Al varo definitivo una manovra finanziaria da tanti definita attendista. Si procede restando comunque in attesa di verificare l’evoluzione dell’andamento finanziario per il prossimo anno.
Le misure di contrasto alla crisi si esauriscono alla fine del primo trimestre 2023 ed a marzo si deciderà come operare sulla base dell’andamento dei prezzi di energia. In ogni caso, non mancano previsioni che meritano ampio apprezzamento.
Da sempre Meritocrazia Italia ha mostrato favore per l’introduzione di un bonus psicologo, insistendo sulla necessità che la misura non resti isolata, ma si accompagni, ad esempio, all’istituzione, in collaborazione con MMG, PLS e Psicologi Specialisti delle Cure Primarie presto presenti nelle Case della Salute, di un permanente ‘Osservatorio nazionale della salute e del benessere sociale’, che, partendo dal censimento delle volontà, dei desideri, delle criticità e delle difficoltà vissute dai cittadini, definisca il reale e gravoso disagio vissuto con obiettivo ideare, programmare e attuare interventi adeguati ed equamente diffusi in ogni territorio.
Il timore è che i fondi oggi destinati al bonus non siano sufficienti (5 milioni per il 2023 e 8 per il 2024), specie considerate le migliaia di istanze rigettate dall’Inps nel 2022 con 25 milioni a disposizione. Opportuno sarebbe anche un abbassamento del tetto ISEE, oggi previsto in 50mila euro.
L’assegno unico universale, invece, sarà maggiorato del 50% per il primo figlio entro il primo anno di età, e di un ulteriore 50% per le famiglie composte da 3 o più figli ma entro i 3 anni di età. Confermato anche l’assegno per persone con disabilità.
Importante novità è il tetto ISEE tra i requisiti per cui l’aumento dell’assegno per i nuclei numerosi avviene solo per livelli di ISEE fino a 40.000. Questo riduce inevitabilmente la platea dei potenziali beneficiari.
Sarebbe opportuno, come richiesto più volte, far riferimento al solo reddito familiare per evitare iniquità e impedire che il computo sia viziato da ragioni patrimoniali, potenzialmente fuorvianti rispetto alla reale condizione economica familiare. Questo era stato accennato con l’introduzione del quoziente familiare, che dava meno peso all’Isee, ma il tutto sarà valutato purtroppo non prima del 2024.
Buone le previsioni su turismo e cultura. Coglie nel segno l’idea di sostituire la 18App con la ‘Carta Cultura Giovani’, diretta ai diciottenni di famiglie con ISEE non superiore a 35.000 euro, e la ‘Carta del Merito’, riservata agli studenti degli Istituti di istruzione secondaria superiore o equiparati che abbiano conseguito, non oltre l’anno di compimento del diciannovesimo anno di età, il diploma finale con una votazione di 100/100. Utilissima, in tale ottica, sarà la creazione di un ‘Fondo nazionale per lo spettacolo’ in sostituzione del Fus.
Meritocrazia condivide la scelta del Governo di procedere lungo la strada del Merito e dell’equità e di far sì che l’accesso alla Cultura sia garantito anche sostenendo e rilanciando diversi e rafforzando l’emersione dei talenti e delle opportunità di espressione. Anche, ma non soltanto, per una migliore inclusione lavorativa.
Sarà fondamentale lavorare, però, sui meccanismi anti-truffa, per porre fine alle frodi, oggi quantificate in circa 17 milioni di euro, basate sul mercimonio legato alla spendita dei fondi della 18App. Ciò non soltanto per evitare arricchimenti indebiti e il proliferare di fenomeni di illegalità, ma soprattutto per evitare pericolose occasioni di avvicinamento tra i giovani e la criminalità organizzata.
Sul piano della promozione della Cultura, tanto però c’è ancora da fare, non ultimo in punto di recupero infrastrutturale.
Apprezzabile la previsione di un fondo per il turismo sostenibile. Contrastare il sovraffollamento turistico, a creare itinerari turistici innovativi, favorire la realizzazione di reti virtuose tra operatori del settore e destagionalizzare alcune mete è un passo necessario verso la valorizzazione dell’immenso patrimonio nazionale. In tale prospettiva, si insiste per il recupero e la promozione dei piccoli borghi.
Desta qualche perplessità l’intervento sul reddito di cittadinanza.
Da sempre Meritocrazia sollecita una revisione della misura, da convertire in reddito di inclusione. Questo vuol dire risolvere prima di tutto il problema del matching tra domanda e offerta, sul quale intervenire in modo serio e definitivo.
Resta prioritaria una riforma strutturale, con la creazione di diramazioni territoriali per provincie, strumenti e personale adeguati alle funzioni, con banche dati efficienti e che dialogano tra loro, semplificando processi e azioni. Si ribadisce la proposta di sfruttare le competenze delle frammentate agenzie di lavoro interinale, mettendo a disposizione dei Centri per l’Impiego i loro corposi database, con adeguati accordi negoziali.
La preoccupazione è che, se dovesse passare l’emendamento, il meridione sarebbe ancora più lasciato ai margini e in povertà. Le Offerte di lavoro sono quasi solo al settentrione. Questo favorirebbe i fenomeni migratori da sud a nord.
Al contrario, il divario territoriale va sanato. In questo senso, è fondamentale, ad esempio, curare in maniera definitiva le distorsioni sociali e insistere sulla scolarizzazione per aree geografiche; non è un caso che il maggior numero di percettori si collochi in quelle aree a maggiore dispersione scolastica e a maggior numero di neet.
