Maranola di Formia, il borgo medievale dalle ricche tradizioni popolari

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Scorcio del borgo di Maranola (credits: Visit Lazio on Twitter)

Abbiamo già narrato la nascita (o rinascita) della città di Formia attraverso l’unione dei due rioni di Mola e Castellone e il definitivo ritorno all’antico nome della città romana. La Formia di oggi, uno dei comuni più grandi della Riviera di Ulisse, si estende però ben oltre i due borghi dell’antica città, separati per secoli e poi finalmente ricongiunti. La frazione di Maranola si unì ai due rioni nel 1928, anno in cui il suo comune fu soppresso. Questo pittoresco borgo, posto a 220 metri sul livello del mare in zona collinare, si appoggia ai piedi del monte Altino e guarda dall’alto Formia regalando un panorama mozzafiato.

La storia – Nella località di Maranola si ipotizza una presenza umana già in epoca preromana, come attesterebbero le tracce di mura ciclopiche presenti sul suo territorio. Il nome stesso della frazione presenta a sua volta più dubbi che certezze: nella sua prima citazione diretta in un codice scritto, dell’anno 1029, compare già con il nome “Maranula“. L’ipotesi più probabile è che il nome sia il risultato della trasformazione della parola data dalla radice preindoeuropea marra- (che poteva indicare pendii poco fertili e, per estensione, gli arbusti che lì crescono), insieme con il suffisso diminutivo –ula.

Si è ipotizzato un legame con la dea Marica, divinità boschiva venerata nella vicina Minturno; questa ipotesi, comunque priva di prove che la avallino, sembrerebbe mettere in contrasto la natura del culto della dea (legato all’acqua, ai boschi e alle paludi) con la morfologia specifica del territorio di Maranola.

Sebbene le teorie sul nome vedrebbero la sua origine come molto antica, le notizie certe che abbiamo non ci riportano più indietro dell’Alto Medioevo.

Panorama di Maranola
Panorama di Maranola (fonte: Wikimedia Commons)

D’altronde, l’origine del castrum evolutosi poi nella Maranola odierna risale probabilmente alla fuga verso le alture causata dall’arrivo dei Saraceni. Ad esso viene fatto riferimento indirettamente già nel tardo Alto Medioevo, con l’appellativo, appunto, di castrum: ciò fa intendere che si trattasse di una cittadella fortificata, dotata di mura e torri.

Nel corso del Medioevo e dell’Età Moderna  fu possedimento di varie famiglie nobili, prima fra tutte quella dei Caetani, passando per i Colonna per arrivare ai Carafa, fino all’abolizione del feudalesimo, nel 1806. Il suo territorio, alle soglie del XIX secolo, si estendeva ben oltre il borgo, includendo territori che arrivavano al limitare dell’odierna zona di Santa Croce, a poca distanza dalla costa. Il R.D. del 26/5 del 1928 sancì poi l’unione del Comune di Maranola e delle sue frazioni al Comune di Formia.

Maranola
Altro scorcio del borgo, nei pressi della chiesa di San Luca Evangelista (credits: Visit Lazio on Twitter)

Terra di tradizioni: il presepe vivente…– Dal 1974, nelle serate festive del periodo natalizio, i vicoli di Maranola si trasformano in un gigantesco presepe vivente. Per le stette viuzze del borgo medievale è possibile immergersi nella suggestiva atmosfera della messa in scena delle vicende evangeliche legate alla nascita di Gesù. La tradizione del presepe è presente a Maranola da secoli. Solo negli anni ’70, però, nacque l’idea di rappresentare la natività all’aperto e con figuranti in carne ed ossa, impersonati dagli stessi maranolesi. Da allora, la tradizione si è imposta come un appuntamento fisso delle festività natalizie, nonché un particolare motivo di orgoglio e coesione per la comunità del paese.

…e non solo – La comunità del borgo, oltre al presepe vivente, si impegna a realizzare anche altri eventi con lo scopo di tenere vive le proprie tradizioni e le proprie peculiarità culturali. Ogni anno, in periodo pre-natalizio, si svolge un festival di musica popolare, che ha come protagonista assoluta la zampogna; da qualche anno, inoltre, le vecchie cantine e i locali, che a dicembre ospitano il presepe vivente, sul finire dell’estate tornano ad animarsi con le esposizioni d’arte di numerosi pittori locali.