“L’addio alle Medicine di gruppo (Mgi) è il fallimento del Piano sociosanitario, l’ennesimo esempio dell’incapacità di programmare della Giunta Zaia”. A dirlo sono i Consiglieri regionali del Partito Democratico Claudio Sinigaglia, Alessandra Moretti, Bruno Pigozzo e Orietta Salemi insieme al Capogruppo Stefano Fracasso, commentando lo stop al progetto, arrivato dal ministero dell’Economia, perché giudicato troppo oneroso per le casse pubbliche.“Ricordiamo le parole dell’assessore alla Sanità quando venne ratificato l’accordo con le organizzazioni sindacali: ?è stato realizzato uno dei cardini della riforma sociosanitaria’. Era il 2015. Sono passati tre anni e gli ambulatori h12 o h24 sono praticamente al palo e adesso dovrebbero essere accantonati perché troppo costosi e metterebbero a rischio il bilancio del Veneto. In realtà pare essere di fronte, più che altro, a un’osservazione della Corte che può essere sicuramente superata se si è convinti della bontà della scelta. Ma ci sembra non sia così, come dimostrato dai continui contenziosi con i medici di medicina generale. Gli investimenti nel territorio, le strutture intermedie, le Mgi, gli hospices sono investimenti iniziali che poi porteranno ad un risparmio globale e al raggiungimento degli obiettivi di salute”.
“Rinunciare allo sviluppo della Mgi significa far crollare uno dei due pilastri del Piano sociosanitario, ovvero il territorio e la presa in carico della cronicità – dicono ancora i consiglieri dem – adesso avremo meno ospedale e anche meno servizi sul territorio. La rivoluzione sbandierata da Zaia rischia inopinatamente di finire prima ancora di cominciare: una volta conclusa la sperimentazione, le Medicine di gruppo già esistenti diventeranno semplici studi associati senza specialisti, aperti sette ore al giorno. Restano però le esigenze di tante famiglie e dei malati cronici, a cui dovremo trovare risposte”.
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