Ci abbiamo sempre creduto poco alla libertà di stampa o di informazione – scrive Germano Raniero di Usb Vicenza – Questo perchè i mezzi di informazione sono per la quasi totalità proprietà dei potenti di turno. Quello che ci interessa, e molto, invece è la libertà di informare. Libertà oggi apparentemente facile visti i “social” e la possibilità di farsi una propria testata online.
In realtà i primi sono sicuramente utili e in parte fanno filtrare informazione non “embedded”, le seconde invece in realtà sottostanno alle leggi ferree del mercato e del potere e molte di queste in realtà sono parte di network. E se si è un testata non dentro network e si vuole spaziare, indagare, informare senza tornaconti di parte allora arrivano le mannaie.
Mannaie come denunce, condanne, persecuzioni. Mi pare caro Giovanni che nella tua foga di “informare a prescindere” ogni volta che hai osato…zac…arrivano i “tagliatori di teste”. Ho visto che ne hai una sfilza di medaglie, peccato che poi abbiano ragione le non compiante Lia Sartori e la Elena Donazzan (due donne dentro ogni sospetto). Denunciarlo…denunciarlo tanto non ha i soldi per difendersi.
Per cui le medaglie a onor del merito diventano pesanti da sostenere e si rischia di soccombere. Soccombere per di più da soli. Certo con soddisfazione dell’avversario, e ci sta che pur avendo ragione si puo’ perdere, ma quello che fa male nell’indifferenza.
Io faccio parte di un sindacato che questa condizione la conosce bene e vuole evitare l’indifferenza. Vuole pur evitare l’autosufficienza di cui molte testate online, molte associazioni, movimenti, giornalisti non embedded paiono bearsi. Alla fine se scompare una testata dispiace ma si tira dritto e si cerca un’altra testata cui affidare i propri comunicati.
Questo non deve assolutamente succedere. Non c’è tempo a volte di venire davanti al tribunale. Si puo’ al contrario organizzare una serata su decreto sicurezza e libertà di informare. Mettendo a confronto chi fa le lotte sociali e chi fa informazione.
Perchè la miglior difesa è l’attacco.