Dopo l’iniziativa delle regioni a trazione Lega sulla questione maggioritario o proporzionale con le possibili varianti, dopo le prime due prese di posizione dell’on. Silvia Covolo (Lega) del consigliere regionale Antonio Guadagnini (Siamo Veneto), tra i politici vicentini e veneti da noi interpellati in massa prende ora la parola l’on. Pierantonio Zanettin di Forza Italia.
On. Zanettin nelle diverse regioni governate dal centro destra Forza Italia ha votato la richiesta di referendum proposta dalla Lega a favore di un sistema maggioritario puro. Condividete quindi una nuova legge elettorale all’inglese?
I nostri consiglieri regionali hanno approvato la richiesta della Lega, che ha il merito di porre il tema di una nuova legge elettorale, anche se non siamo del tutto convinti che il sistema maggioritario puro sia il più adatto al nostro paese. Probabilmente una quota di proporzionale con sbarramento sarebbe opportuno garantirla. Nell’ultimo decennio il nostro sistema si è vieppiù articolato in senso tripolare e pertanto, in termini costituzionali, sarebbe sbagliato forzarlo eccessivamente in senso bipolare. Il sistema elettorale può senz’altro “correggere” alcune dinamiche centrifughe del sistema partitico; ma una cosa è correggere, un’altra cosa è snaturare: gli assetti troppo artificiali hanno vita breve e l’esperienza lo dimostra.
Non trova però che i collegi uninominali garantiscono meglio un rapporto diretto tra elettori ed eletto?
Nessuno più di me è convinto di ciò. Nel 2001 fui eletto alla Camera nel collegio uninominale di Thiene ed Asiago. E’ stata una esperienza bellissima, che mi ha consentito un rapporto diretto con i sindaci e gli amministratori di quel territorio, rapporto che, peraltro, mantengo tutt’ora. Ma temo ahimè che, con la prossima riduzione dei parlamentari, i collegi saranno troppo ampi per consentire un rapporto così diretto e stabile con i cittadini elettori.
Cosa deciderà la Corte Costituzionale? Ammetterà il referendum ?
Non sono certamente in grado di fare previsioni. Analizzando i precedenti della Corte, si pone il problema dell’autoapplicabilità della normativa di risulta (cioè dell’immediata efficacia senza bisogno di ulteriori interventi normativi), e dunque dell’ammissibilità del referendum. I collegi elettorali dovrebbero essere già disegnati e pronti. Così hanno sancito le sentenze n. 5 del 1995 e n. 26 del 1997 rese in una vicenda molto simile all’attuale, in cui, tramite referendum, si voleva eliminare la quota di seggi attribuiti con metodo proporzionale (allora, il 25%),. La questione appare quindi giuridicamente molto complessa.
In generale cosa pensa dell’ennesima modifica della legge elettorale?
Personalmente credo che sia schizofrenico cambiare la legge elettorale ad ogni legislatura. I paesi di democrazia avanzata, ai quali guardo come esempio, penso agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, hanno una legge elettorale sempre uguale da oltre 200 anni e nessuno pensa di cambiarla. In Italia sussiste sempre il rischio che la maggioranza – in modo, direi, fotografico – si ritagli una legge elettorale a suo esclusivo vantaggio. E questo non è bene!
Anche per noi…