Sono ormai quasi 10 anni che i comunisti di Vicenza – riporta una nota del PCI federazione di Vicenza – seguono la questione Marlane-Marzotto. In quello stabilimento di Praia a Mare oltre 100 lavoratrici e lavoratori sono state vittime di vari tipologie di tumore. In quello stabilimento è stato anche riscontrato alti tassi di inquinamento dovuti a sostanze nocive e pericolose residuo delle lavorazioni.
Anni fa è iniziato un primo processo che si è concluso sia in primo grado che in appello con l’assoluzione di tutti gli imputati anche se, nelle motivazioni delle sentenze, viene scritto che l’inquinamento è accertato e che altrettanto lo è la assoluta pericolosità delle sostanze trovate nell’area della fabbrica.
Come succede abitualmente, l’assoluzione c’è stata perché non si potevano accertare responsabilità personali, soprattutto a distanza di troppi anni da quando i fatti, presumibilmente, sono avvenuti. In definitiva l’inquinamento c’è stato, il disastro ambientale anche, i morti non si possono cancellare, ma nessuno è condannabile per tutto questo. Quindi tutti gli imputati sono stati assolti.
Da circa un anno è in corso un nuovo processo a fronte della denuncia di un’altra trentina di lavoratori morti per tumore. Si sono avviate ulteriori ricerche riguardo l’inquinamento dell’ambiente e i risultati dei nuovi prelievi, anche se sono passati ben oltre dieci anni dalla chiusura dello stabilimento, stanno confermando che in quei terreni sono state sversate sostanze tossiche estremamente pericolose per la salute.
Ma, in tutti questi anni e anche adesso, le notizie di quanto avvenuto alla Marlane-Marzotto e di quanto sta avvenendo scarseggiano. È difficilissimo trovarle. Compaiono solo quando ci sono le assoluzioni.
Coscienti di questa scarsità di informazione, comunque, da sempre cerchiamo nuove notizie quasi giornalmente. Così siamo ?incappati? in un articolo de ?Ilsole24ore? di qualche mese fa. Un articolo emblematico intitolato ?Poca acqua e taglio alle emissioni, ecco il «tessile green» di Marzotto a Biella? (cfr allegato). In questo articolo si viene informati che Marzotto investe nel ?tessile green? e che la divisione ?Biella Manifatture Tessili? ha ?abbattuto del 30% il consumo di acque, di una identica quota le emissioni di ossidi di azoto (Nox) e del 10% le emissioni di Co2 per ogni metro di tessuto prodotto?. Davide Favrin, amministratore delegato di ?Biella Manifatture Tessili? afferma, tra l’altro, che ?al centro della nostra filosofia sta il concetto di miglioramento continuo, un?idea che ci porta a investire nel territorio e sulle persone a 360°, un percorso di qualità che va dalla selezione della materia prima, all?analisi del processo produttivo, dall?ideazione all?ingegnerizzazione del prodotto?.
Ottimo, si pensa. Finalmente un’industria che investe e opera a favore dell’ambiente e che non inquina. Una buona notizia, certamente. Ma c’è qualcosa di stonato, qualcosa che non torna. Ed è il nome di uno dei tre stabilimenti che fanno parte della divisione ?Biella Manifatture Tessili?. Perché oltre a ?Lanificio Guabello? e a ?Fratelli Tallia di Delfino? compare il nome ?Marlane?. Certo, non è lo stabilimento di Praia Mare, questo è quello biellese dove è stata trasferita la produzione. Ma, comunque, quel nome ?Marlane? stona.
Per chi conosce la storia della Marlane di Praia a Mare, per chi ha vissuto il doloroso dramma di sapere delle decine di lavoratrici e lavoratori morti, per chi sa dell’inquinamento che è stato prodotto, leggere quel nome inserito tra gli stabilimenti virtuosi risulta anacronistico. È qualcosa di, diciamo, ?antipatico?.
E sarebbe, riteniamo, tragicamente bizzarro e, per molti versi, insultante che il nome ?Marlane? fosse associato a qualsiasi riconoscimento di qualità ambientale e sostituisse il ricordo (pur flebile e lontano) di quello che è successo veramente là in Calabria, in quella Marlane dove si inquinava in maniera massiccia.
Sarebbe l’ultimo, sprezzante insulto verso quelle decine e decine di lavoratrici e lavoratori che non ci sono più perché le condizioni di sicurezza erano, per dirla in maniera edulcorata, assolutamente insufficienti.
Ricordiamoci di non dimenticare cosa è successo alla Marlane-Marzotto di Praia a Mare.
