Praia a Mare, dal nostro corrispondente. Non è ancora finita. Non quanto meno per quel che riguarda le statuizioni civili nell’ambito del processo Marlane Marzotto sui tumori che hanno colpito, spesso uccidendo, gli operai dell’ex fabbrica tessile proprietà Marzotto.
Infatti ieri, giovedì 7 novembre 2019, la prima sezione della Corte di Cassazione si è espressa con propria sentenza circa il ricorso ordinario sulla sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro di due anni fa.
Al secondo grado di giudizio – lo ricordiamo – furono assolti gli imputati, ex dirigenti della Marzotto e quadri della fabbrica tessile Marlane Marzotto di Praia a Mare per i quali erano rimaste in piedi le accuse di disastro ambientale e rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.
In attesa che vengano depositate le motivazioni della Suprema Corte, ecco quanto deciso.
Annullata la sentenza impugnata dalla parte civile Comune di Tortora nei confronti di tutti gli imputati – con esclusione di Pietro Marzotto – e rinviata al giudice civile competente per valore in grado di appello.
È stato dichiarato inammissibile il ricorso della parte civile Comune di Tortora nei confronti di Pietro Marzotto, nel frattempo deceduto.
La Corte ha inoltre dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore generale di Catanzaro e inammissibile il ricorso del responsabile civile Marzotto Spa. Quest’ultimo è stato condannato al pagamento delle spese processuali e della somma di 3mila euro in favore della Cassa delle ammende.
Questo, quanto dichiarato da Lucio Conte, avvocato del Comune di Tortora oltre che di molti familiari degli operai Marlane ammalatisi o morti per tumore.
“Si apre un nuovo scenario che dovrà essere risolto dalla Corte d’Appello civile di Catanzaro cui la Suprema Corte ha trasmesso gli atti.
Il Comune di Tortora – ha puntualizzato – è stata l’unica parte civile a impugnare la sentenza di appello e ora il procedimento torna al giudice civile competente per valore in grado di appello per le statuizioni civili, quindi per la determinazione del risarcimento dei danni richiesto dall’ente.
La Corte d’Appello di Catanzaro dovrà porre la parola fine a questa parte della vicenda, con la richiesta del risarcimento di tutti i danni subiti dalla condotta di tutti gli imputati e dei responsabili civili Eni spa e Marzotto Spa.
La vicenda penale dei dirigenti della Marlane – ha concluso Lucio Conte – non è affatto finita, perché ancora si registrano cicatrici serie sulle persone e sul territorio, tant’è che il procedimento è ancora in corso dinanzi alla Procura della Repubblica di Paola, con nuovi accertamenti e nuovi approfondimenti”.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco del Comune di Tortora, Pasquale Lamboglia.
“Il mio sogno – ha detto – è che su quei terreni, una volta bonificati, si realizzi un parco verde intitolato a tutti gli operai che sono deceduti per colpa di quella fabbrica. Abbiamo resistito a tutte le pressioni e anche alle lusinghe avanzate dai responsabili civili”.