“Dai dati in nostro possesso sugli ultimi 3 mesi dell’anno in corso si conferma la fase di debolezza del manifatturiero in provincia di Vicenza“. Lo rende noto la Camera di Commercio di Vicenza, pubblicando i dati dell’indagine congiunturale sul settore del 3° trimestre 2024.
Le variazioni rispetto al 2° trimestre dei principali indicatori confermano la fase di contrazione in atto dell’industria vicentina. I dati dell’indagine VenetoCongiuntura mostrano che la stabilizzazione degli indicatori nella prima fase del 2024 ha lasciato spazio ad un periodo di debolezza.
“In particolare – informano dalla Camera di Commercio di Vicenza – la produzione è diminuita dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e anche la serie del fatturato mostra un andamento cedente (-0,6%): ormai le due serie si sono riallineate su base congiunturale mentre il confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno mostra variazioni differenti a causa dell’andamento dei prezzi nella parte finale del 2023 e della prima parte dell’anno.
L’andamento degli ordini acquisiti non consente di essere ottimisti: su base congiunturale infatti la variazione è negativa per il mercato domestico e nulla per quello estero; gli ordini interni sono diminuiti in modo significativo (-3,2%) mentre per le commesse provenienti dall’estero vi è una variazione meno marcata ma comunque significativa (-1,2%) che peraltro conferma quella già registrata nella precedente rilevazione. Il dato veneto è allineato con i valori di Vicenza ed evidenzia a sua volta una variazione della produzione su base congiunturale negativa (-0,3%) a conferma anche dell’andamento della serie italiana (-1,3%).
Tuttavia la quota di imprenditori, opportunamente destagionalizzata, che prefigura un aumento produttivo resta comunque sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente”.
In Italia la crescita del PIL è stata moderata e anche il mercato del lavoro mostra i primi segni di affaticamento. Secondo il bollettino di ottobre della Banca d’Italia, dopo un miglioramento in primavera, emergono segnali di rallentamento dell’economia mondiale, soprattutto a causa della debolezza della manifattura. Le stime di settembre dell’OCSE, prevedono che l’incremento del PIL globale si collocherà poco sopra il 3 per cento nel 2024 e nel 2025, in linea con il dato dell’anno scorso, ma al di sotto della media registrata nel decennio precedente la pandemia. Nei mesi estivi è proseguita la sostanziale stagnazione del PIL dell’area dell’euro: il ciclo manifatturiero è rimasto debole, mentre si è protratta l’espansione dei servizi, riflettendo in special modo il buon andamento della stagione turistica.
In Italia la crescita nel terzo trimestre è stata moderata: la domanda aggregata ha beneficiato soprattutto dell’andamento dei consumi, sostenuti dalla ripresa del reddito disponibile, a fronte di un contributo negativo delle esportazioni nette, in un contesto di fiacchezza delle principali economie dell’area dell’euro. Nonostante l’espansione del numero di occupati sia proseguita nei mesi estivi, emergono alcuni segnali di indebolimento della domanda di lavoro: i posti vacanti si sono ridotti e le ore lavorate sono diminuite. La partecipazione è scesa lievemente in estate, contribuendo alla flessione del tasso di disoccupazione mentre i recenti rinnovi contrattuali stanno favorendo un graduale recupero dei salari reali. Le proiezioni della Banca d’Italia confermano per il 2024 le valutazioni formulate in precedenza di una crescita del PIL dello 0,6 per cento (0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative) e prefigurano un’accelerazione nel biennio successivo ma sempre su livelli contenuti.
L’analisi dei dati amministrativi mostra una situazione in progressivo deterioramento ma con alcuni elementi comunque positivi.
“In provincia di Vicenza – spiegano ancora dalla Cciaa di Vicenza -, nel 3° trimestre le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) sono state 5,8 milioni, in forte e progressivo aumento rispetto sia al trimestre precedente sia allo stesso periodo del 2023 quando erano state 3,1 milioni (+78,1%). Prendendo in considerazione le ore complessive di CIG dei primi 9 mesi dell’anno, si sono già superati i livelli di tutto il 2023 e la gran parte delle richieste riguarda la componente ordinaria (CIGO). Certo resta da valutare l’effettivo utilizzo (il cosiddetto “tiraggio” che di solito si attesta al 30%) ma questa è un’indicazione chiara della condizione di incertezza delle imprese.
Nel 3° trimestre 2024 – prosegue l’analisi – il saldo tra iscrizioni e cancellazioni al Registro delle Imprese è stato positivo e pari a +102 (è stato di –403 nel 1° trimestre e +204 nel 2°). Conseguentemente nei primi nove mesi del 2024 si è registrata una riduzione delle imprese registrate ma non considerando le ‘cancellazioni d’ufficio’, frutto della pulizia amministrativa degli archivi, il saldo torna ad essere positivo (+230). Su base settoriale cresce il numero di imprese nei settori delle costruzioni e del credito-assicurazioni mentre diminuiscono in provincia di Vicenza le imprese agricole, del manifatturiero e del commercio.
