Abbiamo intervistato oggi pomeriggio su magistratopoli e caso Palamara l’on. vicentino Pierantonio Zanettin perché lui è stato fino al 2018 membro laico del CSM e certi ambienti li conosce bene, anche se non ne immaginava di certo il back stage, altrimenti, conoscendolo, avrebbe fatto i suoi passi di denuncia.
Leggere la sua intervista è, secondo noi, illuminante e non rimpiangiamo il fatto di aver impiegato quasi 4 ore non solo a seguire il lavoro di redazione domenicale anche a rimettere in ordine i nostri appunti su un argomento complesso e delicato.
Non ce ne crucciamo perché, dopo quelle ore stavamo per scrivere un breve commento che, invece, sostituiamo con la nota diffusa dall’agenzia Dire alle 19.12 sulle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, postate sul suo profilo Fb sugli ultimi sviluppi della vicenda che getta un’ombra ancora più nera sul mondo della magistratura (le dimissioni in quasi blocco, Davigo a parte dei membri dell’ANM, Associazione Nazionale Magistrati).
Le dichiarazioni di Bonafede, da pochi giorni “rifiduciato” in Parlamento, sembrano, infatti, nascere dalla conoscenza del succo della nostra intervista al deputato forzista, che pure lo aveva sfiduciato pochi giorni fa, e ben sostituiscono ogni altro nostro commento vista la concordanza ritrovata tra i due almeno sulla fondamentale questione del CSM.
On. Pierantonio Zanettin, la magistratura italiana è nel pieno della bufera. Lei è stato componente laico del Csm proprio nella consiliatura in cui vi sedeva Luca Palamara. Si indigna anche Lei per quanto si sta leggendo da settimane sui giornali?
La diffusione degli sms delle chat dimostra soltanto quello che tutti sapevano. Non era un segreto per nessuno che Luca Palamara aveva contatti a 360 gradi sia con la politica, sia all’interno della magistratura sia con i più elevati livelli istituzionali.
Le cosiddette correnti della magistratura da tempo sono degenerate in strumenti di carrierismo e giochi di potere, ma tutte le ipotesi di riforma del sistema si sono scontrate finora con il veto dell’ANM.
Noto in circolazione tanta ipocrisia, soprattutto all’interno della magistratura e del giornalismo.
Intanto l’Associazione Nazionale Magistrati rischia lo scioglimento.
Mi sembra inevitabile. Anche all’interno dell’ANM c’erano troppi sepolcri imbiancati, pronti a dispensate fatwe nei confronti dei colleghi e dei politici.
Le chat svelano invece inaccettabili incoerenze, compromessi ed anche tante meschinità umane.
Cosa ne pensa, on. Zanettin, dei giudizi espressi da Palamara nei processi in cui è coinvolto Salvini?
Che l’azione penale nei confronti dei politici sia spesso orientata da calcoli di carriera, opportunismo ed ansia di visibilità dei PM come centro destra lo abbiamo denunciato più volte. Quel dialogo lo dimostra solo in modo plastico. E’ chiaro che ora però bisogna intervenire legislativamente al più presto.
Lei cosa suggerisce di fare?
La situazione è gravissima. La magistratura sta perdendo credibilità davanti alla pubblica opinione, come mai è accaduto in passato. Uno Stato democratico non può permettere che ciò accada.
Sono convinto, per l’esperienza maturata a contatto con tanti giudici onesti, che svolgono il loro lavoro con sobrietà, equilibrio ed imparzialità, che il corpo della magistratura è ancora sano. Da questo possiamo ripartire. Occorre quindi una grande riforma dei processi civile e penale, partendo da una riforma del CSM.
Come ho già detto in altro occasioni, ormai è inevitabile il sorteggio per l’elezione dei componenti togati del CSM, anche se bisogna modificare la Costituzione.
Mi pare che questo fosse il progetto del ministro Bonafede
Il ministro Bonafede aveva promesso una “riforma epocale” della giustizia, che doveva entrare in vigore entro in 31 dicembre scorso.
Ricordiamo tutti come è andata a finire: la prescrizione è stata abolita, mentre la riforma della giustizia non è stata nemmeno presentata al Consiglio dei Ministri.
Il ministro, nel suo originario disegno di legge, aveva parlato anche di sorteggio per le elezioni del Csm, ma poi ha abbandonato il progetto in cambio del via libera dell’ANM all’abolizione della prescrizione. Siamo quindi punto a capo.
Un’ultima domanda On. Zanettin. Anche lei, quando era membro del Csm, andava con i colleghi a vedere all’Olimpico, in tribuna autorità, le partite di Champions?
Ne avevo certamente la possibilità, mi sarebbe anche piaciuto, ma ho resistito alla tentazione e non ci sono mai andato. I miei maestri di politica mi hanno educato ad un rigoroso low profile ed anche in questa occasione i loro insegnamenti mi sono stati utili.
Ecco, come preannunciato, la nota diffusa da Dire alle 19.12 che ci ha “strappato” dai tasti ogni altro commento all’intervista all’on. Zanettin ex membro del CSM da… riformare con Bonafede d’accordo, questa volta, col deputato di Forza Italia.
Giustizia. Bonafede: terremoto su toghe, serve risposta istituzioni
(DIRE) Roma, 24 mag. – “Il vero e proprio terremoto che sta investendo la magistratura italiana dopo il ‘Caso Palamara’ impone una risposta tempestiva delle istituzioni. Ne va della credibilita’ della magistratura, a cui il nostro Stato di diritto
non puo’ rinunciare”. Cosi’ il ministro della Giustizia, Alfonso BONAFEDE, su Facebook.
“Nel mio discorso al Senato di mercoledi’, tra i progetti da cui ripartire nel settore della giustizia, ho fatto riferimento
alla riforma del Consiglio Superiore della Magistratura: adesso non si puo’ piu’ attendere. Questa settimana portero’
all’attenzione della maggioranza il progetto di riforma, su cui tra l’altro avevamo gia’ trovato un’ottima convergenza poco prima che scoppiasse la pandemia. Al centro del progetto ci sono: un nuovo sistema elettorale sottratto alle degenerazioni del correntismo; l’individuazione di meccanismi che garantiscano che i criteri con cui si procede nelle nomine siano ispirati soltanto al merito; la netta separazione tra politica e magistratura con il blocco delle porte girevoli”.
Il ministro continua: “Si tratta di leggi di cui si parla da decenni: innovazioni non rinviabili su cui le istituzioni non devono dividersi ma, al contrario, devono compattarsi. Anche perche’ non sono norme ‘contro’ la magistratura ma a tutela della
stragrande maggioranza di magistrati che ogni giorno, con passione e professionalita’, lavorano per la tutela dei diritti
di tutti i cittadini. Sono quei magistrati che non meritano di essere trascinati in un vortice di polemiche che mira a fare di
tutta l’erba un fascio. Come ho detto in queste settimane (in cui mi sono state addirittura attribuite, strumentalizzandole,
decisioni che sono della magistratura), un uomo delle istituzioni non deve alimentare le polemiche ma risolvere i problemi con i fatti”.