Il 16 novembre presso la Prefettura di Vicenza i sindacati USB Vicenza e UGL autoferrotranvieri Vicenza, la Direzione Aziendale della SVT e il Viceprefetto si sono incontrati invano per esperire la seconda fase delle procedure di raffreddamento e conciliazione prevista dalla legge 146/90. “Adesso si va allo sciopero” scrissero i sindacati in una nota e sciopero il 25 novembre sarà, locale come da grida di Massimo D’Angelo (responsabile per USB Veneto del settore trasporto merci e trasporto pubblico locale), e nazionale per affrontare le problematiche del TPL da sempre presenti ma ora acuite dal Covid.
Abbiamo intervistato venerdì scorso D’Angelo, sindacalista old style ma, perciò, vero, così vero che per svolgere meglio il suo compito, dopo decenni di lotte per trovare accordi ma senza compromessi con la nobile coscienza operaia, pur se adattata ai tempi che viviamo, ha lasciato la CGIL per andare verso la base in un sindacato di… base.
Era da tempo che non incontravamo Massimo D’Angelo in presenza ma, andare a casa sua, un casello ferroviario in zona Quadri, sotto il cavalcavia, tutto rifatto da lui, ferroviere da sempre e per sempre, e signora, ci ha trasmesso l’emozione di quando, tanti anni fa, andammo a parlare con lui accampato con i suoi “£rappresentati” in una tenda a Corso SS. Felice e Fortunato.
Allora raccontiamo cosa ci detto Massimo, e come ce l’ha detto, ad esempio sulle condizioni di lavoro e di utilizzo rischiose sui bus SVT in epoca Covid (in cui i proprietari pubblici di SVT per bocca dei loro rappresentanti in cda e in direzione privilegiano i conti positivi rispetto alla necessità di ridurre le “positività” al virus) oppure sull’acquisto di 61 autobus norvegesi meno vecchi di quegli in esercizio ma non adatti al nostro territorio e con costi molto maggiori di quanto pagato per i lavori di adattamento necessari oppure ancora sulle retribuzioni dei lavoratori che regrediscono di fatto a vantaggio di pochi, super premiati privilegiati?
Raccontiamo questo ed altro, anche sulla coscienza sindacale perduta, sui valori smarriti e sul pubblico sempre più… privato?
Oppure, siccome non ci riusciremmo a raccontare Massimo D’Angelo per come è, ve lo lasciamo vedere ed ascoltare grazie al nostro video servizio nel suo regno: un casello da favola in cui vive e lavora sommerso da libri un sindacalista che prova a far rivivere il significato vero di sindacalismo: un’associazione di lavoratori per la tutela dei diritti e degli interessi di categoria sul posto di lavoro e nell’ambito della società.
Eccolo l’ambito che vari altri sindacati hanno perso di vista: la società.
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