Monte Orlando è uno scrigno di bellezze da scoprire e di cose da imparare su Gaeta e sull’intera Riviera di Ulisse. Riesce a sorprendere persino standosene semplicemente lì, fermi, ad ammirare il paesaggio dalla sommità del suo promontorio. Uno skyline privilegiato della città che si impreziosisce di una strana costruzione cilindrica dalle misure veramente imponenti: è il Mausoleo di Lucio Munazio Planco, detto anche “Torre Orlando“.
La struttura – L’edificio è ampio quasi 30 metri, anche se la sua circonferenza esterna arriva addirittura a superare i 90 metri, per un’altezza di 9 metri. Notevole che, nonostante la costruzione risalga, più o meno, al 22 a.C., il mausoleo appaia in uno stato di conservazione incredibile: è andata persa soltanto la sua copertura a tumulo (una sorta di collina artificiale realizzata con l’ausilio di terra e pietre).
Capire a chi fosse destinato il monumento funerario è stato facile. Ancora oggi, sulla porta è possibile leggere in un’iscrizione:
L. MUNATIUS L (ucii) F (ilius) L (ucii) N(epos) L(ucii) PRON(epos) PLANCUS CO(n)S(ul) CENS(or) IMP(erator) ITER(num) VII VIR EPULON(um) TRIUMP(hator) EX RAETIS AEDEM SATURN(i) FECIT DE MANIBIS AGROS DIVISIT IN ITALIA BENEVENTI IN GALLIA COLONIAS DEDUXIT LUGUDUNUM ET RAURICAM.
“Lucio Munazio Planco, figlio di Lucio, nipote di Lucio, pronipote di Lucio, console, censore, imperatore per due volte, settemviro degli epuloni, trionfatore dei Reti , fece col bottino il tempio di Saturno, divise i campi in Italia a Benevento, fondò in Gallia le colonie di Lugduno (Lione) e Raurica (Basilea)”.
L’opera, infatti, fu voluta proprio da Lucio Munazio Planco, militare e uomo politico romano dell’epoca repubblicana morto a Gaeta – città che ha amato moltissimo e che aveva ospitato anche una sua bellissima villa – nell’1 d.C.
La tomba si compone di quattro celle con volte a botte disposte secondo i 4 punti cardinali e accessibili da un corridoio circolare: oggi ospitano un antiquarium con diversi reperti appartenenti a varie epoche, ma quella principale – sita di fronte all’ingresso – accoglie una copia della statua del “generale di Tivoli” (l’originale è custodita a Roma), trovata nel santuario tiburtino di Ercole Vincitore, appunto a Tivoli. Si ritiene, in effetti, che Planco sia probabilmente originario di quella città.
La posizione del mausoleo è rilevante da tutti i punti di vista: romantica, grazie al paesaggio in cui si inserisce, ma anche di dominio, quasi a ricordare quanto Planco apprezzasse Gaeta anche dal punto di vista strategico. Alcuni studiosi ipotizzano persino una motivazione mistica: il militare avrebbe scelto quella particolare ubicazione per il suo monumento funerario per la vicinanza del sepolcro di Cajeta, nutrice di Enea.
A dirla tutta, ci sono opinioni discordanti anche per quanto riguarda la destinazione d’uso dell’edificio: molti ritengono che, inizialmente, non fosse concepito in quanto tomba ma, al contrario, come un luogo di vita, una villa o addirittura una struttura termale; ipotesi, tuttavia, che sta poco in piedi perché, come detto, della villa di Planco esistono dei resti archeologici (nella zona del Santuario della SS Trinità), senza contare la sagoma della struttura tipicamente sepolcrale.
Quello che stupisce è che questo tipo di mausolei, all’epoca di Planco, non era ancora conosciuto: l’idea è che il militare sia stato ispirato da qualche costruzione asiatica durante uno dei suoi spostamenti; il resto sarebbe influenza del Mausoleo di Augusto, la cui edificazione risulta già in corso nel 28 a.C.
D’altronde, non si sa nemmeno se la costruzione sia realmente cominciata quando Planco era ancora in vita.
Chi era Lucio Munazio Planco? – Lucio Munazio Planco proveniva da una famiglia di cavalieri e ha ricoperto tantissime cariche importanti nel corso della sua vita: console (42 a.C.), censore (22 a.C.), ottenne l’imperium (potere di stampo militare) per due volte, fu dux (comandante militare), uomo politico, prefetto, legatus pro praetore (governatore di rango senatorio) e fondò due colonie romane (Lione in Francia e Augst in Svizzera). È sopravvissuto in epoche burrascose cambiando le proprie alleanze a seconda delle circostanze: fu legatus al seguito di Giulio Cesare e abile oratore politico. Si schierò dalla parte di Marco Antonio ma lo tradì con l’entrata in scena di Cleopatra di cui, secondo il suo parere, l’amico era diventato succube. Con la vittoria di Ottaviano su Marco Antonio, fu lui stesso a proporre il titolo di Augustus, in seguito assunto da tutti i successori dell’imperatore.
Morì suicida, in data incerta, afflitto da mali che non riusciva più a sopportare.