Bello spettacolo a Vicenza grazie a Forza Italia e Lega (ex) Nord: mentre Francesco Rucco continuava a mettere a punto i motori della sua corsa a sindaco di alternanza col centro sinistra, che da dieci anni governa la città con Achille Variati che lo ha intriso nel tempo di destra e di interessi, prima si candidano, tatticamente e con poco rispetto per gli elettori, Roberto Ciambetti per gli ex verdi padani e Elena Donazzan per i forzaitalioni più neri che tricolori. Poi arriva la pace sotto il segno del candidato “unico” del centro destra (civico Rucco a parte) con Fabio Mantovani, avvocato sconosdiuto ai vicentini non forensi meno che a Variati il cui programma di governo aveva sottoscritto pur di essere da lui nominato nel cda dell’Ipab di Vicenza…
Ebbene ora, dopo le politiche del 2018, l’assessore regionale alla scuola e al lavoro, altrui, Donazzan, non candidata per fine gradimento alle elezioni nazionali, si ripropone per palazzo Trissino, lei dice per unire il centro destra, altri perchè Rucco è candidato dal suo maggior disistimatore e critico Sergio Berlato di FdI AN.
Mentre Rucco, una volta inaugurata con successo di popolo anche la sede elettorale e sia pure ostacolato da un’area politica divisa, non può certo fare passi diversi dal continuare il suo cammino, è Fabio Mantovani ad essere stato preso da crisi di depressione: lui per l’improbabile poltrona di sindaco di Vicenza ha anche rinunciato a quella elettiva e di prestigio professionale di presidente dell’Ordine degli avvocati e vedersi sfilare la chance dalla “patriota” Donazzan deve proprio avergli fatto provare le emozioni di una palla da ping pong sbattuta di quà e di là e che Rucco ora è pronto a a schiacciare.
Non diverse sensazioni starà provando ora Otello Dalla Rosa, il candidato di centro sinistra partito ancora prima di Rucco a marcare la sua appartenza politica (era sociasista, poi preferì scivolare verso Ds e Pd) ma rimarcando ancora di più la discontinuità sua e dei suoi uomini dall’operato e dalla corte magica di Variati, che mai ha avuto dissidi con la potente e rientrante Lia Sartori, che prima (decidete voi se queste voci sono di fanta politica o di fine strategia di potere) ha favorito lo strappo a destra con Mantovani tanto per indebolire Rucco e ora parrebbe lo abbia accentuato col ritorno in scena di Elena Donazzan, da tempo legata all’ex sodale politico di Sartori, Giancarlo Galan.
Perchè, ecco le voci a completamento di questa intrigante ipotesi, la sconfitta di Rucco per strappi a destra potrebbe favorire un Otello Dalla Rosa, che, dopo il suo libero volo iniziale e con la regia del sindaco uscente e del suo referente nel Pd, il neo segretario Federico Formisano, che solo pochi mesi fa aveva decretato la fine dell’eretico Dalla Rosa, reo di lesa “sindacalità”, è stato ingabbiato nei vecchi schemi, a destra dal pupillo di Variati, Jacopo Bulgarini d’Elci, e a sinistra da Giacomo Possamai, sponsorizzato dalla struttura dem di Angelo Guzzo, non certo inviso al sindaco e mai in contrasto con la Sartori.
Ricordate (ne scrivemmo e la foto è una copertina molto chiara di un VicenzaPiù di allora) quando, nel 2008, vinse Achille contro Lia al ballottaggio per defezioni, si disse che era colpa della Lega Nord, ancora oggi non chiarissime vista la somiglianza di indirizzi locali dei due candidati di allora con Sartori più attenta ai suoi importanti incarichi europei e Variati bramoso di tornare in scena dopo l’esilio dorato in Regione?
Ebbene le voci, e certe considerazioni le suffragano, danno un Otello che, spinto per vincere al compromesso dell’accordo senza annusare gli odori di chi lo accompagna, sarebbe gradito a chi ha ridotto Vicenza nello stato attuale.
Stato che critica fortemente Francesco Rucco, che, anche se deve lottare contro un nemico in casa ha di suo una buona reputazione che lo fa sempre “inneggiare” alla “gente per bene”, ma che ancora di più è avversato da chi ha scelto Francesco Di Bartolo come candidato sindaco, il Movimento 5 Stelle.
E chissà che i giochi a tavolino che ormai non funzionano più lontano dai tavoli del potere non avvantaggino i due unici candidati ad oggi fermi e chiari nelle loro posizioni…
I due Francesco, Rucco e Di Bartolo.
Sempre che, data per autoescludente la lotta tra Donazzan e Mantovani, Otello Dalla Rosa, che tanto ci piaceva, non abbia un sussulto di orgoglio provando a scardinare la gabbia, di latta, dorata in cui lo hanno rinchiuso i conservatori del passato.