I finanzieri del Comando Provinciale, come comunica nella nota che pubblichiamo la Guardia di Finanza di Vicenza, nell’alveo dell’attività istituzionale diretta alla tutela della spesa e delle entrate pubbliche – hanno portato a compimento un’operazione di polizia economico-finanziaria e giudiziaria nei confronti di un medico di medicina generale della provincia berica, G.A. di 63 anni.
In particolare, il preliminare monitoraggio dei soggetti della categoria medico/sanitaria connotati da più marcati profili di rischio, unitamente ad attività di intelligencee di controllo economico del territorio, hanno condotto i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ad approfondire la posizione del predetto, che ha svolto anche l’attività di ginecologo.
Gli accertamenti effettuati hanno consentito di rilevare che G.A., legato da un rapporto convenzionale con il Servizio Sanitario Nazionale presso l’Azienda ULSS n. 5, ha dichiarato falsamente di effettuare attività libero-professionale di tipo occasionale senza mai superare le 5 ore settimanali, sebbene, in realtà, gestisse due studi di ginecologia e rendesse prestazioni per due centri medici privati per oltre 25 ore settimanali complessive.
Tali false dichiarazioni sono servite a non incorrere nella riduzione dei pazienti assistibili (37,5 per ogni ora eccedente le 5) e, conseguentemente, dei compensi e delle indennità riconosciuti dall’ULSS di Arzignano (VI), secondo quanto stabilito dall’Accordo Collettivo Nazionale.
Il medico è stato conseguentemente segnalato alla Procura della Repubblica di Vicenza per il reato di truffa aggravata, avendo percepito indebitamente compensi dal Servizio Sanitario Nazionale negli anni dal 2010 al 2016.
La concomitante ispezione fiscale ha evidenziato l’impegno privato del professionista, che ha reso annualmente centinaia di prestazioni sanitarie a fronte delle quali ha emesso parcelle o ricevute che non sono state registrate, né dichiarate (per effetto della tenuta di una doppia contabilità), realizzando così anche una significativa evasione fiscale.
La ricostruzione investigativa effettuata dai finanzieri, sotto il coordinamento dell’A.G. berica, è stata valutata pienamente attendibile dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale che, condividendo la prospettazione accusatoria, ha emesso un’ordinanza di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per l’importo di € 89.200, che è stato sequestrato su un conto corrente intestato all’indagato.
L’attività posta in essere dalla Guardia di Finanza a tutela della spesa pubblica ed a contrasto del fenomeno dell’evasione fiscale – impegno intenso e trasversale, costituente linea d’azione fondamentale del Corpo – si innesta nella prospettiva di assicurare all’erario ed alla giustizia, attraverso il sequestro preventivo del patrimonio del professionista, l’apprensione a vantaggio dello Stato dei beni suscettibili di confisca, consentendo in parallelo di arginare la diffusione dell’illegalità a tutela degli operatori che agiscono nell’osservanza della legge.