In relazione all’apertura di procedure concorsuali nel 3° trimestre 2024 va tenuto conto della modifica normativa relativa alla composizione negoziata della crisi d’impresa anche se i dati cominciano ad avere una certa storicità: i procedimenti e le crisi d’impresa sono state complessivamente 55, le aperture di fallimento sono state 19 mentre i concordati e gli accordi sono stati 5. Le procedure aperte nel periodo sono state quindi 79 mentre erano state 50 nel 1° trimestre 2024 e 60 nel 2° trimestre 2024. Così nei primi nove mesi del 2024 l’apertura di procedure concorsuali ha riguardato un numero più elevato di imprese rispetto all’analogo periodo del 2023 (189 imprese rispetto a 122): vi è quindi un incremento, registrato soprattutto nel terzo trimestre, a conferma del deterioramento della situazione economica.
Le immatricolazioni di veicoli nella provincia di Vicenza nel periodo gennaio-settembre risultano in leggero aumento rispetto al 2023 anche se tale valore resta ancora molto lontano dai livelli del 2019: nei primi nove mesi 2024 le immatricolazioni sono state 15.809, contro 15.490 e 24.056 immatricolazioni negli stessi periodi del 2023 e del 2019″.
L’analisi della Camera di Commercio vicentina verte poi sullo stock di credito bancario al settore produttivo, che diminuisce in modo sensibile su base annua ma migliora la qualità del credito.
“L’ufficio studi della Banca d’Italia ha realizzato in coordinamento con Unioncamere Veneto una revisione della serie dei prestiti vivi alle imprese al fine di rendere più precisa l’analisi. L’ultimo dato disponibile è al 30 giugno 2024: il livello dei prestiti vivi alle imprese vicentine è pari a 12,8 miliardi in continua restrizione (erano 13,9 miliardi al 30 giugno 2023). Diminuisce tuttavia anche il tasso di decadimento dei prestiti: da 0,91 del primo trimestre 2024 a 0,86 del secondo (ma era 1,1 nel secondo trimestre 2023). Si tratta di un indicatore che misura l’entrata “in sofferenza” dei crediti: c’è quindi minore credito ma la qualità è migliore.
L’attesa dell’ulteriore riduzione dei tassi di riferimento da parte della BCE dovrebbe portare ad un minor costo del credito e auspicabilmente a rendere meno costosi anche gli investimenti. Tuttavia quelli relativi a Industria 5.0 restano ancora poco utilizzati per le incertezze interpretative e le rigidità burocratiche”.
Avvicinandosi alle conclusioni, la CCIAA di Vicenza riferisce che la tendenza mostra una situazione negativa frutto del progressivo rallentamento dell’economia vicentina.
“Il confronto rispetto al 3° trimestre 2023 – spiegano – mostra una variazione fortemente negativa della produzione e un dato sul fatturato sostanzialmente stabile: su base annua si ha infatti -3,5% per la produzione e +0,2% del fatturato. Sempre su base tendenziale, il flusso degli ordinativi interni evidenzia una decrescita significativa (-4,3%) mentre il flusso relativo agli ordinativi provenienti dall’estero mostrano un incremento vicino allo “0” (+0,1%).
A fine settembre l’occupazione nel settore manifatturiero della Provincia di Vicenza è pari a 152.552 unità, in ulteriore aumento sia rispetto a giugno (+2.194 unità) sia soprattutto rispetto a settembre 2023: +2.347. Nonostante il cambiamento di intonazione dell’andamento economico, i dati sull’occupazione mostrano che c’è ancora la necessità di reperimento soprattutto di alcune figure professionali anche se il numero di richieste si riduce: secondo i dati Excelsior nel periodo novembre-gennaio le imprese vicentine di tutti i settori richiederanno 18.750 nuove figure in entrata (-2.770 rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) ma l’assunzione sarà difficile in oltre metà dei casi (53%).
Sotto il profilo settoriale tutte le variazioni sono negative rispetto al 3° trimestre del 2023, le uniche eccezioni riguardano il settore alimentare e del legno-mobile (quest’ultimo legato all’andamento delle sole imprese più strutturate) che registrano crescite importanti su base annua (rispettivamente +5,7% e +8,4%). I dati sono molto negativi per il settore orafo, per la moda e per la metal-meccanica. Se per l’abbigliamento pesa l’incertezza del mercato del lusso soprattutto in funzione della debolezza del mercato cinese per il settore della componentistica meccanica pesa la debolezza dell’economia tedesca (soprattutto nell’automotive)”.
Sempre secondo l’analisi, risulta che la quota di imprenditori che prevede un aumento della produzione rimane relativamente stabile.
“A fine settembre i giorni di produzione assicurati dagli ordinativi già raccolti sono 50, un dato in flessione rispetto a quello del trimestre precedente (54). Anche il grado di utilizzo degli impianti si allontana ulteriormente dalla quota ottimale dell’80% e si attesta a 67,7% (era il 70,2% nel 2° trimestre). La quota di imprenditori che prefigura un incremento produttivo nel breve periodo passa dal 38,8% al 40,6% (serie destagionalizzata) e quindi non vi sono variazioni di rilievo”.