«Scrivere è una funzione del capire». Luigi Meneghello, uno dei più importanti scrittori italiani della seconda metà del Novecento, ha lasciato questa riflessione nel suo secondo romanzo “I piccoli maestri”. Queste sei parole mi sono sempre presenti quando scrivo un articolo o un libro o i testi per un documentario. Devo esporre i miei pensieri attraverso parole, frasi, segni di punteggiatura prima di tutto per mettere a fuoco ciò di cui scrivo e poi per trasmettere il risultato della mia elaborazione a chi mi leggerà o mi ascolterà.
Fare il giornalista è un mestiere che ha un obbiettivo preciso: capire la realtà, interpretarla e comunicare il risultato con la scrittura. È un impegno categorico e anche una sfida. Ed è l’unico modo serio di fare il giornalista. Se non si ha il coraggio di un pensiero indipendente, originale, indagatore e, soprattutto, onesto è meglio non provarci e, magari, piuttosto scrivere testi per la pubblicità o per un ufficio stampa. Con tutto il rispetto, ovviamente, per chi fa questi lavori altrettanto professionalmente e seriamente.
Collaborare con Vipiù e con il suo fondatore e direttore Giovanni Coviello, uomo di multiforme ingegno, mi ha dato la possibilità di essere giornalista come ho descritto prima. Lui, il direttore è a sua volta uno che ha interpretato la professione con questo impegno, con l’obbiettivo di capire e far capire. Gli va riconosciuto di averlo fatto con coerenza e sprezzo del pericolo. Abbiamo piena sintonia su come intendere il giornalismo e, forse anche per questo, mi ha sempre sostenuto e rispettato in qualsiasi cosa io abbia scritto per ViPiù. Gli devo riconoscenza anche perché ha intuito, non so come, che sarei stato in grado di scrivere di storia, una materia che per me era solo un interesse culturale nato per aver fatto il Classico.
Spero di essere riuscito a farlo senza nessuna pretesa di passare per storico (non lo farei mai anche perché ho un figlio che storico lo è davvero) ma da divulgatore, che è la versione giornalistica del trattare la materia. Dai riscontri, dai feedback ai miei articoli sembra che Giovanni sia stato un bravo talent scout e abbia visto giusto.
Non me la sento di fare prediche a dei giovani né, tanto meno, di presumere che le mie esperienze giornalistiche possano essere degne di essere per loro d’esempio o di insegnamento. Non sono così presuntuoso. Voglio solo chiedere a quelli di voi che vorranno provare a scrivere di avere una regola: essere sé stessi e ragionare con la propria testa. Il coraggio di scrivere il proprio pensiero vien da sé.
Questo articolo è il frutto della collaborazione tra il giornale Vipiù.it e il Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT) per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO).