da Il Mattino di Padova-Nordest Economia e video di Roberta Paolini
«Questo processo ci aiuterà a far emergere la verità, e oggi sono qui per la prima volta in aula ma penso che sarò più presente per essere a fianco dei miei legali». Lo ha detto Gianni Zonin, ex presidente della Popolare di Vicenza, imputato per il crac dell’istituto di credito, oggi per la prima volta in aula bunker a Mestre dove da un paio di mesi si sta svolgendo il processo a carico degli ex vertici della Popolare berica. «Abbiamo sempre fatto tanto per i clienti» ha detto l’ex banchiere aggiungendo «E di certo ciò che è avvenuto non è stata colpa del consiglio di amministrazione».
Zonin ha seguito l’udienza in prima fila, davanti al collegio e a fianco dei suoi legali, con i quali ha spesso interloquito. Sul banco dei testimoni, chiamati dall’accusa retta dai Pm Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, i funzionari che sono stati chiamati a rispondere a domande sulle cosiddette ‘operazioni baciate, ovvero mutui e prestiti in cambio dell’acquisto di azioni della Popolare di Vicenza.
Titoli risultati poi sopravvalutate (intorno ai 70 euro l’uno, a fronte di un valore calcolato poi in centesimi) che ha portato al crack dell’istituto di credito. Non è la prima presenza di rilievo tra gli imputati. Alla precedente, due giorni fa, ha assistito Giuseppe Zigliotto ex membro del cda della Popolare di Vicenza nonché ex presidente degli industriali veneti. Per sentire gli imputati bisognerà attendere diverse udienze, quando sarà esaurita la fase testimoniale.