Quanto alle misure in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti, 10 miliardi sono destinati alle imprese sotto forma di credito d’imposta per gli acquisti di input energetici effettivamente realizzati nel primo trimestre del 2023; mentre 2,5 miliardi servono per la rideterminazione delle agevolazioni relative alle tariffe elettriche (bonus sociale elettrico e gas) riconosciute a soggetti economicamente svantaggiati o in gravi condizioni di salute.
La scelta si connota per prudenza, perché, nonostante il netto peggioramento della situazione economica indotto dallo shock energetico, persegue un percorso di aggiustamento delle finanze pubbliche, riducendo il deficit dal 5,6% del 2022 al 4,5% nel 2023.
Il Governo sembra preferire, ad interventi strutturali, l’esigenza di dare una immagine di responsabilità finanziaria, per attrarre investitori. È apprezzabile che sia riuscito a tenere la barra dritta della finanza pubblica, ma mancano in tutti i settori misure di ampio respiro.
21 miliardi sono tutti destinati al mantenimento di interventi molto simili a quelli già introdotti dal governo a supporto di imprese e famiglie contro il caro-energia. Ma per le imprese non basta. Servirebbero da subito misure strutturali per aumentare il potenziale di crescita dell’Italia e migliorare la produttività del sistema. Sarebbe necessario accelerare i ritmi di spesa delle risorse del PNRR per sciogliere tutti i nodi che frenano la produttività: burocrazia, infrastrutture digitali e materiali, servizi pubblici, concorrenza. Occorre sostenere gli investimenti privati e pubblici per rendere il sistema più digitale, efficiente e soprattutto ecocompatibile.
Con la riduzione fiscale, ad esempio, si potrebbero aggiungere delle premialità o un ulteriore sconto del cuneo alle aziende che garantiscono ai propri collaboratori la formazione continua, distinguendo tra la formazione ex-lege e altre discipline con la possibilità di svolgere l’attività formativa per il 50% fuori dall’orario di lavoro.
Resta essenziale anche incoraggiare la costituzione di aggregazioni fra le micro e piccole imprese mediante strumenti diversi (incentivi, credito di imposta, ecc.) anche per favorire, mediante il Fondo di Garanzia per le PMI, l’accesso al credito congiunto fra più imprese valorizzando il merito dei progetti di investimento, in linea con le priorità del PNRR.
Con riferimento al Superbonus 110%, ridurre le risorse a disposizione non serve a rendere efficiente lo strumento. Occorre una seria revisione delle procedure e dei meccanismi di controllo al fine di restituire al Superbonus la funzione di supporto alla ripresa economica (non soltanto) del comparto, anche mediante lo sblocco totale delle cessioni dei crediti, senza il quale numerose imprese rischiano il fallimento.
Per certo di più si sarebbe potuto fare per l’ambiente. Con la manovra slittano la plastic e la sugar tax.
Apprezzabili, poi gli interventi ‘salva sport’, piccolo tassello di un puzzle molto più complesso che dovrebbe comporsi anche di nuove e migliori tutele per il lavoratore sportivo non professionista, di interventi sul vincolo sportivo, di misure volte a favorire l’accesso al professionismo, senza differenze di genere.
Non ultimo, ci si attendeva maggiore attenzione per problemi del mondo del lavoro cronici e insoluti da sempre, ni quanto lo stato di sofferenza dell’intero sistema meriterebbe maggiore coraggio e logiche tese sia ad aumentare l’effettiva capacità di spesa delle famiglie, attraverso il lavoro, sia a favorire i necessari aumenti, non sostenibili da interi settori economici, come evidenziato da Meritocrazia Italia nel precedente comunicato del 23.12.2022.
Serve, ancora, tornare a ragionare in una logica di filiera localizzata, oggi decentrata verso Paesi a più basso costo di manodopera, con pregiudizio significativo per il mercato del lavoro nel suo complesso; serve un intervento deciso sulla contrattazione collettiva, ferma da troppi anni in troppi settori, per definire i giusti equilibri tra forze datoriali e lavoratori, con un incremento, defiscalizzato, degli effettivi aumenti profusi; serve foraggiare un nuovo ‘Patto sociale nazionale del lavoro e dell’impresa’ che vada ad adeguare le previsioni della L. 300/70, al fine di garantire uniformità di tutele e di diritti, contemperando le esigenze dell’occupazione e della produzione, nell’ottica di rilancio produttivo e di salvaguardia dei posti e delle condizioni di lavoro, varando altresì un codice etico e normativo per regolare le implicazioni connesse all’imperante tecnologizzazione e robotizzazione dei processi, in uno all’avvento preponderante dell’e-commerce e della produzione/commercializzazione massiva.
Avvertiamo forte, infatti, il bisogno di definire nuove linee d’intervento per una decisa inversione di rotta, che consenta di contrastare il preoccupante aumento delle diseguaglianze, dell’incolmabile divario tra chi ha sempre di più e chi non riesce ad arrivare a fine mese, del progressivo abbandono dei principi di dignità e di centralità dell’Uomo, del lavoro e dell’impresa, del radicamento di inaccettabili fenomeni di dumping lavorativo e fiscale, figli della sostanziale mancanza di uniformità delle regole in ambito nazionale, comunitario ed internazionale, in uno alla costante corsa al ribasso dei diritti e delle garanzie.
Sono solo alcune considerazioni a caldo sul testo della Manovra, avanzate sempre con lo spirito costruttivo di ausilio e supporto proprio di Meritocrazia Italia, sempre pronta a cooperare con lealtà, disponibilità e rispetto dei ruoli, siccome spinta dalla sola volontà di costruire un percorso virtuoso a beneficio di tutti, in sano esempio di reale cittadinanza attiva.