Manovra, lavoratori fragili delusi: “costretti a scegliere se morire di Covid o di fame”

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Lavoratori fragili
Lavoratori fragili

La manovra non soddisfa i lavoratori “fragili” (immunodepressi, con patologie oncologiche, trapiantati, in chemioterapia ed altre terapie salvavita, etc.), impossibilitati, spiegano anche nel loro gruppo Facebook, ad eseguire il lavoro in modalità “smart working” per mansione (operatori sanitari, operai, addetti alle mense ed ai servizi di pulizia, trasportatori, cassieri, etc.). “In caso di eventuale contagio da nuovo Coronavirus – spiegano in una nota – a causa della nostra precaria condizione di salute, siamo ad elevato rischio di gravissime complicanze da Covid-19, nonché esposti a maggior rischio di contagio sia durante lo svolgimento del lavoro in presenza, sia a bordo dei sovraffollati mezzi di trasporto pubblico, che siamo spesso costretti ad utilizzare per raggiungere il posto di lavoro”.

“Vorremmo segnalare un gravissimo vuoto normativo, che perdura oramai da molti mesi e che speravamo potesse essere finalmente colmato in maniera adeguata nell’ambito della Legge di Bilancio 2021 (AC 2790-bis), provvedimento in fase di completamento del suo iter a breve. Purtroppo, ad oggi constatiamo ancora una volta la disparità di tutela esistente tra lavoratori fragili di serie A e di serie B. Infatti, l’articolo 81-bis (“Disposizioni in favore dei lavoratori fragili”) della predetta legge di Bilancio, se dovesse essere approvato da entrambi i rami del Parlamento tal quale, andrebbe a creare una duplice discriminazione”.

“Non va a colmare in senso retroattivo il periodo dal 16 Ottobre al 31 Dicembre 2020, durante il quale tutti quei lavoratori fragili impossibilitati a svolgere il lavoro agile (o perché questa modalità non è compatibile con la specifica mansione, oppure perché non gli è stata concessa dal datore di lavoro, in quanto non esplicitamente resa obbligatoria, qualora eseguibile) sono rimasti privi di qualsiasi tutela, venendo di fatto discriminati rispetto alla platea dei lavoratori fragili che, per mansione, hanno invece potuto continuare a lavorare in modalità agile. Inoltre, l’assenza equiparata al ricovero ospedaliero fruibile dai lavoratori fragili nel periodo dal 1 Gennaio al 28 Febbraio 2021 (articolo 81-bis “Disposizioni in favore dei lavoratori fragili” della legge di Bilancio), per l’ennesima volta (come già avvenuto in precedenti provvedimenti) non viene esplicitamente esclusa dalla computabilità nel periodo di comporto, nonostante le varie proposte di emendamento (tra cui quella a prima firma dell’On. Tasso, n. 67.01)

“È fondamentale – proseguono i lavoratori fragili – che la norma espliciti chiaramente la non computabilità nel comporto di tali assenze dei lavoratori fragili, poiché non tutti i CCNL, sia del settore pubblico che privato, escludono il ricovero ospedaliero dal conteggio nel comporto, creando anche qui disparità tra lavoratori fragili, a seconda che il ricovero ospedaliero incida (lavoratori di serie B) o non incida (lavoratori di serie A) sul comporto. Pertanto, chiediamo tramite tutte le forze politiche che il Governo ponga urgentemente rimedio alla discriminazione tra lavoratori fragili,? ? esplicitando che l’assenza dal lavoro equiparata a ricovero ospedaliero venga esclusa dal computo del periodo di comporto per tutti i lavoratori fragili indistintamente, del settore pubblico e privato, e che si colmi la mancanza di tutele subita dai lavoratori fragili incompatibili con lo smart working nel periodo dal 16 Ottobre al 31 Dicembre 2020”.

“Un ringraziamento particolare va all’onorevole Antonio Tasso, sempre vicino ai lavoratori fragili, che, avendo rilevato tale discriminazione, ha prontamente presentato un ordine del giorno (ODG) alla legge di bilancio, con cui chiede formalmente al governo di impegnarsi a porre rimedio quanto prima alla discriminazione che si è venuta a creare tra i lavoratori fragili, ai sensi dell’art. 81-bis della legge di bilancio in esame. Fino a quando il governo non avrà rimediato, escludendo esplicitamente l’assenza ricovero ospedaliero dal computo nel periodo di comporto, i lavoratori fragili, nei cui contratti di lavoro il ricovero ospedaliero incide sul comporto, saranno ancora costretti a “scegliere” se morire di fame (a seguito di decurtazioni di stipendio o del licenziamento) oppure morire di Covid, andando al lavoro in presenza.
Speravamo di dover stare più tranquilli a Natale – conclude la nota – ma ancora una volta la politica lascia indietro i lavoratori fragili”.