Il Gip Matteo Mantovani è ben (?) conosciuto per la sua severità a Vicenza e anche da chi dirige questa testata e ora (primo lancio il 10 aprile alle 16.44, ndr) vi scrive (“Condanna di Mantovani a Coviello, Ossigeno per l’Informazione: ha un effetto raggelante e intimidatorio sull’intera categoria dei giornalisti” e “Gip Mantovani condannò a Vicenza a 8 mesi nostro direttore Coviello. Consulta: via legge anti CEDU, carcere a chi diffama “solo nei casi gravi”).
Ora in città e non solo è ancora più noto dopo aver emesso un’ordinanza (qui il documento) in cui accoglie la richiesta della procura di archiviare le posizioni di 21 indagati nella seconda fase dell’indagine sul crac della Banca popolare di Vicenza per i reati di ostacolo agli organismi di vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto.
Mantovani, intanto, ha deciso l’archiviazione per l’ex presidente Zonin,l’ex consigliere di amministrazione Zigliotto e per l’ex dg Samuele Sorato in quanto già sottoposti a giudizio per gli stessi reati con Zonin condannato in primo grado a 6,5 anni di detenzione, Zigliotto assolto e Sorato ancora sotto processo perché “stralciato” da quello di cui inizierà la fase di appello a Venezia il 22 aprile prossimo (qui i commenti dell’avv. prof. Rodolfo Bettiol alle istanze di appello a condanne e assoluzioni, ndr).
Il Gip ha, contestualmente, “archiviato” le posizioni dei consiglieri del Cda Giovanna Dossena, Franco Miranda, Andrea Monorchio, Roberto Zuccato, Marino Breganze, Giorgio Tibaldo, Gianfranco Pavan, Nicola Tognana, Giovanni Fantoni, Fiorenzo Sbabo, Maurizio Stella, Vittorio Domenichelli, Alessandro Bianchi, Maria Carla Macola e Paolo Angius oltre a quelle dei tre componenti del collegio sindacale, Giovanni Zamberlan, Giacomo Cavalieri e Laura Piussi.
I commenti degli indagati prosciolti non possono che essere favorevoli, anche se siamo pronti ad accoglierli di nuovi in replica ai pareri, di ben altro segno, chiesti, e finora ricevuti, sulla decisione di Mantovani ai legali delle parti civili e alle associazioni dei risparmiatori.
Sulle motivazioni di archiviazione di Mantovani («le operazioni fraudolente sono state poste in essere in piena consapevolezza di ciò solo da alcuni amministratori, specificatamente dal vertice decisionale della Banca popolare» e, in specie per i sindaci, i pochi responsabili le avrebbero ben nascoste ai controllori) il primo a intervenire è l’avvocato vicentino vicentino Michele Vettore: “Questa e l’ennesima delusione per tutti i soci che hanno creduto nella BPVI e dato fiducia a persone che evidentemente non la meritavano. L’idea che un colosso quale era la Banca Popolare di Vicenza fosse affidato a un CdA e a un Collegio Sindacale ignari di ciò che succedeva all’interno dell’istituto mi lascia perplesso e amareggiato“.
Renato Bertelle, un altro dei pochi con Vettore e Paolo Ciccotto, di fatto sempre presenti alle 117 udienze del processo BPVi, è lapidario: “Conoscendomi, però, e conoscendo lei il processo Zonin ora in appello per aver assistito anche alle udienze, lei sa che è meglio che non parli, perché rischierei una denuncia. Posso soltanto dire che non sono soltanto amareggiato e deluso“.
Approfittiamo dell’occasione, quindi, per chiedere, anche alla luce delle questioni poste dalla socia BPVi Maria Teresa Roda sulle costituzioni di parte civile, al più loquace, pur se sempre avveduto, avvocato Michele Vettore qualcosa sui prossimi passi attesi per i ricorsi contro tutte le condanne e le assoluzioni della sentenza del collegio presieduto da Deborah De Stefano, che si discuteranno dal 22 aprile a Venezia.
“In grado di appello – dichiara Michele Vettore – non sarà necessario costituirsi nuovamente parte civile, vigendo il cosiddetto “principio di immanenza” ai sensi dell’art. 76 comma 2 cpp, il quale legittima la parte civile alla permanenza processuale anche in grado di appello, qualora la stessa si sia regolarmente costituita in primo grado. Pertanto assisterò alle udienze, limitandomi a depositare a fine istruttoria le mie conclusioni scritte“.