Massimo Follesa, portavoce di OvestVI CoVePA, commenta con preoccupazione le notizie riportate dai media regionali sulla Superstrada Pedemontana Veneta (SPV) e in particolare l’articolo a firma Piero Erle sul GdV (nell’immagine) che titola: “Pedemontana Veneta, la Regione calcola un deficit di oltre 100 milioni in tre anni. Il traffico cresce ma il meccanismo del canone da pagare al privato pesa per i primi anni di gestione della superstrada“.
La giunta regionale veneta, dice Massimo Follesa, ha finalmente messo nero su bianco il costo che questa infrastruttura comporterà per i contribuenti nei prossimi tre anni, dal 2025 al 2027: una cifra impressionante di 110 milioni di euro in tre anni (2025-2027) che graverà sui cittadini veneti a causa del contratto che obbliga la Regione a compensare il lucro mancato da pedaggi per il concessionario privato, la SIS, che gestisce l’infrastruttura.
Questa superstrada, lunga 94 chilometri, collega Montecchio Maggiore, nel Vicentino, a Spresiano, nel Trevigiano, con pedaggi talmente elevati da scoraggiare il traffico. Da tempo, gli attivisti della rete ambientalista, tra cui OvestVI CoVePA, avevano sollevato preoccupazioni sulla gestione finanziaria e sulle ripercussioni ambientali di questa infrastruttura. Oggi, ribadisce Follesa, quelle previsioni si sono rivelate fondate, nonostante le iniziali accuse di complottismo da parte dei sostenitori della giunta Zaia.
Il governatore Luca Zaia, nel tentativo di prendere le distanze, ha più volte dichiarato di aver ereditato la SPV dal suo predecessore Giancarlo Galan. Tuttavia, la storia racconta diversamente: la Lega e lo stesso Zaia, all’epoca presidente della Provincia di Treviso, furono tra i promotori di questo progetto fin dal principio. Nonostante i problemi e le criticità emerse nel corso degli anni, la giunta regionale ha continuato a seguire la strada della finanza di progetto anche per la Treviso Mare, affidandosi nuovamente alla SIS.
Inoltre, emergono, ricorda il portavoce del CovePa AvostVI, nuove accuse di corruzione contro i collaudatori della SPV nominati da Zaia e l’azienda SIS, rendendo ancora più complessa la situazione. La decisione della giunta di optare per l’arbitrato anziché intraprendere una battaglia legale solleva ulteriori dubbi sulla gestione di questa opera.
Massimo Follesa, portavoce di OvestVI CoVePA, sottolinea, infine, come la Superstrada Pedemontana Veneta rappresenti non solo un peso finanziario per i veneti, ma anche un ulteriore colpo all’ambiente di una regione già devastata dalla cementificazione.