Per correre ai ripari, vista la carenza di medici, la Regione Veneto ha pensato di portare il massimale di utenti per singolo medico di base a quota 1800 pazienti dagli attuali 1500, dando la possibilità di avere un assistente di studio.
Attualmente riceviamo una marea, anche nei giorni festivi e talvolta di notte, di telefonate e di richieste da parte degli utenti. La maggior parte del tempo lo passiamo al telefono oppure ad espletare atti puramente amministrativi e burocratici, il tempo per fare i Medici, cosa per cui abbiamo studiato all’Università non ne rimane quasi più. Avere 1800 pazienti vorrebbe dire, in pratica, aumentare il carico burocratico ed amministrativo, diminuendo ulteriormente la possibilità di espletare la funzione di Medici.
L’aiuto di una persona in ambulatorio potrebbe sembrare un buona cosa, ma cosa può fare? Certi atti medico/burocratici possiamo farli solo noi e solo da noi possono essere vagliati e firmati.
Alla fine dei conti penso che per rendere possibile un rilancio della professione medica primaria bisognerebbe sgravare gli studi medici da tutta una serie di pastoie burocratiche, allora sì che potremmo permetterci il lusso di caricarci non solo 1800 (pazienti) utenti, ma anche 2000.
Penso che sarebbe utile rimettere in discussione alcuni aspetti legati alla professione di medico di Medicina Generale e rinforzare in maniera considerevole la presenza di personale infermieristico territoriale che oggi come oggi è ridotto al lumicino.
Altro punto dolente della medicina territoriale è che manca un diretto e costruttivo rapporto con gli organismi centrali come l’Ospedale , per fare un esempio, ma questa è tutta un’altra storia .
Al momento vedo solo che gestire 1800 utenti comporterebbe solo il fatto di dover correre come faceva il famoso dr.Guido Tersilli nei film “Il medico della mutua” di Albero Sordi… ma quelli erano altri tempi.