Il nome Maddalene deriva dalla chiesa di Santa Maria Maddalena eretta ancora prima dell’anno 1000. La località è un angolo di verde a Vicenza e di bellezze paesaggistiche, monte Crocetta compreso, con un suo laghetto, chiamato “la boja“.
Il ponte sul torrente Orolo in Lobia un tempo aveva travi di legno e qualche baldo giovanotto si tuffava dal parapetto nel bojo sottostante, molto più profondo di adesso. Personaggi, luoghi ed eventi “storici” della zona sono don Domenico Borriero più noto come “don Copa”, la marcia delle 5 osterie e il rodeo del mas-cio( maiale),Il torneo delle contra’, due campanili molto particolari (uno con una campana sola, l’altro talmente basso che non si vede), la busa Dal Martello, quando era innevata si partiva dal piazzale della chiesa perche’ la scuola era chiusa e si saliva su con slitte e gomme, i gelati del bar Fantelli, la Maria fornara che quando entravi il suo saluto era ciao bea come steto e tutto con un grande sorriso, mai vista imbronciata.
Fonte Facebook Sei di Maddelene se
Un po’ di storia
Annesso alla chiesetta vi era un modesto eremo abitato da monache, forse converse, secondo il Maltese, dedite alla preghiera e alla cura dei malati del contado. Esse, tuttavia dovettero abbandonare questo sito verso il 1300 a causa delle frequenti guerre che rendevano insicuro il luogo. La loro presenza dette origine alla denominazione del luogo chiamato dapprima “La Maddalena” e sul finire del 1700 “Le Maddalene”. Passato nel frattempo l’eremo e l’attigua chiesetta alle dipendenze dei Benedettini di San Felice, fu definitivamente separato da questa nel 1437, allorché il papa Eugenio IV, il veneziano Gabriele Condulmer, il 10 gennaio dello stesso anno incaricò l’arcidiacono Antonio De Cadiani ad insediarvi i Girolomini del Beato Pietro da Pisa. Costoro si adoperarono per l’ampliamento della chiesa e del convento, che iniziò ad essere punto di riferimento preciso per l’intera zona conosciuta allora come “Coltura di S. Croce”. Il loro lavoro paziente di recupero anche delle paludose terre circostanti e la trasformazione in fertili campi, favorì l’arrivo di nuovi abitanti in cerca di un lavoro per sfamarsi e soprattutto, la costa da parte di nobili veneziano all’accaparramento di queste fertili terre. Così al Biron troviamo i Loschi, primi a comprendere l’importanza del risanamento di quei possedimenti, a Maddalene arrivano i Contarini, seguiti dopo un secolo dai Gozi, mentre ad est gli emergenti Beregan ad imperare. A nord, a ridosso del convento, padroneggiano i Bissari.
Ultima famiglia importante a Maddalene, i Marchesini, che a partire dai primi anni del 1700 subentrano nelle proprietà dei Contarini e dei Gozi. Anche i Cappuccini al loro arrivo a Vicenza scelgono il Monte Crocetta come loro provvisoria dimora, poco lontano dal convento dei Girolimini, a patire dal 1540, vi rimarranno per poco, nel 1565 si trasferiranno nei pressi di S. Croce, restituendo il fondo ottenuto a prestito dai Lonigo, altra nobile famiglia vicentina.
Dopo oltre tre secoli, il 3 settembre 1772, Venezia decreta la soppressione del convento di Maddalene e la contemporanea vendita all’asta dei relativi beni che, ripetuta per ben tre volte, non dà esito positivo. Allontanati i Girolimini da Maddalene, ma rimaste invendute le loro proprietà, il 9 maggio 1774 don Francesco Ferri, prete veneziano, si offre di acquistare l’intero monastero.
Questa operazione termina dopo oltre vent’anni, quando il 1° giugno 1793, il nobile Antonio Beregan, per aderire alle richieste del fratello del suo gastaldo, Francesco Ramanzin, possidente padovano, subentra nell’acquisto del convento di Maddalene agli eredi di don Francesco Ferri, nel frattempo deceduto.
A compenso del suo interessamento, Antonio Beregan ottiene la chiesa ed una porzione dell’ex convento. Con un atto pubblico del 29 dicembre 1793 Beregan dona agli abitanti della Coltura di S. Croce quanto convenuto con il Ramanzin, bene che per convenzione, da allora appartiene al Comune di Vicenza.
La Cà Nova al Pian delle Maddalene. Nella vasta campagna racchiusa tra il monte Crocetta e il colle di Monteviale, al confine tra quest’ultimo comune e quello di Vicenza, esiste una via denominata Cà Nova: si tratta della prosecuzione della strada del Pian delle Maddalene e prende il nome dalla grande fattoria che si trova qualche centinaio di metri a destra della omonima via, dopo la centrale elettrica, quasi isolata in mezzo ai campi.
Fonte: Marathonclub Vicenza aspettando le vostre notizie a [email protected]
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