Agata e la sorellina Allegra entrano nei quadri di Giambattista Tiepolo, grazie a un antico pennello del grande pittore, che si anima e le porta a vivere una fantastica avventura. Conosceranno così l’arte, le ville venete affrescate e le tante opere dell’artista. E’ la storia raccontata e illustrata dalla scrittrice vicentina Maria Pia Morelli, in arte Zapi, nel volume “Agata allegra e il pennello di Giambattista Tiepolo” (Linea edizioni), pensato per le celebrazioni dei 250 anni dalla morte dell’artista.
I libri illustrati della collana Agata allegra portano alla scoperta dell’ambiente, educano alla sostenibilità e all’amore per gli animali, svelano la bellezza dell’arte, un progetto che è diventato anche un viaggio a tappe attraverso l’Italia, tra letteratura e mostre. Dai dieci libri illustrati della collana di fiabe, in italiano e in inglese, è nata la mostra itinerante “Leggi, sogna, viaggia con Agata allegra Mucci”.
Il testo del libro sul Tiepolo e la mostra a Vicenza come raccontano l’arte ai bambini e alle bambine?
I protagonisti della mia collana di libri dedicati all’infanzia nel nono libro intitolato “Agata allegra Mucci e il pennello di Giambattista Tiepolo” si confrontano, sotto la guida esperta del nonno Vittorio e dello zio Vladimiro, entrambi storici dell’arte, con un programma elettrizzante: la scoperta delle ville venete vicentine affrescate dal grande pittore veneziano Tiepolo, a 250 anni dalla sua morte. Vissuto nell’età dei lumi, Tiepolo fu uno dei più celebrati artisti del suo tempo e vezzeggiato dalla grande committente patrizia. La civiltà delle ville venete trovò in Carlo Goldoni un cronista d’eccezione. Io, pur non osando confrontarmi con lui, mi sono però ispirata al suo mirabile testo “Le smanie per la villeggiatura” colorando la mia storia con due buffi personaggi: Montecristo, il bulldog francese e Tippi, la civetta, attratti molto di più dalla piacevolezza di essere spensierati villeggianti piuttosto che spiriti riflessivi rapiti dalle dotte spiegazioni di nonno e zio”.
I libri della collana Agata allegra e i quadri che nascono dalle fiabe che messaggio vogliono lasciare a bambini e bambine?
Libri e disegni parlano della mia filosofia di vita fondata sull’entusiasmo, sul tarlo della conoscenza, sulla curiosità, sull’importanza dell’istruzione dato che l’istruzione rappresenta il miglior investimento per il futuro. Promuovono un messaggio molto semplice: essere buoni, non fare agli altri ciò che non si vuole sia fatto a noi, insieme alla valorizzazione dei bisogni qualitativi dell’introspezione, dell’amicizia, dell’amore, del gioco e della bellezza che alimentano le radici più autentiche della nostra cultura.
A quale delle storie scritte e dei quadri dipinti è più affezionata e perché?
Il mio cuore batte in particolare per il terzo volume Agata allegra e la palla di Olly dove si parla di una palla ovale, dato che mio figlio Massimiliano ha una grandissima passione per il rugby. Un’inclinazione, la sua, che ha coinvolto la nostra famiglia allargata e così tutti noi, Agata inclusa, abbiamo sempre frequentato i campi da rugby dove giocava Massi. Uno sport leale che ci ha conquistati, che vede la squadra vincere nel suo insieme, dove l’altruismo prevale e che dunque mi ha portata a scrivere: “Non serve avere una palla se non hai un compagno a cui passarla.
C’è un’altra fiaba ambientata a Vicenza e legata a un progetto di solidarietà “Save the cat”. Cosa tratta e come è nata?
“È una storia attuale ambientata lungo le rive del Brenta nel momento in cui la nostra vita è stata sconvolta e scandita dalla pandemia. Il mondo è diventato tutto arancione, la preoccupazione è all’ordine del giorno e la soglia di attenzione per evitare il contagio del virus è alta. Però esseri umani e oggetti si colorano di arancione non solo a causa della pandemia, ma anche per sensibilizzare tutti a rispettare le donne, purtroppo sono ancora tanti gli uomini che non lo fanno.
Ma il focus principale della storia è la causa della salvezza di cinque gattini abbandonati vicino al fiume che verranno tratti in salvo senza tentennamenti da due esemplari di specie diverse: Uma, un cane lupo, e Montecristo, il nostro amatissimo bulldog francese, poiché come recita la frasetta che ho scritto sul passe-partout del quadro: “Supereroi si diventa se sotto il mantello batte un cuore grande”. Esattamente come il suo.