Papa Benedetto è tornato nella casa del Padre, fatto che per un cattolico, per giunta pontefice, dovrebbe essere una gioia invita. Ecco perché farci un po’ di rispettosa ironia ci sembra quasi più adatto dei pianti del mondo.
François Rabelais ha scritto il romanzo comico più sapiente e festoso del Cinquecento: la storia dei due giganti Gargantua e Pantagruele.
François Rabelais afferma di voler fare ridere: «meglio scrivere del riso che del pianto/poiché il riso è proprio dell’uomo». Poi suggerisce al lettore di non accontentarsi di burle e buffonerie, ma di cercare un significato più profondo.
Affido, quindi, a voi, su suggerimento del direttore, il giudizio sul “povero” Rabelais della vignetta del 1° gennaio: io, cioè, Claudio Mellana che le disegno con Almor che me le ispira.
Irriverente, provocatoria?
Per me è rispettosa di un papa che dimettendosi, se non altro, ha avuto il coraggio di denunciare il marcio del Vaticano (dei suoi potenti vescovi e cardinali, si badi bene, non della religione di cui, solo, dovrebbe curarsi) e per il quale anche la vignetta chiede preghiere.
Ed è fin troppo riverente quando denuncia i “pigri” di ogni ambito che fanno una cosa ogni morte di Papa, tra cui esibirsi in lodi di virtù non morte, anche se rare, per il mondo con la scomparsa di papa Benedetto XVI, ma a loro, i poco facenti, da sempre sconosciute.