La “maglia Icon” ideata dalla Lotto con Renzo Rosso a me, a onor del vero, piacce ma io non sono tifoso del Vicenza Calcio, come storicamente è identificato, perché di un solo club di Vicenza sono stato tifoso e innamorato, da suo presidente e dg, quello della squadra dei pallavolo femminile di A1 femminile…
E dio solo (iniziale minuscola di non confusione con quello con la maiuscola che permette tante atrocità, come quelle in Ucraina dopo quelle mondiali del covid, per “metterci alla prova”), dio solo sa, dicevo, quanto mi è costato quell’amore…
Ma quelle maglie Icon sono state contestate dai tifosi biancorossi scatenando una dura reazione di Renzo Rosso, mister Diesel, a cui pure non avevano contestato un “dettaglio” forse sportivamente e storicamente più importante. E cioè che quello che gioca ora al Menti, in biancorosso, verticale o orizzontale o un mix che sia, non è il Vicenza, di cui ricorrerebbero, se esistesse al 100%, i pur celebrati 120 anni dalla fondazione, ma è il Bassano visto che il codice federale del vero Lane RR non lo ha comprato dal fallimento perché costava ben… 300.000 euro.
Del caso e delle due ipotesi collegabili ha già scritto, con più esperienza fattuale di me, il nostro Gianni Poggi: “La polemica sulla maglia Icon cosa significa? Poggi risponde ai lettori: potrebbe anche essere l’avvio di una exit strategy di Rosso dall’Lr Vicenza“).
Ma, da profano di calcio ma non di club sportivi, la terza ipotesi, non accennata nell’articolo, potrebbe essere quella dirimente ma suggerita in copertina: una trovata del re del marketing made in Diesel per far parlare (low cost) di sé, del gruppo aziendale e del club vista l’eco mediatica del “caso” su moltissimi media anche nazionali, come la Repubblica, con i relativi paginoni (a… gratis).
La terza via potrebbe, però, anche essere diabolicamente accostata alla valorizzazione mediatica del solo brand calcistico, visto che quella sul campo è ora difficile da immaginare.
E allora la terza, “diabolicamente fantasiosa”, ipotesi, il can can mediatico cioè, potrebbe anche essere parte della realizzazione dell’ipotesi 2, l’exit strategy dal Vicenza&Bassano del patron del vecchio Bassano Virtus doc, di cui esiste ancora la pagina Fb, ferma al video del presidente, sempre lui, Stefano Rosso dell’11 giugno 2028, e i cui tifosi ha già lasciato a piedi privandoli di fatto della loro squadra per trasferirla al Menti.
Eppure i tifosi biancorossi si lamentano, solo, di una maglia, bella per me e altri e utilità commerciale per tantissimi club a partire da quelli di serie A che hanno ideato, loro e non RR, le maglie “fantasiose” pur di venderle.
Ma quella maglia non è bella per il cuore profondo della Curva sud perché non in linea con una tradizione che, però, a rigor federale non esiste più da quando Vicenza gioca col codice federale del Bassano…
Questo forse, e non quello di una maglia ridisegnata e modernizzata, è lo strappo vero.
Ci hanno mai pensato anche là dove stanno preparando i festeggiamenti per i 120 anni del Vicenza, che, però, l’ultima vera candelina l’ha spenta più o meno 4 anni fa…