Maino (Lega-LV): “Quasi trecento negozi in meno a Vicenza negli ultimi anni, invertiamo la tendenza con la cedolare secca al 21 per cento”

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Negozi chiusi
Negozi chiusi

“Tante attività commerciali al dettaglio hanno chiuso i battenti negli ultimi anni, a Vicenza come nel resto d’Italia – premette nella nota che pubblichiamo il consigliere regionale della Lega – Liga Veneta Silvia Maino -. E se all’origine di questa desertificazione ci sono molteplici cause, l’introduzione di una cedolare secca al 21 per cento, sul modello degli affitti abitativi, potrebbe invertire la tendenza. Invito pertanto il Governo a prendere in considerazione la misura, a maggior ragione perché prevista da una legge, la n. 111/23, e in quanto sostenuta con forza da associazioni di categoria come Confedilizia”.

Silvia Maino
Silvia Maino

Silvia Maino illustra, quindi, la propria risoluzione “Sulla cedolare secca per le locazioni commerciali, depositata in data odierna. Sono 294 i negozi che hanno cessato la propria attività nel capoluogo berico dal 2012 a oggi. E addirittura 111.512 in tutta Italia. Lo riportano analisi specifiche che mettono in luce i diversi fattori alla base di questo fenomeno: la crescita delle piattaforme di e-commerce soprattutto per l’abbigliamento e il beauty; la crisi economica che ha ridotto la capacità di spesa dei consumatori, penalizzando i piccoli negozi di “vicinato”; la mancanza di ricambio generazionale; l’aumento dei costi di gestione tra affitto, tasse e utenze. Ma tutto questo diventa un problema per l’intera comunità, con la conseguente desertificazione dei centri urbani”.

Conclude il consigliere: “Per questo, ribadisco la necessità di fare acquisti nelle botteghe di vicinato per rilanciare il territorio, le tradizioni e la cultura locale. Ma, soprattutto, è necessario introdurre la cedolare secca al 21 per cento, per limitare le spese ormai insostenibili per chi vuole avviare o far proseguire il commercio al dettaglio. Peraltro, tutto questo si può ottenere attraverso determinate condizioni nell’interesse sia dei proprietari che dell’erario, come proposto da Confedilizia: la riqualificazione energetica dell’immobile e la sua superficie sotto i 200 metri quadri, la posizione del locale nel centro storico e l’età dell’affittuario sotto i 36 anni. Il Governo ne tenga conto”.