“Dall’ampio discorso programmatico di Giorgia Meloni si ricava che il Governo non intende disturbare alcun potentato”. Così Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, coordinamento di Unione Popolare, commenta le parole della Premier pronunciate a Montecitorio.
“Sarà un governo allineato con Nato e Confindustria – l’analisi di Acerbo -, persino disciplinato nell’Eurozona che poco tempo fa Meloni e Salvini volevano sciogliere. Il programma è tipicamente neoliberista e in sintonia con Calenda, Renzi e almeno mezzo Pd.
Colpisce che in un’ora e venti Meloni non abbia nemmeno citato la precarietà del lavoro o l’emergenza casa con migliaia di sfratti e 600.000 famiglie aventi diritto in attesa di un alloggio popolare. Nemmeno una parola sul rilancio del pubblico, in particolare della sanità e della scuola che evidentemente ci si prepara ad un ulteriore sostegno ai privati.
Sulle pensioni nessun impegno per la cancellazione della legge Fornero. Sulle tasse nessuna riforma che ne faccia pagare di più ai ricchi. Scontate, dopo le affermazioni di ministri non ancora in carica come Salvini e Piantedosi, i violenti programmi anti immigrazione, peraltro difficilmente perseguibili.
Si rinnova il tentativo di realizzare hotspot (di detenzione) nei Paesi del Nord Africa, per selezionare chi ha diritto a chiedere asilo e chi deve essere abbandonato a se stesso.
Un programma di attacco alla Costituzione del 1948 – prosegue il segretario di Rifondazione – con presidenzialismo e autonomia differenziata. Per quanto riguarda la ricostruzione storica della destra democratica, puro revisionismo sugli Anni ’70 presentati come un’epoca in cui c’era una destra democratica dimenticando le collusioni con lo stragismo e le trame nere e che il MSI invocava il colpo di stato per impedire al PCI di Berlinguer di andare al governo.
Sull’impegno antimafia c’è solo da ridere perché ci vuole davvero una faccia tosta per raccontare di essere diventata una militante di destra dopo la morte di Borsellino per andare a sostenere Berlusconi e Dell’Utri”, conclude Acerbo.