Il sole24ore, 24 maggio 2018
Innovazione e ambiente
Poca acqua e taglio alle emissioni, ecco il «tessile green» di Marzotto a Biella
di Carlo Andrea Finotto
Marzotto punta su Biella e, soprattutto, investe nel ?tessile green?, sostenibile, per dirla in italiano. Nell?ultimo anno i tre stabilimenti biellesi Lanificio Guabello, Fratelli Tallia di Delfino e Marlane, raggruppati nella divisione Biella Manifatture Tessili, controllata del gruppo veneto, hanno abbattuto del 30% il consumo di acque, di una identica quota le emissioni di ossidi di azoto (Nox) e del 10% le emissioni di Co2 per ogni metro di tessuto prodotto.
Questi i dati più evidenti dell?impatto ambientale (positivo) del processo di certificazione ISO 14001 presentata ufficialmente ieri a Mongrando (dove ha sede il Lanificio Guabello) con il Rina (l?ente certificatore) e il Politecnico di Torino, che con lo spin-off Acs, è partner scientifico di Marzotto per il processo di efficientamento, che comprende anche notevoli risparmi energetici con introduzione di illuminazione a led, recupero di calore e produzione di energia attraverso un impianto fotovoltaico.
La filosofia: miglioramento per competere
«Al centro della nostra filosofia sta il concetto di miglioramento continuo, un?idea che ci porta a investire nel territorio e sulle persone a 360°, un percorso di qualità che va dalla selezione della materia prima, all?analisi del processo produttivo, dall?ideazione all?ingegnerizzazione del
prodotto» spiega Davide Favrin, amministratore delegato di Biella Manifattura Tessile, che fattura 110 milioni di euro all?anno impiegando 350 addetti. «In questa direzione ? dice Favrin ? va l?investimento di 3 milioni di euro circa che, a oggi, ha consentito di ridurre il consumo di acqua e di energia: non è solo un traguardo ma anche un punto di partenza che, entro i primi mesi del 2019, ci porterà a ottenere anche la certificazione sociale SA8000, una certificazione che predispone lo sviluppo di un sistema virtuoso rivolto ai lavoratori, puntando sul loro sviluppo, la loro valorizzazione, la loro formazione e la loro crescita professionale».
La sfida ambientale per migliorare la produttività
«Questa ? afferma l?amministratore delegato di Biella Manifatture Tessili a proposito delle ricadute produttive delle certificazioni ? rappresenta una delle maggiori sfide di oggi: la capacità di un?azienda di mantenere le proprie performance produttive, rispondendo al mercato con i prodotti che esso richiede, il tutto riducendo l?utilizzo di risorse scarse, come acqua ed energia. L?investimento fatto da Biella Manifatture Tessili è in questa direzione: efficientare gli impianti produttivi e ripensare al prodotto in ottica sostenibile ha permesso di ridurre del 30% circa l?utilizzo d?acqua e del 10% solo nell?ultimo anno di energia».
Sinergie di filiera per trasmette i valori al conumatore finale
I processi di certificazione e di sostenibilità sono sempre più al centro delle strategie delle filiere produttive e delle singole aziende. Ma un aspetto altrettanto importante è far percepire questo livello di qualità al consumatore finale. «Ritengo sia molto importante che ogni player all?interno della filiera sviluppi, insieme agli altri, le proprie azioni in termini di sostenibilità, dalla scelta delle materie prime, alla sua trasformazione, fino alla confezione e al mercato finale» conferma Favrin, che sottolinea come «collaborazione e comunicazione tra fornitori e partner commerciali sono fondamentali».
Per il manager « solo la forte integrazione di filiera permette di avere prestazioni più efficaci in termini di sostenibilità e, allo stesso tempo, essere in grado di comunicare in maniera forte il valore aggiunto dei nostri prodotti. In questo modo non solo si può dare una risposta alla crescente sensibilità del mercato che chiede attenzione verso le tematiche sostenibili, ma si può anche fare una comunicazione efficace, tesa alla sensibilizzazione e all?informazione dei consumatori finali».
Biella al centro delle strategie Marzotto
L?investimento su Biella, distretto tessile per antonomasia, non è casuale in questo contesto di competitività e di ?marketing della qualità?. «Biella, come distretto tessile, ha ancora oggi un?immagine molto forte, legata alla qualità, alla tradizione e all?innovazione, all?interno del sistema tessile Italiano. Il Made in Italy, è riuscito infatti a legare la forte tradizione tessile, con la creatività, la visione del prodotto e il servizio. Quello, del resto, che il nostro gruppo cerca di perseguire ogni giorno».