“Marmajeta. La squadra perfetta”: narra e canta l’autore Giancarlo Dalla Libera al Bistrot del Tennis, dove è protagonista anche la “voce” di Cino

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Giancarlo Dalla Libera, autore di “Marmajeta. La squadra perfetta“, dopo aver spiegato che Marmajeta in veneto sta per “piccola marmaglia” e le difficoltà incontrate con l’editore Minerva per imporre questo termine nel titolo (anche se poi arricchito, per compromesso, da “La squadra perfetta“), ha dialogato piacevolmente e in maniera originale con “Cino” Marcellino Vicari.

"Marmajeta. La squadra perfetta" di Giancarlo Dalla Libera
“Marmajeta. La squadra perfetta” di Giancarlo Dalla Libera

Apprezzato anche dal prof. Cevese, attento ascoltatore tra i presenti, non numerosi ma di sicuro moltiplicatori fra i tanti loro conoscenti delle emozioni provate, una volta usciti dal Bistrot del Tennis del padrone di casa Loris, che ha ospitato l’evento stamattina, Cino, con la sua voce originale e il suo “conoscere” di ingegnere passato alla cultura, ha animato alcuni passaggi dell’opera di Giancarlo Dalla Libera.

La narrazione è stata ulteriormente impreziosita dalle melodie interpretate dall’autore stesso accompagnato dalla sua chitarra in quanto parte del libro di “memorie” della sua gioventù (è nato nel 1955*) in una Vicenza (e nella squadra perfetta biancorossa, per 20, ininterrotti, anni in serie A) tutta da (ri)scoprire nelle 270 pagine di “Marmajeta. La squadra perfetta“, in cui la squadra perfetta non era solo quella biancorossa ma era anche quelle della piccola marmaglia di cui l’autore faceva (e fa) parte.

“Marmajèta” è una storia vera che racconta una grande amicizia. Un gruppo di ragazzi nasce alla fine degli anni Cinquanta in un quartiere periferico di Vicenza, accanto al Menti, oltre il quale c’era la campagna. Durante i mitici anni Sessanta e Settanta, questi amici vivono insieme l’infanzia, la fanciullezza e l’adolescenza, fino a prendere ognuno la propria strada, senza mai tradire il carattere che già emergeva da ragazzini sul campo di gioco. I testi e le musiche dei cantautori italiani forniscono una colonna sonora ideale. L’amore per il gioco del calcio, che li fa stare ai bordi del campo del Foro Boario in attesa che “i grandi” li facciano entrare a giocare, e la passione per i colori della squadra cittadina sono i fili conduttori della narrazione. Viene offerto uno spaccato di una società che non esiste più, in cui i rapporti umani erano molto più diretti e la vicinanza era soltanto fisica, non ancora sostituita dalla virtualità dei moderni dispositivi elettronici. La strada è stata la palestra di vita per tutti i protagonisti che, ancora oggi, mantengono la loro amicizia fresca e inalterata, riuscendo a tenere vivi i bambini di allora.
Di sicuro questa sintesi è insufficiente per le emozioni di quella piccola marmaglia di cui l’autore racconta le gesta nelle 269 pagine del suo libro ma le nostre parole e, soprattutto, uno dei brani che Giancarlo Dalla Libera ha regalato ai presenti e ora anche ai nostri lettori  saranno di stimolo a leggerle e gustarle tutte “con nostalgia ma senza rimpianto” come Giancarlo ha tenuto a descrivere come ha scritto loa sua opera.


Giancarlo Dalla Libera è nato a Vi­cenza nel 1955. Ha lavorato come dipendente in banca, poi come consulente finanziario. Oggi si dedica al volontariato nella Caritas e suona la batteria nella Banda Musicale di Creazzo (per la quale, nel 2012, ha curato la realizzazione di un libro storico in occasione dei 100 anni di fondazione). Nel 2011 pubblica il suo primo romanzo “Onde Anomale” edito da Archetipolibri di Bologna. Nel 2014 è la volta di “Ricky diversamente amabile” a cura di Gabrielli Editori di San Pietro in Cariano (VR). Marmajèta è il suo terzo romanzo autobiografico. Va a chiudere idealmente una trilogia che narra, nell’ordine, del mondo del lavoro, degli affetti e dell’amicizia.