri privati che vogliono passare per libertà d?informazione, e il circuito della rete e dei social che discute con grande difficoltà dei fatti, ma che spesso smaschera le fandonie. La gigantesca benda davanti agli occhi della quasi totalità degli informatori, impedì ad esempio di vedere le anomalie dell?affare Consip, cioè del più grande appalto d?Europa; solo poche sparute sentinelle informarono la gente che, quando la magistratura ci stava mettendo il becco, l?indagine fu resa vana per fuga di notizie e legge ad personam. Al contrario, quella stessa stampa è andata a scovare il condono di quarant?anni fa di casa Di Maio, e del lavoro nero di dieci anni fa.
Eppure glielo hanno detto in tutte le salse che le cose sono diverse. Che il problema non sono i padri disonesti, ma i figli correi, come ha spiegato dal Guatemala Di Battista, che una cosa è l?azione di malgoverno e un?altra la scorrettezza privata. Nonostante tutto Maria Elena Boschi è sorta inquietante a dare conforto ad Antonio Di Maio (padre del vicepremier Luigi) che, come suo padre, è ora costretto a prendere fango mediatico a causa del mestiere del figlio. E così anche l?altro figlio, Matteo, col padre Tiziano, pronti ad associare le due vicende, anzi, ad assolvere la propria, insieme a tanti altri malfattori di destra e di sinistra finalmente liberi di sdoganare la disonestà come circostanza veniale, comune e inevitabile.
Non ne parliamo poi degli inviti nei talk show, col solito armamentario ?se non siete disonesti allora siete incapaci? e viceversa; vere e proprie imboscate, dove la verità viene stravolta con ogni genere di trucchi: esprimendo risposte invece che domande, impedendo di rispondere, interrompendo lo smascheramento delle falsità, formulando dieci domande e pretendendo una sola rapida risposta, etc? Dove c?è anche chi, esibendo un?infida amicalità, come Lucia Annunziata dell?Huffington Post, mentre propone una gradazione delle scorrettezze e dei reati, giudica quella dei Di Maio solo il livello inferiore della stessa disonestà dei Renzi e dei Boschi. Ma de che, Lucì! Tutti costoro sperano che parlando e riparlando della faccenda, resti attaccato sul protagonista un po? di sterco e al popolo elettore un certa sfiducia del Movimento.
E invece ciò che si capisce realmente è un?altra cosa. E? la qualità dell?opposizione e dei ?liberi? detrattori di regime. Una brigata scadente di reclutati, terrorizzata dalla possibilità che l?avvento di una certa onestà possa compromettere le loro laute prebende, che invece di proporre politiche alternative e di informare correttamente, sabota l?opera di governo e va a caccia di pettegolezzo, allo stesso modo della campagna elettorale in un paesino del centro-sud anni ?50, quando i candidati invece di mostrare i loro programmi parlavano delle corna dell?avversario. L?opposizione è tutt?altra cosa. E? denuncia del malgoverno, corredo all?azione amministrativa, testimonianza di altre soluzioni, proposta di altre idee, se ce ne sono. Ma pare proprio che non ce ne siano.
Così, invece di lasciare certe questioni al lavoro dei magistrati, si mandano in giro quinte colonne di detectives, dal lavoro dei quali se non proprio notizie di reati, si spera che sorgano almeno degli spunti per processi mediatici infiniti. Tutt?altra cosa da quando si facevano leggi ad hoc per difendere i propri congiunti dagli iter giudiziari. Tutt?altra cosa da quando fare opposizione significava costruire la ?Trazzera?, una via alternativa al percorso franato, alternativa alle indolenze e alla corruzione amministrativa, con i soldi dei politici restituiti alla collettività.