Mafia, Zanoni (PD): “in Veneto solo un Comune su tre pubblica elenco beni confiscati”

165

Solo un Comune veneto su tre pubblica l’elenco dei beni immobili confiscati dalla mafia, secondo quanto previsto dalla legge. È necessaria maggiore trasparenza, anche questo è uno strumento per promuovere la legalità”. A dirlo è Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico e presidente della Quarta commissione, commentando il report Rimandati dell’associazione Libera sul ‘livello di trasparenza della filiera’ per quanto riguarda la confisca dei beni mafiosi.

“In Veneto su 32 Comuni destinatari di immobili, appena 10 hanno pubblicato l’elenco sul proprio sito internet, il 31,1 per cento. A livello nazionale la media sale addirittura al 38 per cento con 406 enti su 1076 ‘in regola’. Ovviamente il peso della nostra Regione è inferiore rispetto ad altre realtà, qui si contano il 3 per cento dei beni confiscati, ma è un dato ugualmente significativo”.

“Dal report di Libera – aggiunge Zanoni – emerge come troppo spesso l’assenza di informazioni fondamentali: la destinazione d’uso, l’ubicazione o la tipologia dell’immobile. C’è inoltre un problema riguardante la fruibilità dei dati: appena il 14 per cento dei Comuni monitorati li ha in ‘formato aperto’ consentendo così a chiunque di accedervi, in coerenza con quanto previsto dalla legge sulla trasparenza”.

“Il tema della legalità e delle infiltrazioni mafiose nella nostra Regione – sottolinea ancora Zanoni – merita la massima attenzione, anche in conseguenza della crisi economica legata alla pandemia, che può rappresentare un’occasione per le organizzazioni criminali: segnali d’allarme ne sono già arrivati. Per questo domani in Quarta commissione ci sarà l’audizione del Colonnello Paolo Storoni, capo del Centro Dia del Triveneto insieme alla professoressa Nicoletta Parisi, già ordinaria di Diritto internazionale presso l’Università cattolica di Milano e già componente dell’Autorità nazionale anticorruzione, attualmente coinvolta in un progetto sul coinvolgimento della società civile nell’elaborazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del prof. Marco Magri docente di Diritto amministrativo presso l’Università di Ferrara, che si è occupato molto del rischio di infiltrazioni criminali nella gestione degli appalti”, conclude Andrea Zanoni.