Senza l’eco dovuta dei media e, soprattutto, del governo nazionale e regionale, Zaia in primis,, si susseguono gli appelli di associazioni come Adusbef (Fulvio Cavallari) e Giustizia Risparmiatori (Patrizio Miatello) a liquidare anche solo il misero 30% stabilito per legge (il famoso Fir, Fondo Indennizzo Risparmiatori, ora sempre più conosciuto come “Fondo Inchiappetta Risparmiatori“) per indorare la pillola ai soci azzerati dalle banche, in primis i circa 210.000 con i loro titoli BPVi e Veneto Banca ridotti a carta straccia.
La stampa, specialmente quella locale, che prima dei due crac un arrivo mai si accorse, e i cacciatori di voti pentastellati e leghisti plaudono, invece, iniziative a dir poco dubbie di altre due associazioni (quella ammaliata da Luigi Ugone, l’altra con la faccia di don Torta e il corpo di Andrea Arman), per raccogliere ufficialmente mandati per perseguire le due società di revisione delle due ex Popolari venete, rispettivamente la KPMG per BPVi e la PwC per Veneto Banca, di sicuro per
accedere ai finanziamenti della Regione Veneto a trazione Luca Zaia e normati dall’assessore Manuela Lanzarin, che in passato mai ha voluto chiarire direttamente con noi i lineamenti opachi di quei fondi.
Ebbene sulla raccolta delle firme su quei mandati (postumi rispetto alle scadenza dei bandi regionali e ai termini giuridici?) abbiamo raccolto i pareri di due professionisti di rilievo.
Il dr. Riccardo Federico Rocca, dell’omonimo studio milanese che da anni colleziona battaglie, e successi, con banche e gli organi di certificazione ci dice che «personalmente so troppo poco dei contributi regionali veneti per formulare qualsiasi ipotesi in merito al relativo utilizzo, nè posso pretendere (ufficialmente) di conoscere le finalità dell’operato di Ugone e Arman. Per dare un mio contributo formulerei la mia riflessione nel modo seguente: Anche se la presente vicenda è contraddistinta da tali e tante violazioni agli ordinari principi giuridici che non si può escludere a priori qualsiasi sorpresa, allo stato della vigente normativa chi non ha provveduto a tempo debito ad interrompere i termini di prescrizione nei confronti delle società di revisione PwC e KPMG ha già perso ogni diritto risarcitorio nei relativi confronti (qui il mio articolo pubblicato la scorsa primavera su VicenzaPiu.com “Risarcimento da KPMG e PwC: termini il 2 e 4 aprile per i danni nei crac BPVi e Veneto Banca“). Riterrei
pertanto doveroso per le associazioni che promuovono azioni legali à la carte e per gli avvocati che sollecitano il mandato ad litem di ben chiarire agli azionisti l’elevato rischio di soccombenza in giudizio con aggravio dei relativi costi addebitabili agli attori».
Ancor più lapidario è il giudizio dell’avv. prof. Rodolfo Bettiol: «Non saprei cosa commentare se non che Ugone & c. si è fatta fare su misura la norma senza comunicare nulla alle altre associazioni…»
Assessore Lanzarin, sapeva dei mandati per cause con i termini scaduti in presenza di un finanziamento regionale “riservato” da incassare?
Presidente Luca Zaia, se il suo assessore non lo sapeva, lei cosa pensa della vicenda?
Se è tutto chiaro, perché non lo spiegate a noi ma soprattutto ai risparmiatori che rischiano di pagare gli altri contributi richiesti dalle associazioni “figlie predilette” della regione?
E ordini degli avvocati veneti, non è il caso di dare una sbirciatina sui vostri associati che, leggendo la stampa locale, si fanno firmare mandati per cause non attivabili o attivabili con scarsissime se non nulle probabilità di arrivare a dibattimento?
Grazie a tutti per le risposte che di certo non volete far mancare.